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Una proteina che causa la demenza

Placche nel cervello per Alzheimer


Si tratta di una nuova forma della beta-amiloide, che forma le caratteristiche placche

“Trovare la causa specifica della perdita di memoria e del declino cognitivo fornisce agli scienziati un complesso proteico che può costituire un preciso obiettivo di ricerca”: con queste parole Karen Ashe, neurologa dell’Università del Minnesota ha commentato il risultato ottenuto dal suo gruppo, vale a dire l’individuazione precisa di una sostanza in grado di determinare i sintomi della demenza tipici della malattia di Alzheimer.
Da tempo è noto come questa patologia sia associata alla presenza nel cervello di placche e ammassi neurofibrillari, accumuli innaturali di due proteine: rispettivamente, la proteina beta-amiloide, che si insinua tra neuroni, e la proteina tau, all’interno delle cellule.
Ma c’è un rapporto di causa effetto tra la presenza di placche e ammassi e il deficit cognitivo dei malati di Alzheimer? Il gruppo della Ashe ritiene di no, e ha dimostrato la correttezza di questa ipotesi l’anno scorso, limitatamente agli ammassi neurofibrillari.
I pazienti affetti da Alzheimer, infatti, mostrano un deficit di memoria prima che la patologia sia diagnosticata, ovvero prima che i neuroni comincino a morire, al punto che spesso è difficile distinguere i sintomi della malattia da una normale calo delle facoltà mnestiche.
I ricercatori ipotizzavano pertanto che fosse una sostanza presente nel cervello a causare il calo di memoria e che questa fosse presente prima della morte cellulare. Per verificare questa ipotesi hanno utilizzato topi il cui profilo genico era stato manipolato affinché gli animali sviluppassero una perdita di memoria simile a quella osservata nelle persone prima di sviluppare il morbo di Alzheimer. Utilizzando quindi i topi con i primi segni di disturbo ma senza placche e senza morte cellulare nel cervello hanno scoperto una forma della proteina beta-amiloide distinta da quella che forma le placche. La prova dell’influenza della sostanza è arrivata quando questa è stata estratta dai topi malati, purificata e iniettata in animali sani, che a loro volta hanno mostrato i primi sintomi di demenza.

Fonte: Le Scienze (17/03/2006)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: Alzheimer, tau, amiloide
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