«A Milano il centro per gli embrioni congelati»

ROMA - «Stiamo pensando a una casa degli embrioni congelati». La legge sulla procreazione medicalmente assistita è stata appena approvata dal Senato, ma già da alcuni mesi i tecnici del ministero della Salute valutano come attuarla. «Potrebbe nascere a Milano un centro dove riunire tutti gli embrioni inviati dalle singole cliniche, in modo da gestirli con maggior sicurezza. Promuoveremo inoltre il congelamento degli ovociti, per superare l’ostacolo costituito dal divieto di fecondarne più di tre alla volta», dedica qualche riflessione sulla nuova disciplina il ministro della Salute Girolamo Sirchia.
La legge le piace?
« Sì, fissa un punto fermo ed elimina il caos. Perché avremmo dovuto essere permissivi? Io mi accontento, è una buona base da cui partire. Il settore è in continua evoluzione e quelli che oggi appaiono ostacoli insormontabili potranno essere superati».
Anche il limite di tre ovuli per volta da fecondare?
« Credo che avere figli non sia un diritto, specie se è incompatibile con i diritti del nascituro. Con un numero maggiore di ovociti fecondabili si rischia di creare embrioni in sovrannumero e poi si porrebbe il problema di cosa farne visto che non possono essere nè congelati nè distrutti.

In compenso, stiamo pensando di incentivare, con corsi di formazione, una metodica alternativa che sta dando buoni risultati. Il con gelamento degli ovociti. Semplici cellule, che non pongono problemi morali» .
Non vede nel divieto all’eterologa un’i ngiustizia per le coppie che hanno bisogno di gameti donati?
«La legge deve rispondere a un principio, la difesa della vita, anche se embrionale. La fecondazione omologa, l’unica che si potrà fare, garantisce una famiglia al nascituro che altrimenti avrebbe un vulnus nella sua vita. Perché è stato deciso di impedire la fecondazione artificiale a madri in età avanzata?»
Risponda lei.
«Perché la famiglia è un valore fondamentale. Il bambino non deve essere un giocattolo, nè un elemento di compagnia per anziani e single ».
Ma il bambino figlio dell’eterologa avrebbe comunque i due genitori anche se concepito con una cellula d onata.
«Sì ma si crea una situazione anomala. C’è sempre un padre o una madre che non sono quelli biologici».
Perché non consentire il congelamento degli embrioni?
«Perché poi subentra il problema di cosa fare con quelli che avanzano. C’è chi invoca di utilizzarli per la ricerca».
E lei?
«Impensabile. La ricerca si fa sull’animale, non sui cristiani. Eppoi i risultati ottenuti utilizzando le cellule staminali adulte sono eccellenti. Le embrionali non servono».
La legge affida al ministero il compito di decidere cosa fare degli embrioni già congelati. Non si possono sfruttare come materiale di laboratorio, nè eliminarli. E allora?
«L’idea è di riunirli in una banca al Policlinico di Milano dove già è conservato sangue placentare. Resteranno a disposizione delle coppie che li hanno concepiti. Quelli abbandonati, disconosciuti, potrebbero essere dati in adozione ad altre coppie. L’eterologa in questo caso si giustifica come soluzione estrema».
Perché vietare implicitamente la diagnosi preimpianto sull’embrione?
«Avrebbe aperto la strada alla ricerca».

Fonte: (12/12/2003)
Pubblicato in Analisi e Commenti

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