Bioscienze e misurazione chimica
La seconda vita degli HP Lab
Cambiano le analisi di laboratorio: grazie ad una nuova tecnologia lanciata dall’americana Agilent Technologies, sarà possibile ora effettuare esami, a partire da quelli del sangue, più rapidi, precisi e dettagliati. Si chiama HplcChip/Ms l’innovativa tecnologia a ‘nanoflussi’ che permette di leggere una serie di informazioni molto più ampia che in passato, tramite la combinazione di nuovi chip, assimilabili per chiarezza ad un vetrino per il microscopio elettronico, e il ‘bioanalizzatore’, l’hardware di lettura. Il tutto prodotto dalla stessa Agilent, una società diversificata sotto l’aspetto tecnologico, attiva nei nei settori delle telecomunicazioni, dell’elettronica, delle bioscienze e dell’analisi chimica. Con circa ventimila dipendenti e articolazioni in 110 paesi, Agilent ha fatturato 5,1 miliardi di dollari nell’anno fiscale 2005, chiuso in settembre. La settimana scorsa è stato poi reso noto il rendiconto trimestrale del primo trimestre fiscale 2006 (ottobredicembre 2005), che evidenzia ancora miglioramenti: il fatturato è salito a 1,34 miliardi di dollari, il 10 per cento in più rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.
L’utile netto nel periodo è salito in modo abnorme ed è risultato di 2,82 miliardi di dollari comparato con 103 milioni dell’anno scorso, ma questo è dovuto alla vendita per 2,7 miliardi della divisione Semiconductor Products. Proprio quest’operazione testimonia la volontà di focalizzarsi su alcuni settori, primi fra tutti le ‘bioscenze’ e i ‘sistemi di misurazione’. Due comparti tecnologicamente all’avanguardia che erano stati i primi settori di interesse della HewlettPackard quando questa venne fondata nel mitico garage di Palo Alto in California nel 1938. «Noi siamo un po’ la prosecuzione del garage», dice Danilo Cazzola, vice presidente per l’area Emea. «Voglio dire che abbiamo ereditato la parte della società, e quindi dei laboratori che ancora oggi sorgono a Palo Alto, non focalizzata su computer e stampanti, che formano il core business dell’attuale Hp». In effetti, Agilent è frutto di uno spinoff dell’Hp realizzato nel 1999 all’inizio della ‘reggenza’ di Carly Fiorina. Quando fu quotata indipendentemente in Borsa, l’offerta pubblica fruttò 2,1 miliardi, la maggiore Ipo della storia della Silicon Valley. «A noi piace comparare questa cifra con i 538 dollari in capitale che erano serviti a Bill Hewlett e Dave Packard per insediare il laboratorio». Da allora è stata una continua crescita nei settori delle bioscienze e dell’analisi chimica. Oggi la società è un importante fornitore a livello mondiale di strumenti, attrezzature, software e servizi per i mercati delle bioscienze ed analisi chimica. I clienti sono aziende farmaceutiche, biotecnologiche e chimiche, e poi ospedali, centri di ricerca pubblici e privati, istituti sanitari. «Tutti questi sono anche nostri partner puntualizza Chris Van Ingen, vice president per il settore Life Science and Chemical Analisys presso la casamadre americana di passaggio in Italia in una lunga serie di comparti: microarray, microfluidica, informatica, cromatografia liquida, gascromatografia, spettrometria di massa». Agilent offre soluzioni per la genomica, la proteomica, l’informatica. Conclude Cazzola: «Il mercato su cui noi ci proponiamo è di 40 miliardi di dollari l’anno, il che la dice lunga sulle nostre possibilità di crescita».
Fonte: (21/02/2006)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
HplcChip/Ms,
Hplc,
analisi
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