Sirchia, per distrofia una speranza non nuova cura
Non e una nuova cura ma una grande speranza, non la fine di un percorso ma linizio di una via che rimane lunga. Ed e importante che la gente lo capisca bene, per non creare illusioni dannose per
''Non e' una nuova cura ma una grande speranza, non la fine di un percorso ma l'inizio di una via che rimane lunga. Ed e' importante che la gente lo capisca bene, per non creare illusioni dannose per i pazienti e per la ricerca''. Cosi' il ministro della Salute Girolamo Sirchia, oggi al Policlinico di Milano, ha presentato la prima sperimentazione sull'uomo delle cellule staminali contro la distrofia di Duchenne. I test, autorizzati a novembre dall'Iss e dal Comitato etico dell'Irccs milanese, partiranno a breve su otto bimbi malati tra 2 e 10 anni. Tra questi il figlio di un medico che ha collaborato alla ricerca. La sperimentazione - sostenuta dal Centro Dino Ferrari e dall'Associazione francese contro le miopatie-Telethon, e coordinata dall'equipe neurologica del professor Nereo Bresolin - e' frutto di una ricerca che ha visto impegnati, oltre al Maggiore, anche l'ospedale San Raffaele di Milano, l'Irccs Eugenio Medea e l'universita' degli Studi di Pavia. L'obiettivo finale e' di arrivare un giorno alla terapia genica, con iniezioni di cellule staminali 'ingegnerizzate' (cioe' 'corrette' attraverso la sostituzione del gene malato con uno sano) in grado di riparare i muscoli malati.
Ma ''per ora - ha spiegato Yvan Torrente, coordinatore del Laboratorio staminali del Policlinico - cercheremo solo di verificare che le staminali, prelevate dai muscoli del malato, fatte moltiplicare e reiniettate senza alcuna modifica nel muscolo della mano, siano innocue, senza effetti indesiderati, e arrivino dove devono''. Per una vera e propria terapia, insomma, ''servira' del tempo e non bisogna promettere ai malati soluzioni magiche a portata di mano in pochi giorni - ha precisato Sirchia - Questa sperimentazione non ci permettera' di risolvere il problema a breve, ma certamente ci consente di sperare che nel giro di qualche anno si possano trattare malattie oggi difficilmente curabili''. La distrofia di Duchenne, che colpisce un neonato su 3.500, ma per esempio anche la sclerosi laterale amiotrofica: il cosiddetto morbo di Lou Gehrig, sul quale ''e' in corso un analogo esperimento. Ci sono quindi grandi attese. Ma va detto che, finche' i dati non sono chiari, questi sono solo esperimenti. Non cure disponibili''. E ''lo sanno bene i genitori dei bambini che tratteremo - ha assicurato Bresolin - Hanno firmato un consenso informato e sono perfettamente consapevoli che per ora la nostra intenzione non e' di curare i loro figli ma di verificare l'innocuita' e la fattibilita' di questa rivoluzionaria metodica''. Il ministro ha poi ricordato che ''sulle cellule staminali ci sono state inutili polemiche. Chi sostiene che le uniche utili siano quelle embrionali si deve ricredere. La vera promessa arriva dalle staminali adulti'', e secondo Sirchia queste sperimentazioni lo dimostrano. Presente in conferenza stampa, tra gli altri, anche Piero Ferrari, figlio del 'patron' di Maranello, Enzo, e fratello di Dino, morto a causa della distrofia e al quale nel 1984 e' stato dedicato l'omonimo centro. ''Voglio ricordare chi non c'e' piu' - ha detto - il professor Guglielmo Scarlato, grande neurologo e anima del Centro Dino Ferrari, Dino e mio padre. Che da industriale ha sempre promosso la ricerca e creduto nell'innovazione tecnica e scientifica''.
Fonte: (04/02/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
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