Mesotelioma pleurico: la triste eredità dell'amianto
A La Spezia il primato, cantieri navali all'origine del fenomeno
Il mesotelioma è un tumore che colpisce le celluli seriose che derivano dalle cellule mesoteliali di rivestimento. Prevalentemente hanno sede pleurica e peritoneale. Valerio Gennaro, medico responsabile del registro ligure esposti ad amianto, nel convegno dell'Aiea ha mostrato i dati secondo cui nella provincia spezzina i casi di mesotelioma sono superiori alla media anche rispetto a Genova ed altre provincie liguri. I fattori di rischio del mesotelioma sono l'esposizione (ed in particolare l'inalazione) di amianto, dell’asbesto, l’esposizione al diossido di torio (thorotrast) a scopo diagnostico ed alla zeolite. In particolare, la gran parte (70%) delle fibre inalate viene eliminata con l’espettorato o con le feci. Il rimanente 30% attraversa l’endotelio penetrando nei tessuti interstiziali. Le fibre tendono ad accumularsi prevalentemente a livello del terzo inferiore del polmone in posizione contigua alla pleura viscerale. I macrofagi alveolari sono in grado di trasformare gli idrocarburi policiclici in cancerogeni attivi. L’attivazione dei macrofagi alveolari porta alla produzione di citochine ed alla de-regolazione di alcuni proto-onocogeni, tra cui PDGFB, con successiva proliferazione delle cellule mesoteliali. La dose ed il tempo di esposizione sono in relazione diretta al rischio. Il tumore può svilupparsi a distanza di 20 anni dalla prima esposizione, con un picco di incidenza tra 35 e 45 anni. In Italia si contano ogni anno un migliaio di morti per mesoteliomi: colpisce infatti ogni anno due italiani maschi ogni 100.000, mentre la percentuale si dimezza tra le donne (una ogni 100.000). In passato è stato creato un Registro Nazionale che permette di tenere sotto controllo i nuovi casi e in cinque Regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Puglia, Emilia- Romagna) è molto efficiente.
Il direttore del Reparto di Epidemiologia ambientale dell’Istituto Superiore di Sanità: «Anche a livello internazionale si discute dell’aumento dei mesoteliomi. Negli Stati Uniti i casi erano nettamente aumentati tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta, quando è venuta al pettine la massiccia esposizione all’amianto subita soprattutto durante la seconda guerra mondiale, specie tra gli operai dei cantieri navali dove venivano costruite portaerei e corazzate. I casi sono però diminuiti fin dagli anni Novanta: ciò lascia pensare che il picco della curva epidemica sia già stato raggiunto, che il massimo numero di casi per anni si sia già visto e che ora, grazie alla messa al bando tempestiva dell’amianto, sia iniziata la china discendente». « I mesoteliomi sono tumori che hanno una scarsa propensione a espandersi nell’organismo e a sviluppare metastasi, ma sono comunque difficili da guarire perché - essendo molto aggressivi a livello locale - sono in grado di determinare danni devastanti già nella sede di insorgenza, vale a dire sulla membrana che avvolge i polmoni» , dice Ugo Pastorino, direttore della Chirurgia toracica dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano. A seconda della sua estensione possiamo classificarlo in due forme: Forme solitarie Le forme solitarie sono silenti per un lungo periodo di tempo. In questa fase sono frequenti sindromi paraneoplastiche quali osteopatia ipertrofizzante pneumica, piastrinosi, ipoglicemia. I primi sintomi che compaiono sono dovuti ad un aumento di volume che provoca disturbi da compressione tra cui dolore e senso di peso. Forme diffuse Anche le forme diffuse sono silenti per un lungo periodo di tempo. Con il progredire della malattia compaiono dolore toracico (spesso a fascia con irradiazione posteriore), dispnea prima da sforzo e poi anche a riposo, tosse, febbre, calo ponderale e versamento pleurico emorragico libero o saccato. Nelle fasi avanzate si può avere interessamento mediastinico con paralisi delle corde vocali, sindrome di Horner e compressione delle vene cave.
Redazione (27/03/2006)
Pubblicato in Cancro & tumori
Tag:
mesotelioma,
pleurico,
polmoni,
amianto
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