Onu, sull'aviaria va meglio ma non abbassare la guardia
Sull'influenza dei polli, le cose vanno meglio, ma attenzione a non abbassare la guardia. E' questo il messaggio lanciato dai responsabili dell'ONU per l'influenza aviaria, dopo a
Sull'influenza dei polli, le cose vanno meglio, ma attenzione a non abbassare la guardia. E' questo il messaggio lanciato dai responsabili dell'ONU per l'influenza aviaria, dopo ampie operazioni di controllo compiute l'anno scorso nelle aree infettate dal virus, spesso mortale, trasmesso dai volatili. Le notizie sono in generale confortanti, ha spiegato oggi a New York un alto responsabile delle Nazioni Unite, a poche settimane dall'inizio dell'inverno. ''I paesi sviluppati hanno ridotto di molto la probabilita' di un rapido propagarsi del virus . Lo stesso mutamento del virus e' il risultato di una campagna di profilassi rapida, organizzata ed efficace da parte di questi paesi'', sottolinea David Nabarro, coordinatore della task force che le Nazioni Unite hanno istituito con l'apparire del fenomeno nel 2003. Ma Nabarro invita anche a non cantare facilmente vittoria, ne' tanto meno ridimensionare la portata di quella che tuttora rimane un'emergenza. ''In ben 33 province dell'Indonesia abbiamo ancora una situazione di emergenza sanitaria, e la gente continua ad essere contagiata ed a morire'', sottolinea l'esperto delle Nazioni Unite. La situazione rimane critica anche in altri paesi del sud est asiatico come Cambogia ed Thailandia, dove il virus e' tuttora presente sul territorio. Preoccupa inoltre in prospettiva la situazione in Africa, soprattutto per la forte densita' della popolazione unita a scarsi strumenti di profilassi, che insieme formano un mix esplosivo per il diffondersi di un epidemia che molti di quei paesi non saprebbero affrontare. Per la sua alta mortalita' tra gli uomini, circa il 50%, l'influenza aviaria, soprattutto nella sua versione piu' aggressiva -la H5N1- e' ritenuta dagli epidemiologi di tutto il mondo come la candidata piu' accreditata per il diffondersi di una pandemia nel prossimo decennio. Recentemente in Australia e Singapore sono stai compiuti, con buoni risultati, vaste esercitazioni che simulavano un diffondersi della pandemia tra la popolazione. ''Il problema e' rilevare il quando e il come, e non se la pandemia si manifestera' prima o poi.
I prossimi 5-10 anni sono da considerarsi ancora critici'', avverte Nabarro. ''Per questo -prosegue l'esperto- non ritengo che il fenomeno sia stato sopravvalutato, ma che serva una campagna di informazione ancora piu' capillare e chiara sui rischi che si corrono. ''In molti paesi ad esempio -ricorda infine Nabarro- abbiamo avuto grossi problemi a convincere le popolazioni locali ad abbattere i propri animali infetti, e a volte siamo stati accusati di condurre politiche ostili nei loro confronti''.
Redazione (06/11/2006)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
aviaria
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