SSN tra gli ultimi posti in Europa
Spadonaro, spiega che la classifica che vedeva l'Italia seconda al mondo, è rinnegata dall'OMS
Federico Spandonaro, coordinatore della Ceis-sanità, il gruppo di ricerca sul Ssn della facoltà di Economia dell'Università Tor Vergata di Roma, nega che il Servizio Nazionale Italiano sia secondo al mondo, dietro quello francese. Una classifica sbugiardata. Tanto che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, che l'aveva stilata, l'ha poi rinnegata almeno in parte. Le classifiche generalizzate non hanno grande valore. Meglio sarebbe andare a valutare singoli aspetti di una organizzazione tanto vasta e complessa come è quella sanitaria di una nazione. E forse l'unico vero indicatore in grado di misurare la bontà o meno di un sistema sanitario è quello del gradimento dei cittadini. Un parametro che però non conferma il giudizio espresso dall'Oms. Secondo i dati diffusi dall'Eurobarometro, sezione della Commissione europea che analizza l'opinione degli abitanti della Ue riferisce Spandonaro il gradimento maggiore, in Europa, è quello dei danesi.
Mentre lItalia figura agli ultimi posti insieme al Portogallo. Classifica superata, dunque, benché ottenuta in base alla valutazione di cinque indici di qualità: livello generale della salute della popolazione, disparità nei livelli della salute, capacità di reazione del sistema sanitario, distribuzione tra la popolazione di questa capacità di risposta, e distribuzione del peso finanziario della sanità sui vari strati sociali. Secondo l'Oms, la buona posizione del nostro Ssn sarebbe dovuta principalmente a due aspetti: l'aspettativa di vita della popolazione, e l'uguaglianza tra cittadini nell'accesso ai servizi offerti. Ma come si fa ad attribuire i meriti della longevità del Belpaese al Servizio sanitario nazionale? Forse ironizza Spandonaro sono altre le ragioni di questo risultato: la dieta mediterranea, il sole. E a confermare la tesi dell'economista è anche la Carta europea dei diritti del malato, presentata a Bruxelles il 15 novembre del 2002. Il primo capoverso del documento fa tremare i polsi. Malgrado le loro differenze dice la Carta i sistemi sanitari nazionali dei Paesi dellUnione europea mettono a rischio gli stessi diritti dei pazienti, consumatori, utenti, famiglie, soggetti deboli e comuni cittadini. Malgrado le solenni dichiarazioni sul modello sociale europeo (il diritto allaccesso universale ai servizi sanitari), numerose limitazioni mettono in discussione la effettività di questo diritto. Se dunque una classifica generale è fuorviante, meglio affrontare nel dettaglio le caratteristiche e gli aspetti di ogni singolo sistema sanitario nazionale. A cominciare dal nostro Ssn.
Redazione (21/03/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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