Individuare il cancro tramite microbolle
La società tedesca Siemens Medical Solutions ha sviluppato una generazione completamente nuova di mezzi di contrasto ultrasonografici, noti anche come microbolle, che consente di determinare la presen
La società tedesca Siemens Medical Solutions ha sviluppato una generazione completamente nuova di mezzi di contrasto ultrasonografici, noti anche come microbolle, che consente di determinare la presenza di formazioni cancerogene e metastasi. Già diversi ospedali europei utilizzano questo nuovo metodo, applicandolo in modo particolare per diagnosticare il cancro al fegato e altre lesioni di tale organo e al momento sono in fase di studio eventuali impieghi in altri ambiti medici. Si tratta di bolle di gas di dimensione microscopica, il cui diametro è circa dieci volte inferiore rispetto a quello di un capello umano, che vengono iniettate per via endovenosa entrando in questo modo in circolo nel corpo del paziente. Le bolle si concentrano quindi secondo modelli caratteristici in aree particolarmente sospette. Il mezzo di contrasto può anche evidenziare zone non individuate in precedenza. Grazie a una nuova tecnologia ultrasonografica, studiata appositamente a tale scopo dalla Siemens, la cosiddetta tecnica CPS, ossia Cadence Contrast Pulse Sequencing Technology, i medici possono rilevare la concentrazione di bolle in modo sicuro e in tempi rapidi, risolvere problemi e soddisfare i requisiti essenziali ai fini di una diagnosi adeguata. L'impiego di mezzi di contrasto per rilevare immagini a ultrasuoni sta assumendo una rilevanza crescente negli esami clinici, in quanto facilita l'individuazione di metastasi di dimensioni inferiori, nonché di tumori benigni e maligni, un risultato che i precedenti metodi ultrasonografici non consentivano di ottenere.
Le tecniche usate in passato non permettevano inoltre di separare i segnali dei mezzi di contrasto dai segnali diffusi dai tessuti. Rispetto alle microbolle utilizzate dai mezzi di contrasto di prima generazione, che scoppiavano dopo il contatto iniziale con onde sonore e fornivano un'unica immagine, la nuova generazione di microbolle resta in circolo nel corpo del paziente per circa 15 minuti. Questo consente ai medici di individuare lesioni benigne o maligne con un elevato grado di affidabilità ricorrendo a determinati modelli di circolazione sanguigna. Ad esempio, sullo schermo il tessuto del fegato in cui è stato iniettato il mezzo di contrasto appare di colore vivace, mentre le metastasi vengono visualizzate in un colore nettamente più scuro. Il dottor Christoph Dietrich, primario di medicina interna all'ospedale Caritas di Bad Mergentheim, in Germania, si avvale da alcuni anni di questa tecnica. "Il nuovo metodo a ultrasuoni con impiego di microbolle è una tecnica sicura e rapida nella diagnosi dei tumori al fegato", afferma il dottor Dietrich. "I cosiddetti ecoamplificatori di segnali sono costituiti da bolle di aria e gas racchiuse in diverse capsule. Le microbolle sono un potente elemento di riflessione di ultrasuoni. Le sostanze circolano nel flusso sanguigno solo per alcuni minuti e poi vengono espulse attraverso i polmoni. Grazie a sistemi ultrasonografici potenziati oggi è possibile impiegare questa tecnica riducendo nettamente l'uso di altri metodi di rilevamento di immagini più complessi, costosi o superflui. Questo riguarda in modo particolare il processo di differenziazione tra tumori al fegato benigni e maligni".
Fonte: (07/09/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
microbolle
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