Parte progetto Malawi,contro hiv educazione e sviluppo
In molti paesi africani, ha aggiunto Passera, lAids e considerato un flagello imbattibile; vogliamo dimostrare che non e vero sradicando la malattia dal Malawi, ma per farlo e fondamentale indiv
In molti paesi africani, ha aggiunto Passera, ''l'Aids e' considerato un flagello imbattibile; vogliamo dimostrare che non e' vero sradicando la malattia dal Malawi, ma per farlo e' fondamentale individuare la giusta modalita' di intervento: cio' significa combattere l'Hiv creando, al contempo, le condizioni per la ricostruzione sociale del Paese''. Un concetto ribadito anche da Guzzetti: ''Con un piano a lungo termine, non puntiamo solo a costruire ospedali e fornire assistenza - ha detto - bensi' a stimolare le risorse locali per uno sviluppo complessivo dell'economia''. Ma cosa significa il 'flagello Aids' per il Malawi? I numeri raccontano una realta' tragica: in un paese che figura nella lista dei 15 piu' poveri al mondo (dove il 65% della popolazione vive al di sotto della soglia di poverta' e l'aspettativa media di vita e' di 37 anni), l'Aids e' appunto l'emergenza primaria con il 15% della popolazione tra 15 e 49 anni colpita dell'epidemia, circa 1 milione di sieropositivi e 83.000 morti l'anno a causa del virus. Ed ancora: il 17% delle madri e' sieropositiva e ogni anno si contano 85.000 parti a rischio di trasmissione del virus. Ma il problema piu' grave e' legato agli orfani: sono circa 1,5 milioni i bambini soli i cui genitori e parenti sono rimasti vittime dell'Hiv.
E' sul loro recupero che il governo del paese e il progetto Malawi intendono puntare. Perche' l'Aids, ha aggiunto il sottosegretario Shawa, ''sta minando alla base il futuro del paese: sta infatti falcidiando proprio la fascia di popolazione attiva e le categorie produttive, come medici, insegnanti, funzionari pubblici. Non e' solo un problema sanitario, ma anche sociale, politico ed economico''. Ed e' in questo contesto che si inserisce il Progetto Malawi: l'intervento centrale combattera' la trasmissione verticale madre-figlio dell'Aids (nascono gia' malati 11 bimbi su 100) e sara' svolto dalla Comunita' di Sant'Egidio; le tre azioni di supporto sono invece rivolte all'aiuto degli ofani (di cui si occupera' Save the Children), all'educazione e alla prevenzione (a cura delle reti Scout del Malawi) e allo sviluppo locale (sotto la responsabilita' del Cisp). Il Progetto debuttera' con un programma pilota nell'area di Blantyre, nel sud del Paese dove, entro giugno 2006, verranno allestiti un laboratorio di biologia molecolare ed un centro di salute per lo screening delle donne in gravidanza, la distribuzione dei farmaci antiretrovirali e il monitoraggio dei malati. Parallelamente, saranno creati un centro per l'assistenza degli orfani e un centro di consulenza per la microfinanza a sostegno delle famiglie. Poi, a cascata nei due anni successivi, il Progetto andra' a coprire la maggior parte dei distretti del Malawi (con 3 laboratori e 10 centri di salute su tutto il territorio), in stretta collaborazione con il governo democratico malawiano gia' fortememnte impegnato in tal senso. Per l'iniziativa, Banca Intesa e Fondazione Cariplo hanno gia' stanziato 3 milioni di euro e, in base ai risultati raggiunti, il finanziamento potra' salire fino a 9 milioni di euro in tre anni, cui si aggiungeranno altre risorse attraverso il cofinanziamento internazionale e iniziative di Fund-raising in Italia. L'intero Progetto sara' monitorato dalla Fondazione Cariplo e i risultati saranno resi pubblici in due appuntamenti l'anno con i media e diffusi in tempo reale su Internet. Debellare la malattia e favorire lo sviluppo del Malawi. Una grande scommessa, hanno concluso i promotori del Progetto, che si basa pero' su una convinzione precisa: ''Intervenire oggi in Africa contro l'epidemia di Aids non e' solo un'operazione umanitaria ma, soprattutto, un contributo fondamentale alla stabilita' del nostro pianeta''.
Fonte: (27/05/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
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hiv
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