Anticorpi 'su misura' contro il morbo di Alzheimer.
E la prospettiva di cura alla quale lavorano gli esperti dopo la brusca frenata agli studi per la messa a punto di un vaccino a causa delle complicanze insorte nella fase di sperimentazione clinica.
E' la prospettiva di cura alla quale lavorano gli esperti dopo la brusca frenata agli studi per la messa a punto di un vaccino a causa delle complicanze insorte nella fase di sperimentazione clinica. A puntare i riflettori sui nuovi approcci per la cura delle malattie neurodegenerative, il direttore scientifico dello European Brain research Institute (Ebri) Antonino Cattaneo, in occasione di un incontro sul tema organizzato dall'Accademia nazionale dei Lincei. Presente all'incontro anche il Premio Nobel Rita Levi Montalcini, che si e' detta ottimista circa le prospettive di cura per queste malattie, nonostante i tempi per un'applicazione pratica non siano brevissimi. Il vaccino, ha sottolineato Cattaneo, ''e' uno degli approcci ma, purtroppo, dopo una serie di risultati promettenti, le sperimentazioni cliniche sono state interrotte per alcuni gravi problemi. Ora - ha aggiunto - si punta, dunque, anche ad altri approcci: si tratta della cosiddetta immunizzazione attiva, che consiste nell'immunizzare con un antigene che simuli le placche che si formano nel cervello dei pazienti malati, ma anche dell'approccio dell'immunizzazione passiva, che punta a dotare direttamente il paziente degli anticorpi contro tali placche che caratterizzano appunto il morbo di Alzheimer''.
In quest'ultimo caso, ha spiegato l'esperto, ''l'approccio seguito e' proprio quello di un'immunoterapia: il farmaco e' cioe' un anticorpo diretto contro componenti di questa proteina che si aggrega in modo anomalo nel cervello dei pazienti, dando luogo alle placche dell'Alzheimer. Gli anticorpi - ha proseguito - dovrebbero rimuovere le strutture anomale che si formano e in modelli animali questo approccio sembra funzionare''. Al momento, ha affermato Cattaneo, ''sono gia' in corso sperimentazioni sull'uomo con risultati, pero', non ancora pubblicati''. Ma allo studio ci sono anche altre terapie, come quelle basate sui fattori neurotrofici: ''In particolare - ha detto Cattaneo - i fattori di crescita, che sono proteine che regolano la sopravvivenza delle cellule nervose. Si sta infatti lavorando, ad esempio, sulla proteina Nerve growth factor (Ngf) scoperta da Rita Levi Montalcini, e negli Stati Uniti - ha rilevato - si e' appena concluso un trial clinico di terapia genica su pazienti di Alzheimer basato appunto sull'uso del Ngf come agente terapeutico. Si tratta di un buon avvio - ha concluso l'esperto - anche se per la messa a punto di cure efficaci contro le malattie neurodegenerative ci vorra' ancora del tempo''. Tra le malattie neurodegenerative, le piu' diffuse sono appunto il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la corea di Hungtinton, la sclerosi amiotrofica laterale e le malattie da prioni. Complessivamente, si stima che sia oggi affetto da demenza circa il 5% della popolazione oltre i 65 anni, e addirittura il 30% degli over 85. Quasi meta' delle demenze sono dovute alla malattia di Alzheimer, con una preponderanza di donne. In Italia, circa 700.000 persone sono colpite da varie forme di demenza e circa 400.000 sono malate di Alzheimer. Per quanto riguarda il Parkinson, si stimano circa 100.000 persone affette in Italia, con una lieve preponderanza di uomini.
Fonte: (25/05/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
Ngf,
Alzheimer,
anticorpi
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