Passo indietro ricerca? scienziati divisi
Un passo indietro per la ricerca italiana o, al contrario, la conferma che e opportuno e scientificamente piu produttivo seguire strade alternative. Oscilla tra queste due posizioni lopinione degli
Un passo indietro per la ricerca italiana o, al contrario, la conferma che e' opportuno e scientificamente piu' produttivo seguire strade alternative. Oscilla tra queste due posizioni l'opinione degli scienziati, schieratisi per il 'si'' o per il 'no', alla luce del probabile mancato raggiungimento del quorum ai referendum sulla legge 40 per la procreazione assistita che, in attesa di eventuali modifiche da parte del Parlamento, resta per ora invariata. Spettera' dunque al Parlamento rimettere mano alla legge, per attuare le modifiche auspicate da piu' parti, ma, al di la' della polemica politica, quali saranno le conseguenze dell'esito referendario sulla Ricerca nel nostro Paese? ''Indubbiamente ci saranno conseguenze gravi'', risponde il ginecologo Carlo Flamigni, uno dei pionieri della fecondazione artificiale in Italia e anche tra i ricercatori a sostegno del 'si'' che hanno attuato nei giorni scorsi uno sciopero della fame contro la mancata informazione sui referendum sulla legge 40. Conseguenze gravi, spiega, perche' ''il prezzo che la scienza italiana dovra' pagare sara' molto alto, a cominciare dal ritardo che inevitabilmente accumuleremo nella ricerca sulle cellule staminali embrionali''. Un ambito che lo scienziato giudica estremamente promettente per la cura di tante malattie gravi: ''Per questo - afferma - credo che vari ricercatori potrebbero a questo punto decidere di lasciare il nostro Paese per continuare i propri studi all'estero''. Ma se il risultato referendario ha, secondo Flamigni, segnato un colpo d'arresto per la ricerca nel nostro Paese, i danni per i cittadini ''saranno per fortuna parziali'': ''L'Europa e il mondo rappresentano ormai un grande 'villaggio globale'; Cio' significa - ha affermato - che in presenza di risultati positivi delle ricerche sulle staminali embrionali, in qualunque paese cio' accada, questi verranno immediatamente resi noti, ma il grande paradosso sara' che l'Italia sara' allora costretta ad acquistare i brevetti di cio' che altri hanno scoperto, perche' messi in grado di ricercare e lavorare in questa direzione''.
Duro il giudizio dello scienziato: ''Il giorno in cui sara' possibile curare grazie alle staminali embrionali in Italia si decidera' per la soluzione piu' 'comoda', che e' poi anche la piu' ipocrita: si decidera' di cambiare nome all'embrione, e tutti saranno tranquilli ... si trovera' cioe' una soluzione che ci permettera', allora, di utilizzare queste cellule senza sentirsi in colpa. Chi, malato o parente di un malato, rinuncerebbe infatti ad una terapia salva-vita?''. Quanto al merito del risultato referendario, ''sara' interpretato come la conferma che agli italiani questa legge piace, ma non penso sia cosi': semplicemente - sostiene Flamigni - la maggioranza non e' andata a votare, anche per una sorta di disamore verso lo strumento referendario''. Senza contare poi, conclude, ''l'ingerenza della Chiesa che, su questo tema, ha fatto politica; un fatto inaccettabile, che dovrebbe forse spingere a rivedere i rapporti tra Stato e Chiesa''. Argomentazioni opposte quelle sostenute invece dalla responsabile del Centro Sterilita' e Fecondazione del Policlinico Sant'Orsola di Bologna Eleonora Porcu, la prima ricercatrice italiana ad occuparsi, tra l'altro, di congelamento di ovaie e tessuto ovarico. La premessa, rileva, e' che il nodo della ricerca sulle staminali embrionali ''ha rappresentato un ampliamento comunque indebito della legge 40''. Ad ogni modo, sostiene la ricercatrice, ''l'esito referendario non penalizzera' assolutamente la ricerca italiana dal momento che le staminali embrionali non hanno dato alcun risultato, mentre promesse molto piu' concrete arrivano dalle cellule staminali adulte, un campo di studio che vede gia' coinvolti numerosi e illustri ricercatori italiani. Il fatto - commenta la ricercatrice - e' che sulle staminali embrionali e' stato montato un grande polverone''. Fondamentale, secondo Porcu, e' dunque ''proseguire su questa strada, anche lavorando al miglioramento della qualita' degli ovociti prodotti dalla donna e degli embrioni coltivati in vitro in modo da aumentare le possibilita' di successo delle gravidanze''. Ma il punto vero, conclude, e' che nella Ricerca ''non ci sono strade obbligate, ma tante strade alternative da scegliere in base a criteri di scientificita' ma anche di buon senso e valore etico''.
Fonte: (14/06/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag:
legge 40
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