Atlante dei ricoveri e della mortalità a Milano
Milanesi più longevi. La popolazione di Milano, in linea con l'intera popolazione italiana ed europea, sta beneficiando di una riduzione di mortalità. La popolazione invecchia perché vive più a lu
Milanesi più longevi. La popolazione di Milano, in linea con l'intera popolazione italiana ed europea, sta beneficiando di una riduzione di mortalità. La popolazione invecchia perché vive più a lungo. Questo comporta un maggior carico per il servizio sanitario, ma la disponibilità di risorse permette di mantenere il fenomeno positivo della riduzione di mortalità. Sono informazioni contenute nel volume "Ricoveri e mortalità a Milano. Atlante 2005", realizzato dal Servizio di epidemiologia dell'Azienda sanitaria locale città di Milano. L'opera. "L’Atlante dei ricoveri e della mortalità a Milano si colloca nella scia delle numerose iniziative editoriali che negli ultimi trent’anni hanno descritto la mortalità in Italia a vari livelli di disaggregazione geografica", spiega Antonio G. Mobilia, Direttore Generale della ASL Città di Milano. "Allo stesso tempo però lo sforzo degli autori è stato indirizzato alla individuazione di una nuova modalità descrittiva che, passando innanzitutto – ma non solo – per l’integrazione dei dati di mortalità con quelli di ricovero, rappresentasse un passo verso la costruzione di strumenti informativi utili tanto per il governo del sistema sanitario quanto per la ricerca in campo bio-medico finalizzata alla sanità pubblica". I dati più significativi. Anche a Milano, in accordo con quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato, il primo e più importante determinante della salute della popolazione è il suo benessere economico, sociale e culturale. Maggiori risorse economiche collettive non solo si traducono in fatti oggettivi che difendono e promuovono la salute (alimentazione migliore, abitazioni più salubri, maggiori e migliori servizi sanitari), ma inducono anche una maggiore attenzione dei cittadini per la stessa. Uno dei punti critici messo in luce dal lavoro degli epidemiologi milanesi, infatti, è che “… alcune patologie come diabete, AIDS, cirrosi e insufficienza renale sono particolarmente concentrate nelle aree periferiche della città, generalmente associate a condizioni di maggiore deprivazione economica e sociale” commenta Luigi Bisanti, uno dei curatori del volume.
Dai dati che vengono presentati nel Rapporto emerge che le milanesi hanno una salute per certi versi meno buona dei concittadini maschi: mentre, infatti, tra questi ultimi le malattie legate all’alcol e al fumo (in particolare le malattie respiratorie e i tumori) sono in diminuzione, tra le donne aumentano o, al più, sono stabili. Non solo. Le donne muoiono di più anche a causa di malattie dell’apparato cardiocircolatorio. Perché? “Non è facile rispondere, sarà sicuramente necessario approfondire il problema partendo dai dati in nostro possesso, dai quali si evidenzia che il numero di ricoveri in ospedale per ipertensione, cardiopatie ischemiche, aritmie e arteriosclerosi è più alto negli uomini, ma il numero di decessi per le medesime malattie è maggiore tra le donne”. “Si può dire che Milano riesce a far invecchiare bene la sua popolazione e a reggerne il peso”, dice Antonio Russo, l’altro autore del volume. “Complessivamente la popolazione milanese, sebbene più anziana di quella lombarda e di quella nazionale, ha un rischio di morte che oggi è di quasi il 20 per cento più basso, mentre invece solo agli inizi degli anni ’90 era del 10 per cento più alto di quello regionale e nazionale”. Ma Milano è una città che, come molte altre metropoli europee, invecchia a ritmi sostenuti: nei prossimi dieci anni la popolazione di grandi anziani (attualmente ridotta per effetto dell’ultima guerra mondiale) verrà sostituita dalla generazione successiva, di dimensioni di gran lunga superiori. “Ciò provocherà un netto aumento della richiesta di servizi sanitari, che devono prepararsi a sostenere il carico assistenziale delle persone molto anziane. Inoltre, a Milano il saldo demografico da qualche anno è tornato ad essere positivo - vale a dire che il numero dei nati è superiore al numero dei morti - grazie soprattutto al contributo dei cittadini di recente immigrazione. E quando l’invecchiamento della popolazione si accompagna a un saldo demografico positivo vuol dire che importanti obiettivi di salute e di benessere sono stati raggiunti”.Le finalità. “Un rapporto come 'Ricoveri e mortalità a Milano' è lo strumento principe per connotare lo stato di salute della popolazione. Le informazioni che fornisce sono essenziali per la messa a punto di una programmazione sanitaria efficace, in quanto contribuisce a identificare la reale domanda di salute della gente sul suo territorio”, osserva Savina Bordoni, Direttore sanitario della ASL di Milano. Qualche esempio di come può essere utilizzato questo atlante? “Individuare le condizioni morbose che tendono ad aumentare col tempo per contrastarle efficacemente; riconoscerne la disomogenea distribuzione territoriale quale indice di una possibile concentrazione locale del rischio di malattia; verificare l’efficacia di iniziative sanitarie (screening, nuovi farmaci, ecc.) analizzando l’andamento della mortalità per cause specifiche (tumori, AIDS, etc.). E ancora: individuare fenomeni - come l’andamento delle malattie alcol e fumo correlate nelle donne - che devono e possono essere contrastati con iniziative mirate di prevenzione”. Per questo motivo Ricoveri e mortalità a Milano è stato pensato e realizzato in modo da essere comprensibile anche ai non epidemiologi: i decisori politici qui trovano uno strumento scritto con un linguaggio accessibile, corredato di tabelle, grafici, simboli e tavole sinottiche estremamente chiare e, soprattutto, aggiornate a pochi mesi fa. Ma 'Ricoveri e mortalità a Milano' è anche uno strumento prezioso per i ricercatori, che possono accedere alla base di dati utilizzata dagli autori, immagazzinata nel CD allegato al volume. “In questo modo, chiunque lo voglia può proseguire e approfondire il nostro lavoro senza dover ricominciare daccapo a raccogliere dati grezzi”, conclude Bisanti. Il volume sarà distribuito a un elenco selezionato di amministratori e tecnici locali e nazionali, sanitari e politici. Verrà anche inviato, come allegato alla rivista Epidemiologia&Prevenzione, a tutti i soci dell’Associazione Italiana di Epidemiologia. Per richiederne una copia, fino ad esaurimento, è sufficiente inviare un messaggio a epidemiologia@asl.milano.it; comunque, l’intera opera sarà presto disponibile sul sito della ASL di Milano. Bibliografia. Ufficio stampa ASL Milano 2005.
Fonte: (20/10/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
Milano,
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