Neoplasie all’utero In arrivo un vaccino per la prevenzione
Un nastrino lilla appuntato alla giacca. Sarà questo, oggi, il simbolo che ricorderà a tutte le donne quanto è importante la prevenzione del tumore al collo dell’utero. La prima giornata europea dell’
Un nastrino lilla appuntato alla giacca. Sarà questo, oggi, il simbolo che ricorderà a tutte le donne quanto è importante la prevenzione del tumore al collo dell’utero. La prima giornata europea dell’Hpv, il papilloma virus , responsabile del 99,7 per cento dei tumori della cervice uterina, sarà celebrata così in diciotto Paesi. A volerla è stato l’Istituto europeo per la salute delle donne insieme con le Donne europee a favore del test Hpv. Una scelta per tenere alta la guardia su un cancro che ancora adesso, con 500 mila nuovi casi all’anno, è il secondo più frequente nel panorama femminile: solo in Italia nel 2002 ci sono stati 3.700 casi (25 mila nell’Unione europea) e 1.800 decessi. Il 28 gennaio, però, è anche l’occasione per fare il punto della ricerca. Le buone notizie4 non mancano. A illustrarle è Sergio Pecorelli, professore ordinario di ginecologia oncologica all’università di Brescia e membro della Commissione oncologica nazionale: «Il test per l’Hpv è in grado di rilevare con sicurezza assoluta la presenza del papilloma virus e di identificare le persone a più alto rischio.
Se associato al Pap-test, renderà possibile ottenere zero mortalità e il cento per cento di prevenzione. Nel giro di 5-7 anni riusciremo anche a mettere in commercio un vaccino, da fare fin dall’infanzia, alle bambine e ai bambini». Su un binario parallelo corre la sperimentazione coordinata dall’epidemiologo Guglielmo Ronco su centomila donne in nove città - Torino, Firenze, Bologna, Imola, Ravenna, Padova, Verona, Trento e Viterbo - al termine della quale si sarà certi di poter sostituire il pap test con l’Hpv test e di dilatare i controlli preventivi ogni sei anni, anziché ogni tre.
Per adesso la parola d’ordine resta «prevenire al massimo». E non è un’esagerazione. Sia perché il rischio relativo di ammalarsi di tumore al collo dell’utero supera 500 (quello tra epatite C e cancro al fegato è di 20); sia perché un’indagine internazionale svolta da Wirthlin Worldwide ha rilevato che il 16 per cento delle italiane non si è mai sottoposto al pap test. Il 46 per cento delle donne lo fa una volta all’anno e il 35 per cento ogni due-tre anni. La distribuzione geografica è un altro fattore che suscita qualche riflessione in più: nel ’99 in Italia sono stati eseguiti 4 milioni di pap test, metà al Nord, il 30% al Centro e il 20% al Sud. Dove, peraltro, c’è un unico registro dei tumori (quelli presenti nel resto della penisola coprono un quinto della popolazione). La prevenzione, dunque, non è ancora sufficiente. L’informazione neppure.
L’Hpv test costa tra i 100 e i 150 euro, ma con la prescrizione del medico si può pagare solo il ticket. Uno degli obiettivi della giornata odierna è di sensibilizzare i governi europei a far introdurre l’Hpv nei programmi di screening nazionali. La petizione si può consultare sul sito Internet www.cancerpetition.com . Mentre al numero 02.76007603 si riceveranno informazioni sui centri italiani che fanno il test.
«Dobbiamo debellare questo cancro», conclude Pecorelli. Un fiocchetto lilla oggi ce lo ricorderà.
Fonte: (28/01/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
utero,
papilloma,
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