Un nuovo studio getta luce sull'evoluzione dei batteri
Un'équipe di ricercatori dell'Università delle Fiandre (Belgio), in collaborazione con l'Università di Gand, ha scoperto un importante meccanismo che si scatena negli animali, compresi gli
Un'équipe di ricercatori dell'Università delle Fiandre (Belgio), in collaborazione con l'Università di Gand, ha scoperto un importante meccanismo che si scatena negli animali, compresi gli esseri umani, quando vengono attaccati dai batteri. Tale scoperta chiarisce il modo in cui i batteri e l'organismo interagiscono tra loro, e potrebbe dar vita a nuove metodologie per la cura di infezioni batteriche. Sappiamo che i batteri possono provocare un'infezione, ma che difficilmente riescono a penetrare nell'organismo umano, all'interno del quale l'attività efficace dei sistemi di difesa rende innocui i batteri. Tuttavia, se i batteri sono sufficientemente aggressivi, le nostre difese diminuiscono altrettanto e il nostro stato di salute è precario, esiste la possibilità che si manifesti l'infezione. In un organismo normale il sistema immunitario individua e tratta i batteri collegando un ricettore noto con il nome di TLR4 a una componente della parete batterica denominata LPS. Da qui inizia una reazione a catena che provoca un'infiammazione localizzata, la quale elimina i batteri. In presenza di una grave infiammazione, il soggetto può subire uno shock mortale.
L'équipe di ricercatori ha analizzato un tipo specifico di topo (denominato SPRET/Ei) resistente all'LPS, di conseguenza resistente allo shock indotto dall'LPS. Nell'esperimento, i ricercatori hanno somministrato ai topi dosi elevate di LPS per riprodurre un'infezione batterica. Ciò avrebbe dovuto causare una grave infiammazione nonché il decesso dei topi. Al contrario sono sopravvissuti. Secondo gli studiosi il motivo per cui i topi erano sopravvissuti andava ricercato nell'assenza di interferoni di tipo 1, i quali fanno parte della catena che provoca l'infiammazione ed eliminano l'infezione dall'organismo. Per verificare tale situazione, l'équipe ha somministrato ai topi gli interferoni di tipo 1 e successivamente l'LPS. In questo caso, i topi erano sensibili all'LPS e hanno sviluppato l'infiammazione. Ciò sta a dimostrare che gli interferoni di tipo 1 rappresentano un meccanismo fondamentale nella produzione dell'infiammazione, dunque un elemento essenziale della catena di difesa dell'organismo. A tal fine i ricercatori hanno esposto i topi privi di interferone ai batteri listeria. È noto che la listeria ha un'insolita procedura di attacco che implica anche la presenza degli interferoni. Come previsto, i topi erano resistenti alla listeria e ciò confermava la teoria secondo cui la resistenza all'LPS fosse dovuta all'assenza di interferoni. I meccanismi studiati nella ricerca potrebbero essere presenti in altre malattie infiammatorie come l'artrite. La ricercatrice Tina Mahieu ha dichiarato: "Non abbiamo verificato tale ipotesi, dato che l'esperimento riguardava in modo specifico la sepsi, quindi non siamo sicuri. Abbiamo trovato una molecola che potrebbe svolgere un ruolo importante in altre malattie, ma non possiamo approfondire l'argomento".
Approfondimenti: TLR4 LPS
Fonte: (08/02/2006)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag:
interferone,
batteri,
infezione
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