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Il "linguaggio" dei neuroni è influenzato dall'attività elettrica: speranze per nuove terapie

Neuroni


La produzione di neurotrasmettitori e recettori non è specificata rigidamente dal programma genetico

Il linguaggio chimico con cui i neuroni comunicano fra loro dipende dagli schemi di attività elettrica che si sviluppano nel sistema nervoso. Questo è quanto emerso da uno studio dei ricercatori dell’Università della California a San Diego.
Come spiegato nell'articolo apparso sulla versione on line dei Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), neurotrasmettitori e recettori non sono specificati rigidamente dal programma genetico, come ritenuto fino ad oggi. Alterando l’attività nervosa nel corso dello sviluppo si modifica la “madre lingua” che le cellule nervose usano per comunicare fra loro.
Questa scoperta suggerisce che con la modificazione dell’attività elettrica del sistema nervoso centrale, si potrebbe forse influenzare l’andamento di molti disturbi cerebrali e psichiatrici.
"Infatti la maggior parte dei disturbi psichici, come depressione, Parkinson, e schizofrenia, coinvolgono problemi a livello dei neurotrasmettitori e/o dei recettori" osserva il direttore dello studio Nicholas Spitzer.
“Quindi modificando l’attività elettrica nel cervello dell'adulto si può forse alterare la produzione di neurotrasmettitori e recettori, proprio come è stato scoperto avvenire nel sistema nervoso in sviluppo della rana.”
La ricerca è nata dallo studio delle connessioni fra neuroni periferici e muscoli, nelle quali viene utilizzata l’acetilcolina come neurotrasmettitore e aveva come scopo scoprire se la “scelta” di questa specifica sostanza fosse o meno determinata geneticamente (o se, nella scelta, concorressero altri fattori). Infatti è stato osservato che, in fase di sviluppo, la cellula muscolare è in grado di produrre molti neurotrasmettitori e recettori, e che la scelta di uno specifico è influenzata dallo schema di attività elettrica a cui sono sottoposte le cellule interessate. Modificando tale schema cambia anche il neurotrasmettitore usato come mezzo di comunicazione.
Attualmente gli scienziati non sono in grado di stabilire con certezza che il cervello umano adulto abbia la stessa flessibilità, ma sono convinti che la scoperta possa aprire un nuovo ambito di ricerca. La speranza è che particolari stimolazioni elettriche di aree specifiche possano avere potenzialità cliniche.

Redazione MolecularLab.it (29/12/2006)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: neuroni
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