Molte coppie si rivolgono all'estero anche per la fecondazione omologa
Le coppie vanno all'estero anche per diagnosi pre-impianto e chiedono più informazioni e modifiche alla legge 40
Più del 40% delle coppie che si rivolge a centri stranieri per cercare di avere un figlio, lo fa per sottoporsi a fecondazione omologa cioè utilizzando ovuli e seme della coppia. Mentre chi si reca all'estero per tentare la fecondazione eterologa, vietata in Italia, è poco più del 30%. Questi sono i dati emersi da un sondaggio svolto dall'associazione Cercobimbo, condotto su 550 coppie e reso noto durante un convegno organizzato all'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Inoltre il 17,64% si reca all'estero per effettuare la diagnosi preimpianto e l'1,45% per la maternità surrogata, entrambe vietate nel nostro Paese. E secondo altri dati in possesso dell'Iss, le coppie lamentano disorientamento e chiedono maggiori informazioni. Inoltre si attendono dei dati che riguardano la qualità e la capacità dei centri. Tutti i dati segnalano una forte richiesta di cambiamento da parte dei cittadini, anche in vista dell'aggiornamento delle linee guida alla legge, in preparazione al ministero della Salute. L'associazione Cercobimbo sottolinea che la legge 40 "ha penalizzato non solo le coppie che hanno bisogno della donazione di gameti o della diagnosi preimpianto ma anche quelle coppie che ricorrono a trattamenti omologhi semplici".
Durante il convegno, Filomena Gallo dell'associazione Amica Cicogna ha presentato una relazione da cui emerge una decisa e costante crescita di gonadotropine, necessarie per stimolare le ovulazioni e quindi per tentare la fecondazione. Solo in Italia, secondo la stima, si tentano 30.000 cicli di alta tecnologia all'anno. Le coppie che devono provare a sottoporsi a fecondazione assistita si sentono disorientate e criticano alcuni aspetti della legge 40, come ad esempio l'obbligo di impiantare tre embrioni, la possibilità negata di fare diagnosi pre-impianto e il divieto di fecondazione eterologa. Tuttavia si sentono rassicurati dall'esistenza di normative e dalla trasparenza degli esiti dei centri. Le coppie chiedono di essere aiutati a trovare il centro più adeguato alle loro esigenze e le informazioni che ritengono importanti per la scelta del centro sono: informazione sulla preparazione degli operatori e professionisti che vi lavorano, dati di successo e di qualità e statistiche sui risultati ottenuti, differenze, vantaggi e svantaggi tra i centri pubblici e quelli privati, anche riguardo costi, tempi di attesa e qualità del servizio offerto. Le coppie chiedono di poter avere informazioni sul protocollo e sull'iter di ogni trattamento per conoscere in anticipo tutte le tappe del percorso dall'inizio alla fine, i tempi, le analisi e gli esami da fare, le caratteristiche del trattamento farmacologico, possibili interventi, e, in caso di esito negativo, vorrebbero sapere quando ha senso riprovare un altro trattamento e quando invece è meglio rinunciare. Sulla pagina web del registro della Procreazione medicalmente assistita, per andare incontro al bisogno di informazioni delle coppie, vengono fornite notizie anche sulla prevenzione: la fecondità può essere negativamente condizionata, per esempio, dal fumo e da forti dimagrimenti.
Redazione (22/05/2007)
Pubblicato in Percezione e problemi biotech
Tag:
fecondazione assistita,
fecondazione eterologa,
legge 40,
procreazione
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