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La smania di nicotina è nei geni


Alcuni scienziati dellInstitut Pasteur in Francia, associato al Centro nazionale della ricerca scientifica (CNRS), hanno rivelato per la prima volta come e dove si sviluppa la dipendenza da nicotina

Alcuni scienziati dell'Institut Pasteur in Francia, associato al Centro nazionale della ricerca scientifica (CNRS), hanno rivelato per la prima volta come e dove si sviluppa la dipendenza da nicotina nei topi, secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature.
Smettere di fumare viene vissuta come una lotta della mente contro la materia, ma la dipendenza da nicotina è determinata in parte dai nostri geni. La dipendenza è collegata all'espressione di una molecola recettore per la nicotina che è anche coinvolta nelle capacità cognitive degli individui.
Ricerche precedenti avevano dimostrato che la nicotina interagisce nel cervello con i recettori acetilcolinergici nicotinici (nAChRs), senza però spiegare in che modo tale interazione determinasse una dipendenza chimica. La nuova ricerca condotta presso l'Institut Pasteur è riuscita a individuare un'area specifica di un nAChR quale bersaglio primario nello sviluppo della dipendenza da nicotina.
Sempre per la prima volta, gli scienziati hanno stabilito l'esistenza di legami anatomici e molecolari tra la dipendenza da nicotina e le capacità cognitive. Comprendere i sottili meccanismi attraverso cui agisce la nicotina dovrebbe semplificare lo sviluppo di strumenti che consentano di combattere la dipendenza dei fumatori.
II tabagismo è l'unica causa rilevante di mortalità evitabile presente nell'Unione europea, responsabile di oltre mezzo milione di decessi l'anno e di oltre un milione di morti nel continente europeo nel suo complesso. Si stima che il 25 per cento di tutte le morti per cancro e fino al 15 per cento di tutti i decessi che avvengono all'interno dell'Unione possano essere ricondotti al fumo. Per limitare tale epidemia, la Comunità europea sta sviluppando attivamente una politica completa di controllo del tabagismo.
Il 1° marzo 2005 è stata lanciata una nuova campagna antifumo quadriennale del valore di 72 milioni di euro per aiutare i giovani, i non fumatori e coloro che vogliono smettere ad imparare a vivere senza il tabacco. Un'importante sfida per la salute pubblica consiste pertanto nel trovare un modo per impedire innanzi tutto che si crei una dipendenza.
Il gruppo di Uwe Maskos presso l'Institut Pasteur/CNRS Receptors and Cognition Unit (Unità recettori e cognizione del CNRS), in collaborazione con tre laboratori francesi di neuroscienza, ha dimostrato che la dipendenza da nicotina nei topi è collegata all'espressione di una molecola specifica, la sottounità ß2 del recettore nicotinico, in una regione cerebrale molto specifica, l'area ventrale tegmentale.
Per conseguire tale risultato, i ricercatori hanno utilizzato un modello di topi che non presentava l'espressione di tale sottounità ß2. Gli animali in questione non si autosomministravano la nicotina, e pertanto non sviluppavano una dipendenza dalla nicotina ad essi somministrata. D'altro canto, una compromissione della loro capacità di esplorare gli spazi aperti ha rivelato la riduzione delle loro facoltà cognitive.
Utilizzando vettori virali altamente sofisticati, i ricercatori sono riusciti a indurre la sottounità ß2 del recettore nicotinico a esprimersi specificamente nell'area ventrale tegmentale del mesencefalo, dove si trovano i neuroni dopaminici specializzati in meccanismi di ricompensa. Hanno osservato che i topi trattati in questo modo avevano recuperato i riflessi di autosomministrazione della nicotina caratteristici della dipendenza. Utilizzando test comportamentali approfonditi, hanno inoltre dimostrato che i topi avevano recuperato anche le loro normali funzioni esplorative.
Tali risultati dimostrano l'importanza dell'espressione della sottounità ß2 del recettore, nonché la rilevanza dell'area del cervello dove viene espressa in correlazione a due aspetti essenziali: la dipendenza da nicotina e determinate capacità cognitive.
Jean-Pierre Changeux e i suoi colleghi della medesima unità dell'Institut Pasteur studiano da svariati anni il ruolo dei recettori nicotinici, le molecole obiettivo del farmaco, nella dipendenza da tabacco. I risultati dei loro studi recenti dimostrano il ruolo cruciale rivestito dal recettore nicotinico nel creare la dipendenza da tabacco. I ricercatori hanno dimostrato che la nicotina è in grado di penetrare nei neuroni per stimolare la formazione di recettori che hanno un'affinità elevata con la nicotina. La loro espressione eccessiva sulla superficie delle cellule è la causa della maggiore sensibilità alla nicotina.
I ricercatori stanno ora tentando di caratterizzare sottocategorie specifiche di recettori nicotinici espressi in questa zona chiave, l'area ventrale tegmentale, al fine di determinare le strutture dei recettori più specificamente coinvolti nella dipendenza da nicotina. La conoscenza approfondita di tali strutture consentirà loro di iniziare a cercare nuovi agenti farmacologici che consentano l'inibizione specifica di tali meccanismi di dipendenza, senza alterare il ruolo dominante svolto da queste unità ß2 nelle capacità di apprendimento cognitivo degli individui, e di combattere di conseguenza la dipendenza dal tabacco.
Per ulteriori informazioni consultare:
http://www.pasteur.fr

Fonte: Cordis (18/07/2005)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: nicotina, sigaretta, fumo
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