Sperimentazione distrofia Duchenne
Trapianto di cellule staminali umane, al Policlinico di Milano, in una sperimentazione che riguarda la Distrofia muscolare di Duchenne.
Ma non e la sperimentazione di una cura, quella annunciata
Trapianto di cellule staminali umane, al Policlinico di Milano, in una sperimentazione che riguarda la Distrofia muscolare di Duchenne.
Ma non e' la sperimentazione di una cura, quella annunciata oggi al Policlinico di Milano, bensi' ''l'inizio - come ha detto il ministro della Salute, Girolamo Sirchia - di una prima fase che tende soltanto ad accertare l'innocuita' del metodo utilizzato''.
La sperimentazione avverra' su otto bambini da 2 a 10 anni affetti da questa malattia neuromuscolare che colpisce uno ogni 3500 nuovi nati e che vede attualmente in Italia circa 120 mila bambini affetti. Si tratta di una malattia oggi incurabile che comporta il progressivo deficit di forza muscolare. I bambini che ne sono colpiti sono condannati alla sedia a rotelle entro i 10 anni di eta' e la maggior parte di essi muore entro la tarda adolescenza per complicazioni respiratorie e cardiache.
Il fine ultimo della ricerca, illustrata dal prof.
Nereo Bresolin, direttore della Clinica Neurologica Universitaria del Policlinico e da Ivan Torrente, coordinatore del relativo laboratorio delle Cellule staminali, e' quello di ripristinare, con cellule staminali sane la funzionalita' nervosa muscolare.
Ma per il momento - ha spiegato Torrente -, all'inizio della sperimentazione clinica ci si limitera' a isolare le cellule staminali dal muscolo della gamba dei bambini distrofici, moltiplicarle in laboratorio e reinserirle, nel muscolo corto della mano, cosi' come sono, senza averle trattate o corrette. Per questo non ci si aspetta un miglioramento della condizione dei bambini. La sperimentazione, in questa fase - ha affermato Torrente - serve solo a verificare che l'infusione di cellule staminali non sia nociva, non causi infiammazioni o problemi.
''Non e' una cosa che a breve dara' soluzione a questo problema - ha commentato il ministro Sirchia - ma solo l'inizio di un percorso. Va capito che non bisogna promettere ai malati soluzioni magiche che si realizzano in pochi giorni, ma che questo e' un percorso che sara' ancora lungo. E' un modo per andare a risolvere questi gravi problemi, ma non e' immediato. Certo, questo uso delle staminali - ha concluso - apre grandi speranze che nel giro di qualche anno si possa dare soluzione a malattie oggi difficilmente curabili''.
La sperimentazione - portata avanti col contributo dell'Irccs Eugenio Medea, del prof. Giulio Cossu del San Raffaele e del prof. Roberto Bettinelli dell'Universita' di Pavia - ha ricevuto il contributo del Centro Dino Ferrari, voluto da Enzo Ferrari in ricordo del figlio Dino, che fu colpito da questa malattia, e dell'Association Francaise contre le Myopathies.
Fonte: (02/02/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
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