Scienza italiana non e' divisa sull'uso staminali embrionali o adulte
La legge sulla procreazione assistita blocca lo sviluppo della ricerca sulle embrionali
La scienza italiana non e' divisa tra i fautori della ricerca sulle cellule staminali adulte e su quelle embrionali: all'indomani del documento firmato dai maggiori esperti europei del settore e dai Nobel Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini, gli esperti italiani affermano che al loro interno non esistono conflitti ed esprimono soddisfazione perche' il documento testimonia l'attenzione del mondo scientifico internazionale per la ricerca in Italia. I primi a rispondere al documento sono stati due esperti italiani nelle ricerche su cervello e cellule staminali: la responsabile del Laboratorio di biologia delle cellule staminali e farmacologia delle malattie neurodegenerative dell'universita' di Milano, Elena Cattaneo, e il neurofisiologo Piergiorgio Strata, dell'universita' di Torino. ''Non si puo' pensare che in Italia si crei un 'finto conflitto scientifico', non ci si puo' inventare che la scienza e' divisa'', ha osservato Elena Cattaneo. ''Il documento - ha proseguito - sottolinea che i ricercatori impegnati nello studio sulle staminali adulte ed embrionali la pensano nello stesso modo. E' impossibile, da un punto di vista scientifico, sostenere l'inutilita' della ricerca sulle cellule staminali embrionali''. Una posizione analoga, ha osservato, e' sostenuta anche nel recente documento proposto da Gilberto Corbellini e firmato da numerosi ricercatori italiani.
''Se invece - ha aggiunto Elena Cattaneo - qualcuno vuole dare un messaggio diverso, e' il caso di chiedersi il perche' ''. Ha accolto con soddisfazione il documento degli scienziati europei anche Strata, per il quale ''c'e' la sensazione diffusa che il mondo scientifico qualificato sia per il si' alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Nessuno - ha rilevato - e' in grado di sapere quali risultati la scienza potra' dare in questo campo, ma e' un campo molto promettente''. Il documento, secondo l'esperto, propone inoltre ''un'etica della responsabilita' '' che si oppone a coloro che seguono ''un'etica dell' obbedienza. ''La stragrande maggioranza della comunita' scientifica qualificata nazionale e internazionale e' favorevole ad esplorare la strada delle cellule staminali'' e il documento firmato dagli scienziati europei lo dimostra, cosi' come gli altri documenti firmati dai ricercatori italiani e dai Nobel, ha osservato l'immunologo Alberto Mantovani, dell'universita' di Milano e dell'Istituto ''Mario Negri''. L'esempio piu' chiaro dell'autorevolezza delle firme a favore della ricerca sulle staminali e', secondo Mantovani, l'adesione al documento dei Nobel per la ricerca sulle staminali embrionali del primo studioso che e' riuscito a tradurre in terapia 20 anni di ricerche sulle staminali: Donald Thomas del Centro per la ricerca sul cancro Fred Hutchinson, che nel 1990 ha avuto il Nobel per la prima terapia di malattie del sangue basata sull'uso delle staminali. ''Nulla meglio della sua adesione al documento dei Nobel illustra il sentire della grande maggioranza della comunita' scientifica'', ha osservato Mantovani. Anche secondo l'esperto di cellule staminali cardiache Gianluigi Condorelli, che lavora fra l'universita' di Roma La Sapienza e l'universita' della California a San Diego, ''il 95% dei ricercatori e' per il si' alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e solo il 5% e' contrario. ''Di fatto - ha osservato - c'e' una campagna che tende a far passare i ricercatori come dei Frankenstein che generano mostri in vitro, ma questo e' molto lontano dalla realta'''. D'altro canto, ha aggiunto, ''chi dice che Dulbecco e' un Frankenstein dovrebbe pensare a cio' che dice: e' un padre della biologia con il quale si sono formati ricercatori che occupano posizioni strategiche in tutto il mondo''. Di una nuova forma di integralismo da parte di chi e' contrario alla ricerca sulle staminali embrionali parla il biologo cellulare Massimo Stefani, dell'universita' di Firenze, impegnato nella ricerca sulle basi molecolari di malattie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer. ''Quello dei talebani dell'embrione - ha osservato - e' un atteggiamento aprioristico e senza alcuna base scientifica''.
Fonte: (09/06/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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