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Primi trapianti riusciti di vesciche create in laboratorio

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Negli Stati Uniti alcuni scienziati sono riusciti per la prima volta a ricreare vesciche umane ricorrendo all'ingegneria tissutale e ad impiantarle in pazienti colpiti da disfunzioni della vescica

Negli Stati Uniti alcuni scienziati sono riusciti per la prima volta a ricreare vesciche umane ricorrendo all'ingegneria tissutale e ad impiantarle in pazienti colpiti da disfunzioni della vescica.

Le nuove vesciche sono state impiantate a sette bambini colpiti da gravi malattie congenite della vescica, che si manifestavano con perdite molto frequenti (ogni 30 minuti). Gli scienziati, sotto la guida del dott. Anthony Atala, hanno eseguito una biopsia della vescica su ognuno di loro e da questa hanno ricreato in laboratorio cellule muscolari e della vescica.

Le cellule sono state collocate in uno stampo biodegradabile, dove sono state lasciate per un periodo di tempo compreso tra le sette e le otto settimane e dove si sono moltiplicate fino a formare una nuova vescica. La vescica è stata quindi impiantata sulla vescica del paziente per via chirurgica. La prima operazione è stata eseguita nel 1999.

"È gratificante vedere che la qualità della vita dei pazienti è migliorata.
Volevamo procedere lentamente e con prudenza per assicurarci di agire nel modo giusto. Si tratta di un'esperienza ristretta e limitata, ma che dispone di un follow-up sufficiente per dimostrare che l'ingegneria tissutale è uno strumento attuabile che ci consentirà di affrontare altri problemi di simile portata" ha dichiarato il dott. Atala.

Ogni paziente è stato seguito in media per quattro anni e tutti hanno mostrato un miglioramento del funzionamento della vescica. Alcuni pazienti sono stati seguiti per più di sette anni e, nel corso del tempo, è stato notato un miglioramento delle funzioni urinarie. È stato inoltre dimostrato che tale procedimento non provoca gli effetti negativi legati all'uso di tessuti intestinali, quali cambiamenti metabolici, formazione di aderenze e di tessuti fibrosi che saldano parti del corpo normalmente separate, osteoporosi, calcoli renali e tumori.

Il dott. Atala ha dichiarato che l'approccio necessita di ulteriori studi prima di poter essere utilizzato su vasta scala e sono previsti test clinici aggiuntivi nel 2006.

Gli scienziati avevano già tentato di utilizzare elementi quali pelle, tessuti adiposi e placenta, teflon, carta impregnata di resina e silicone per sostituire la vescica, ma nessuno di questi aveva dato risultati positivi.

L'équipe spera ora di ripetere tale successo con altri tessuti e organi. Gli scienziati stanno utilizzando la stessa tecnica per tentare di ricreare 20 diverse parti del corpo, tra cui i vasi sanguigni e il cuore.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista "The Lancet".

Fonte: Cordis (07/04/2006)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: trapianti, vescica, organi
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