Hiv in aumento fra omosessuali secondo Anlaids
Il presidente Aiuti lancia lallarme: Si sta abbassando la guardia
In Italia aumentano i casi di infezione da Hiv fra gli omosessuali. E' il dato che emerge da un'indagine dell'Anlaids, condotta nel 2004 in 28 Centri di cura di diverse regione italiane. I dati del sondaggio, realizzato su richiesta del Dipartimento per la lotta alla droga della Presidenza del Consiglio, sono stati presentati oggi a Roma in Campidoglio, durante la cerimonia per i vent'anni dell'associazione, presieduta dall'immunologo Ferdinando Aiuti che lancia l'allarme: ''Si sta abbassando la guardia'' Dall'indagine emerge dunque un aumento di infezioni soprattutto fra gli omosessuali, che rappresentano il 26% dei nuovi casi di Hiv. Ma l'allarme rimane alto anche fra gli eterosessuali, che continuano ad occupare il primo posto per incidenza di sieropositività, con il 42,7%, mentre calano i contagi fra gli ex tossicodipendenti (13,8%) e i tossicodipendenti (10,7%). Secondo Aiuti, ''ad un certo punto e' calata l'attenzione sui rischi della malattia, e anche fra la comunità omosessuale si è cominciato a pensare che l'Aids non fosse più la malattia dei gay. Molti giovani sono cresciuti senza aver avuto alcun tipo di informazione o sensibilizzazione al riguardo''. Gli esperti dell'Anlaids, presenti oggi alla cerimonia, ricordano inoltre che ''il 62% delle persone scopre di essere sieropositivo quando ormai è in Aids conclamata, e quindi dopo tanti anni di inconsapevole trasmissione del virus ad altri, con rapporti sessuali o attraverso altri comportamenti a rischio''.
Non solo. ''Vi è un forte aumento dei casi di Aids fra gli immigrati e delle nuove infezioni da Hiv, che rappresentano il 30% del totale''. ''Fra le donne sieropositive - riferisce l'immunologo - una su quattro ha scoperto l'infezione proprio quando era in gravidanza''. Per questo, l'Anlaids ritiene importante l'invito a fare il test alle donne prima di programmare la nascita di un figlio, agli omosessuali, che devono fare il test e usare sempre il profilattico nei rapporti sessuali, agli immigrati, specie se provengono dai Paesi dove l'infezione è altamente endemica.
Arcigay protesta contro il ministro Sirchia L'attuale campagna di prevenzione, infatti, per la prima volta da quando negli anni '80 è scoppiata l'emergenza Aids in Italia, non prevede alcuna misura indirizzata espressamente alla popolazione omosessuale e non coinvolge le associazioni gay del paese. "E' vergognoso che il ministro Sirchia - ha commentato Ferigo - abbia escluso i gay dalla campagna contro l'Aids e che non si faccia alcun cenno all'uso del preservativo, nonostante stiano aumentando in Italia proprio i casi di Aids dovuti a rapporti sessuali non protetti, sia etero che gay. Secondo le raccomandazioni della Conferenza intergovernativa dei ministri della sanità dei paesi dell'Unione Europea, riunitasi a Berlino a fine febbraio, i rapporti omosessuali sono uno dei campi su cui occorre intervenire nella prevenzione. Il riferimento all'omosessualità è però scomparso dal documento, in elaborazione presso la Commissione Aids del ministero della salute italiano, che dovrebbe implementare tali raccomandazioni nel nostro paese.
Secondo uno studio effettuato da ricercatori francesi e reso noto ad un convegno medico a Rio de Janeiro, la circoncisione maschile riduce in misura significativa il rischio di trasmettere il contagio da Aids per via sessuale da uomo a donna.
Fonte: (28/07/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
Hiv,
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