Donne, nuovo test per vincere il cancro
Domani giornata europea a sostegno dell’esame Hpv: abbinato al Pap, permette di prevenire i danni al
Un nuovo test per vincere il cancro. Un altro, oltre il Pap test, per prevenire il tumore del collo dell’utero. Lo chiedono gli oncologi di tutta Europa e, con loro, i gruppi di donne che sono nati per sostenere questa nuova tecnica diagnostica combinata. Domani, in 18 paesi, si svolgerà la prima Giornata europea dell’HPV (Papilloma virus) principale responsabile delle lesioni neoplastiche. Scopo della Giornata è far sì che tutte le donne possano avere accesso alle «più avanzate metodologie di screening». Il Pap test ha appena compiuto 60 anni e, secondo gli oncologi, è arrivato il momento che venga affiancato da un altro esame. Che può essere compiuto contemporaneamente. «Oggi - ha detto Umberto Veronesi durante una serata milanese al teatro Dal Verme dedicata alla prevenzione - abbiamo un nuovo strumento per anticipare ancora di più la diagnosi del tumore cervicale, abbiamo scoperto un virus che è all’origine di questo tumore e trovato un test in grado di rivelarlo.
In associazione al Pap-test previene la malattia ormai al 100%. Siamo convinti che la possibilità di difendersi dal tumore al collo dell’utero sarà totale». Domani, manifestazioni in tutta Europa ( www.womenforhpvtesting.org ). Da noi è già nato un nutrito gruppo di sostenitrici: tra le testimonial che aderiscono alla battaglia, Francesca Neri, Maria Grazia Cucinotta, Piera degli Esposti, Laura Pausini, Licia Colò, Siusy Blady e tanti nomi della politica. L’infezione arriva per via sessuale. Sono circa 100 i Papilloma virus ma solo 13 “colpevoli” di provocare il tumore. E, proprio per difendersi da questi, le donne hanno deciso di scendere in campo e chiedere alle autorità di accoppiare i due test. Con il Pap, infatti, si rilevano le lesioni compiute dal virus mentre con il test HPV questo si identifica ancor prima che inizi ad agire. Le infezioni sono passeggere e la maggior parte delle donne si libera spontaneamente del virus nell’arco di qualche mese senza sviluppare alcuna malattia. Ma, se l’infezione è persistente, può provocare alterazioni cellulari che, se non curate, evolvono in tumore. Per prevenire la diffusione del virus è stata avviata, nel mondo, la sperimentazione di un vaccino. Coinvolge oltre 2000 donne e un centinaio di centri. Tra questi, il servizio di ginecologia oncologica del Regina Elena a Roma. «Lo studio è partito da un anno - spiega il dottor Luciano Mariani responsabile del progetto - e ci permetterà di valutare l’efficacia della vaccinazione. Che, in un futuro non troppo lontano, sarà indicata per le adolescenti. Per le ragazze tra i 12 e i 15 anni. L’indicazione è prima dell’avvio all’attività sessuale. La “copertura” è stata messa a punto utilizzando i virus direttamente collegati all’insorgenza di questo tumore. Che, in Italia, colpisce ogni anno 3500 donne».
Fonte: (28/01/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
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