Il progetto ALARM raggiunge dimensioni globali nella valutazione dei rischi per la biodiversità
Il principale progetto di ricerca europeo nell'area della biodiversità terrestre continua a espandersi, grazie all'adesione di 12 nuovi partner entrati a far parte dell'équipe per studiare
Il principale progetto di ricerca europeo nell'area della biodiversità terrestre continua a espandersi, grazie all'adesione di 12 nuovi partner entrati a far parte dell'équipe per studiare le cause del declino delle specie. Ricercatori di Bolivia, Guatemala, Messico, Cina, Filippine, Russia, Bielorussia, Ucraina, Serbia e Sud Africa fanno ora parte del progetto ALARM, finanziato dall'Unione europea per un importo pari a 24 Mio EUR. Coordinate dal Centro Helmholtz per la ricerca ambientale (UFZ), con sede in Germania, le attività di ricerca coinvolgeranno ora oltre 200 scienziati di 67 istituti di 35 paesi del mondo. Nell'ambito del progetto ALARM (Assessing LArge-scale environmental Risks for biodiversity with tested Methods - Valutazione su vasta scala dei rischi ambientali per la biodiversità con metodi sperimentati) vengono studiate quattro aree che si ritiene contribuiscano al declino della biodiversità, ovvero il cambiamento climatico globale, la perdita di impollinatori come api, bombi e farfalle, la presenza di sostanze dannose nell'ambiente, l'invasione di specie animali e vegetali aliene, nonché gli effetti combinati di questi fattori. Integrando attività di ricerca scientifica all'avanguardia con scenari pertinenti a livello socioeconomico e politico, il progetto sta sviluppando strumenti per la valutazione dei rischi volti a ottenere misure politiche orientate ai risultati che permettano di mitigare le minacce poste alla biodiversità. I risultati preliminari del progetto, della durata di cinque anni, sono stati pubblicati on line sotto forma di un «Atlante degli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità europea», che fornisce dati importanti per la pianificazione delle aree protette, oltre a contenere previsioni per la distribuzione di specie anfibie e rettili in Europa nel 2050, in base ai diversi scenari di cambiamento climatico. Secondo Josef Settele, il coordinatore del progetto, «questo atlante degli effetti del cambiamento climatico sulla biodiversità è uno dei risultati fondamentali di ALARM, progetto che intende fornire uno strumento di facile impiego per la valutazione su vasta scala dei rischi ambientali per la biodiversità in Europa e in altre parti del mondo». Nel corso del 2007, ALARM diffonderà inoltre proiezioni delle distribuzioni attuali e future delle piante europee ed entro la fine del progetto, che terminerà nel 2009, saranno disponibili dati simili anche per uccelli e mammiferi. «È la prima raccolta generale di proiezioni sui potenziali effetti del cambiamento climatico sulle distribuzioni delle specie a essere pubblicamente consultabile in ogni parte del mondo», ha dichiarato Miguel Araújo, il ricercatore principale responsabile dell'Atlante. Presto verrà inoltre allestita una «Banca dati europea sugli impollinatori» contenente oltre 180 000 dati specifici sull'impollinazione delle piante.
Le informazioni verranno utilizzate per valutare le minacce poste da potenziali diminuzioni nelle specie di impollinatori, che, secondo il dottor Araújo, svolgono un ruolo fondamentale per la produzione alimentare in più dell'80% delle colture agricole e, in quanto tali, costituiscono una grave minaccia per la sicurezza alimentare globale. Verrà inoltre creata una «Rete delle aree verdi» di portata comunitaria volta ad agevolare la ricerca strategica integrata a livello europeo sulle minacce ambientali alla biodiversità.
Fonte: (22/02/2007)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
Tag:
biodiversita,
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