Usa, Approvato referendum sulla ricerca con le staminali
In ben 37 stati gli elettori americani sono stati chiamati ieri ad esprimersi su 205 referendum relativi alle questioni disparate, dall'aborto in Dakota del Sud ai matrimoni gay, dalla ricerca sul
In ben 37 stati gli elettori americani sono stati chiamati ieri ad esprimersi su 205 referendum relativi alle questioni disparate, dall'aborto in Dakota del Sud ai matrimoni gay, dalla ricerca sulle cellule staminali all'accesso delle minoranze nelle scuole pubbliche, fino alla vendita del vino dei supermercati (approvata in Massachusetts). L'Arizona era lo stato con più referendum in assoluto: ben 19 diversi. Dopo un testa a testa durato tutta la notte, il referendum per consentire la ricerca su cellule staminali embrionali in Missouri è stato approvato con un lieve margine. Questa mattina, con il 98% dei voti scrutinati, i sì erano il 51 percento, contro il 49 percento dei no. La misura consente la clonazione di embrioni umani per ricavare cellule staminali attraverso una tecnica chiamate Scnt (somatic cell nuclear transfer) e impedirà al governo dei Missouri di interferire con i progetti di ricerca nei limiti consentiti dalla legge federale. L'approvazione della protezione costituzionale sulla ricerca, il cosiddetto emendamento 2, aprirà anche la strada alla costruzione di un centro di ricerca da 300 milioni di dollari, nell'ambito dello Stower Institue. L'emendamento era diventato anche il tema dominante della campagna elettorale per il senato in Missouri, con il senatore Jim Talent contro la misura, e la sua avversaria democratica, Claire McCaskill. Quest'ultima è riuscita a strappare la poltrona a Talent. Negli ultimi giorni anche Michael J.Fox, che soffre del morbo di Parkinson ed è un forte sostenitore della ricerca sulle staminali, era sceso in campo a favore della candidata democratica e dell'emendamento.
Uno spot nel quale l'attore compariva aveva scatenato la polemica, dopo che il commentatore radiofonico conservatore Rush Limbaugh aveva messo in dubbio l'autenticità del tremito di Fox. In Michigan gli elettori hanno approvato una misura che bandisce l'"affirmative action" nelle scuole pubbliche, ovvero la creazione di apposite quote prefissate nell'ammissione a favore di studenti delle minoranze. Lo Stato diventa pertanto il terzo del Paese ad assumere un simile provvedimento (dopo la California nel 1996 e Washington nel 1998) e l'esito del referendum di quest'anno inciterà probabilmente altri Stati ad perseguire iniziative simili. A livello nazionale, i funzionari dei partiti hanno usato i referendum come strumento per portare alle urne un maggior numero di elettori ed influenzare in questo modo anche le sfide per il Congresso. In particolare, i Repubblicani speravano che le iniziative contro i matrimoni gay in otto stati galvanizzassero l'elettorato conservatore. I residenti di Carolina del Sud, Tennessee, Idaho, Wisconsin, Colorado, Dakota del Sud e Virginia hanno approvato emendamenti che definiscono il matrimonio come esclusiva tra un uomo e una donna, portando a 21 il numero totale di Stati dell'Unione che hanno modificato la propria costituzione per vietare le nozze tra coppie dello stesso sesso. L'Arizona invece ha bocciato un analogo emendamento. Per i democratici sono stati strumentali i referendum per l'innalzamento del minimo salariale in sei stati: Arizona, Colorado, Missouri, Montana, Nevada e Ohio. In molti di questi la misura è stata approvata. In Ohio e Colorado, ad esempio, il minimo passerà dall'attuale limite federale di 5,15 dollari all'ora a 6,85 dollari. In Florida, Georgia, Carolina del Sud, Oregon, Arizona, Dakota del Nord, Michigan e New Hampshire gli elettori hanno invece approvato misure per ridurre il potere del governo per espropriare terreni di privati per la realizzazione di altri progetti privati. Un risultato considerato da molti come una rivincita contro la sentenza della Corte Suprema che lo scorso anno aveva giudicato legali tali espropri. Degli oltre 200 referendum contestuali alle elezioni di ieri, ben 70 erano stati proposti direttamente dai residenti. Dall'inizio dell'uso del quesito popolare negli Stati Uniti, nel 1902, era accaduto solo due volte che ci fosse un così alto numero di iniziative proposte dai residenti, un evento che secondo gli analisti potrebbe rispecchiare il malcontento degli americani nei confronti delle politiche federali.
Fonte: (23/11/2006)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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referendum
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