150mila Alzheimer italiani ogni anno, cure precoci per rallentarlo

Interventi tempestivi e precoci sono la prima regola per rallentare la corsa dellAlzheimer: malattia neurologica che colpisce 150mila italiani lanno (6,4% degli over 65), con 25 milioni di malati e 4,6 milioni di nuovi casi ogni anno nel mondo. A ricordare il primo diktat delle Linee guida italiane sul trattamento della malattia di Alzheimer, lanciate un anno fa, sono gli esperti dellAssociazione italiana di psicogeriatria (Aip). Gli specialisti si riuniranno il 31 maggio allHotel Iseolago di Iseo (Brescia), per il convegno La complessita del paziente affetto da malattia di Alzheimer organizzato dallAip in collaborazione con il gruppo Pfizer Italia.

Tra gli argomenti in agenda anche uno studio pubblicato su Lancet - riferisce una nota dellazienda farmaceutica - che dimostra lefficacia clinica del trattamento con donepezil sulle performance cognitive e le capacita funzionali dei pazienti in fase avanzata della malattia di Alzheimer. Si tratta della prima ricerca condotta con un AchE-inibitore esclusivamente su pazienti affetti da forme severe.

Questo studio - spiega Marco Trabucchi, past president della Societa italiana di gerontologia e geriatria (Sigg) - rappresenta unulteriore conferma dellimportanza di curare in maniera tempestiva e continuativa un paziente con demenza anche di grado severo, il cui destino e un grave e progressivo deterioramento psico-fisico, al fine ultimo di alleviare i livelli di sofferenza del malato e di chi lo assiste.

Ad oggi - prosegue il comunicato - non esiste un farmaco in grado di arrestare in modo definitiva la progressione dellAlzheimer. Una diagnosi tempestiva e un trattamento efficace possono pero garantire un avanzamento piu lento e una maggiore qualita di vita per il malato. In questa direzione - continua Trabucchi - le Linee guida italiane costituiscono un punto di riferimento importante per la malattia di Alzheimer nel suo complesso: diagnosi tempestiva, trattamento farmacologico costante e completo, terapie non farmacologiche e rete di servizi permettono infatti al paziente di avere il massimo supporto possibile in ogni fase della malattia.

Al momento, invece, non appena le condizioni del paziente si aggravano, passando dalla fase lieve-moderata a quella severa, i farmaci vengono spesso sospesi, con gravi conseguenze sul piano psicologico soprattutto per la famiglia dellammalato. Un atteggiamento che gli esperti Aip non condividono. Gli specialisti sottolineano che le demenze, e la malattia di Alzheimer in particolare, colpiscono un numero sempre maggiore di persone. E la loro prevalenza e destinata a crescere con il progressivo invecchiamento della popolazione. LAip ritiene pertanto che guidare i medici e gli altri operatori lungo un percorso di cura indirizzato a pazienti affetti da Alzheimer sia di importanza fondamentale. Per questo si e impegnata in un iter complesso che nei prossimi anni interessera anche altri ambiti: dalla diagnosi precoce allorganizzazione dei servizi, fino ai modelli assistenziali che potrebbero avvalersi delle linee guida.

Fonte: (31/08/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: Alzheimer

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