Studio svela effetti fumo su arterie
Il fumo di sigaretta avvelena le cellule che foderano le arterie: gia dopo sei ore le raggrinzisce, le stressa e le infiamma. Loro reagiscono, ma se il vizio continua si arrendono e muoiono, aprendo l
Il fumo di sigaretta avvelena le cellule che foderano le arterie: gia dopo sei ore le raggrinzisce, le stressa e le infiamma. Loro reagiscono, ma se il vizio continua si arrendono e muoiono, aprendo le porte allaterosclerosi. A descrivere fotogramma dopo fotogramma i meccanismi attraverso cui il fumo agisce direttamente sul sistema vascolare, diventando la seconda causa di morte al mondo, e uno studio austriaco condotto da un team di scienziati dellInnsbruck Biocenter e della Innsbruck Medical University, presentato al III Meeting europeo di biologia vascolare e medicina in corso ad Amburgo in parallelo con il II Convegno annuale Evgn (European vascular genomics network). Era noto - ricorda una nota - che il fumo aumenta la probabilita di aterosclerosi e che la sua combustione sviluppa oltre 4.800 composti chimici diversi. Ma finora non era chiaro come queste sostanze agissero e quale fosse il processo che porta alla formazione di un tappo nelle arterie. Per chiarirlo, gli scienziati hanno utilizzato un estratto di fumo di sigaretta detto Cse (Cigarette smoke extract), paragonabile a quello prodotto aspirando una bionda, e lhanno messo a contatto con colture di cellule che compongono il rivestimento interno delle arterie (endotelio vascolare umano).
In questo modo, per la prima volta, sono riusciti a fotografare come il fumo deforma queste cellule. E zoomando al loro interno, gli studiosi hanno anche osservato modifiche biochimiche e addirittura genetiche. Nelle prime sei ore dalla somministrazione del Cse - spiega David Bernhard dellInnsbruck Biocenter - le cellule sono apparse molto sofferenti: si sono raggrinzite e lacerate. Oltre a cio, alcune proteine essenziali per il corretto funzionamento cellulare (come la tubulina, un componente dellimpalcatura che da la forma alla cellula) si sono degradate completamente. Non solo. I metalli presenti nellestratto hanno indotto uno stress ossidativo, inattivando altre proteine. Ed e la prima volta - assicura il ricercatore - che si riesce a dimostrare in modo cosi chiaro e inequivocabile lossiddazione diretta delle proteine da parte dei composti presenti nel fumo di sigaretta. Dopo il danno iniziale, hanno pero scoperto gli studiosi, le cellule provano a disintossicarsi. E nel tentativo di reagire, cominciano a produrre sostanze che portano a uno stato di generale infiammazione. Vanno inoltre incontro a un riarrangiamento genetico, che addormenta alcuni geni e ne risveglia altri. Risultato: si riduce la produzione di una trentina di proteine e se ne sintetizzano due nuove. Questa reazione e un campanello di allarme - ha proseguito Bernhard - un messaggio diretto ad allertare il sistema immunitario affinche accorra in aiuto. Dopo 24 ore le cellule utilizzate nella ricerca recuperavano un aspetto normale. Ma le cellule riescono ad arginare un danno chimico solo fino a un certo punto. Se lo stimolo continua troppo a lungo o diventa troppo intenso non ce la fanno piu e muoiono, conclude lesperto. Il team austriaco ha analizzato anche 56 forti fumatori, trovando nel loro sangue almeno due metalli (cadmio e stronzio) derivanti dal fumo di sigaretta. Ora sono in corso le analisi di altri 200 fumatori, per approfondire e caratterizzare ulteriori parametri fisiologici, soprattutto ematici.
Fonte: (29/09/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
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fumo
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