Cresce il "turismo procreativo", all'estero per avere un figlio
Si chiama "turismo procreativo", ed è un fenomeno che in Italia si sta diffondendo rapidamente, favorito dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. I numeri parlano da sé: in
Si chiama "turismo procreativo", ed è un fenomeno che in Italia si sta diffondendo rapidamente, favorito dalla legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. I numeri parlano da sé: in un solo anno, da marzo del 2004, 3.610 coppie hanno varcato i confini nazionali. Quasi il triplo, cioè, rispetto alle 1.315 coppie dell'anno precedente all'entrata in vigore della legge. Uomini e donne che si sono rivolti a centri stranieri, per sottoporsi alla fecondazione assistita e avere un figlio, ma anche per eseguire la diagnosi preimpianto e concepire un bambino sano. I dati emergono da un'indagine - che ha coinvolto 53 centri in Europa e al di fuori - condotta dall'Osservatorio sul turismo procreativo, istituito da Cecos Italia e dal Circolo della stampa di Milano. I Paesi più frequentati. Le mete preferite dai nostri connazionali, spiega la biologa e ricercatrice Chiara Fornasiero, sono la Spagna e la Svizzera, seguite dal Belgio. In Spagna - dove arriva il 26 per cento delle coppie italiane che decide di rivolgersi all'estero - si è registrato nell'ultimo anno un vero e proprio boom: le richieste sono addirittura decuplicate, per la legislazione liberale che permette la fecondazione eterologa.
In Svizzera (oltre il 30 per cento) gli italiani che si rivolgono ai centri di fecondazione assistita sono raddoppiati. Le altre mete. Fra le destinazioni anche Stati Uniti e Gran Bretagna - dove però i costi dei trattamenti sono piuttosto elevati - Austria, Repubblica Ceca, Grecia e Slovenia, destinazioni delle coppie con problemi economici. Infine, Israele, soprattutto un centro di Tel Aviv dove il successo delle tecniche di fecondazione assistita raggiunge il 50-60 per cento e dove gli italiani chiedono soprattutto l'ovodonazione. Per la diagnosi preimpianto, vietata in Italia, le coppie portatrici di patologie genetiche si rivolgono in particolare ai centri di Spagna, Belgio e Turchia. La scelta del centro. Nella decisione dell'istituto straniero al quale rivolgersi, vale soprattutto il "passaparola": i forum dedicati all'infertilità sono molto attivi su internet, dove le donne si consigliano, si scambiano informazioni ed esperienze. Intanto, i centri d'oltralpe si stanno sempre più attrezzando: anche i medici hanno imparato a parlare in italiano. Le cause della migrazione. Fra le ragioni che favoriscono il "turismo procreativo", c'è la possibilità di congelare gli embrioni - il che consente vantaggi di salute per le coppie e tempi brevi - e le "non restrizioni" del numero degli ovuli da fecondare in coltura. A questo si aggiunge la diagnosi pre-impianto, che può scongiurare il rischio di trasferire al figlio le malattie genetiche ereditarie delle coppie. In Gran Bretagna, in particolare, esiste un ente governativo (Hfea) che regola e controlla tutte le strutture dove si esegue la fecondazione.
Fonte: (26/05/2005)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
Tag:
legge 40,
turismo,
pre-impianto
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