Gli effetti del riscaldamento globale
Secondo un modello climatico avanzato sviluppato dall'Alfred Wegener Institute (AWI) e dal GKSS (Forschungszentrum Geesthacht), entrambi membri dell'Helmholtz Institute tedesco, uno dei parado
Secondo un modello climatico avanzato sviluppato dall'Alfred Wegener Institute (AWI) e dal GKSS (Forschungszentrum Geesthacht), entrambi membri dell'Helmholtz Institute tedesco, uno dei paradossi del fenomeno del riscaldamento globale sarà una maggiore occorrenza di inverni secchi e freddi in Europa. Una ricerca statunitense suggerisce al tempo stesso che la calotta antartica occidentale sta effettivamente sciogliendosi, facendo innalzare di circa 0,22 mm ogni anno il livello del mare, mentre in Africa un terzo studio mostra che il clima è sempre più polarizzato. I tre studi prospettano i cambiamenti in un pianeta ancora più caldo. Sia in Artide che in Antartide le enormi superfici glaciali riflettono efficacemente nello spazio l'energia solare. Questa riflettività, altrimenti detta "albedo", implica un riscaldamento molto più lento del ghiaccio rispetto alle superfici che non ne sono ricoperte. Se il ghiaccio comincia a sciogliersi l'albedo diminuisce dando luogo a un circolo vizioso negativo: la superficie assorbe maggiore calore provocando un maggiore scioglimento e un ulteriore calo dell'albedo e così via. I ricercatori sono convinti che tale calo dell'albedo stia influendo sull'andamento dell'Oscillazione nord atlantica (NAO), la fluttuazione di cinque-sei anni nella pressione atmosferica dell'Atlantico settentrionale, motore principale dell'andamento del clima in Europa. "Questa configurazione climatica della pressione atmosferica e della distribuzione della temperatura si è modificata drasticamente nel corso degli ultimi cinquant'anni.
Di conseguenza si sono verificati inverni notevolmente più caldi e periodi estivi di poco più freschi", ha affermato il professor Klaus Dethloff dell'AWI. "Un'analisi dettagliata dei primi nove anni di simulazioni ha dimostrato che mentre il riscaldamento si può verificare alle medie altitudini, il raffreddamento dell'Artide sarà causato da un vortice polare che scuoterà verso nord l'aria fredda delle Montagne Rocciose. Ciò indica che l'Artide esercita una forte influenza sul clima delle medie e alte latitudini", si legge nel documento pubblicato nel numero di febbraio di Geophysical Research Letters. "Una migliore parametrizzazione ha fatto emergere fluttuazioni artiche di tipo oscillatorio nella media troposfera e alle medie latitudini che possono influire notevolmente sul clima europeo". Un secondo studio, pubblicato su Science, ha misurato lo spessore della calotta antartica mediante i dati gravitazionali dei satelliti Gravity Recovery And Climate Experiment (GRACE). I due satelliti hanno misurato le differenze nella gravità del pianeta, utili per ottenere dati sullo scioglimento dei ghiacci. I satelliti viaggiano a una distanza di 220 km e misurano la forza gravitazionale della Terra con una precisione straordinariamente alta. Le immagini pubblicate nel 2003 hanno evidenziato che il pianeta mostra dei rigonfiamenti, per cui la forza è maggiore nelle aree di maggiore massa come la catena dell'Himalaya e minore nelle aree di minor massa come l'Oceano Pacifico. Studiando nello specifico la calotta groenlandese e soprattutto quella antartica, l'équipe ha scoperto che l'Antartide perde 152 chilometri cubici l'anno, specialmente nella parte occidentale. L'unico inconveniente del sistema consiste nel fatto che non è sufficientemente sensibile da indicare il luogo esatto in cui avvengono tali cambiamenti, ma la sua accuratezza aumenterà entro la fine della missione, prevista attualmente per il 2009. Il sistema ha spiegato i dati paradossali relativi alla calotta groenlandese, che indicavano un aumento dell'area centrale della calotta e una recessione delle zone costiere: con il riscaldamento dell'atmosfera si verifica lo scioglimento del ghiaccio della zona più esterna, mentre aumentano le precipitazioni sotto forma nevosa nell'area centrale. Un terzo studio, pubblicato anch'esso su Science e realizzato da un'équipe sudafricana, ha scoperto che se le precipitazioni piovose diminuissero fino al 10 percento le riserve di acque sotterranee potrebbero ridursi del 25 percento entro la fine del secolo. Gli effetti non sarebbero tuttavia generalizzati: le regioni calde si riscalderebbero ulteriormente e le regioni umide lo diventerebbero ancora di più. Per ulteriori informazioni visitare: http://www.awi-bremerhaven.de/index-e.html http://www.sciencemag.org/
Fonte: (07/03/2006)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
Tag:
ambiente,
riscaldamento
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