Malattie genetiche della pelle curate con staminali corrette in laboratorio
Il trattamento su un caso si epidermolisi bollosa giunzionale ha avuto ottimi risultati e duraturi nel tempo
I ricercatori dell'Università di Modena e Reggio Emilia hanno condotto uno studio sull'utilizzo di cellule staminali "corrette" in laboratorio contro le malattie genetiche della pelle, come l'epidermolisi bollosa giunzionale, una grave patologia che causa il distacco dell'epidermide dal derma. Lo studio, che ha ottenuto ottimi risultati, è stato guidato da Michele De Luca, professore ordinario di Biochimica e direttore scientifico della Fondazione Banca degli occhi del Veneto, e da Fulvio Mavilio, docente di Biologia molecolare. I risultati raggiunti sono stati spiegati a Roma in occasione dell'apertura del II congresso nazionale unificato di Dermatologia e venereologia da Alberto Giannetti, presidente della Società italiana di dermatologia medica, chirurgica ed estetica e di malattie sessualmente trasmesse (Sidemast) e direttore della Clinica dermatologica e della scuola di specializzazione in dermatologia e venereologia dell'università emiliana. Ha spiegato Giannetti: "L'epidermolisi bollosa giunzionale è causata da un difetto nel gene che codifica per la catena beta 3 della laminina 5. Si tratta di una proteina che permette all'epidermide di ancorarsi al derma.
Se è assente, la pelle si stacca e si creano lesioni a cui seguono infiammazioni e infezioni. Per prima cosa, sono state selezionate delle cellule staminali dai palmi delle mani e dalle piante die piedi di una paziente di 37 anni. In seguito, è stato utilizzato un vettore virale con il gene corretto e questo è andato a sostituire la proteina difettosa con quella corretta. Da queste staminali è stata creata una porzione di pelle che è stata poi trapiantata sulla paziente. Ad un anno dal trattamento, si è osservato una completa rigenerazione e mantenimento della nuova epidermide in tutte le zone trapiantate. La nuova epidermide ha conservato il DNA corretto e non ha sviluppato bolle." L'esperto ha sottolineato che questo studio rappresenta il primo vero successo della terapia genica in un tessuto non ematologico. La speranza dei ricercatori è che presto questo risultato possa essere allargato anche alla cura di altre malattie genetiche della pelle. La medicina rigenerativa, in dermatologia, è già una realtà clinica, infatti, già da circa 25 anni si utilizza la pelle coltivata in laboratorio, a partire dalle staminali dell'epidermide, per la cura dei grandi ustionati. Ma vi sono anche grandi novità, per quanto riguarda la terapia cellulare. Recentemente si sono ottenuti dei successi per quanto riguarda la rigenerazione della cornea tramite l'utilizzo delle cellule staminali adulte. De Luca, che ha condotto gli esperimenti con Graziella Pellegrini, docente di Biologia cellulare all'Università di Modena e Reggio Emilia, sottolinea che i loro lavori hanno dimostrato che è possibile ricostruire la cornea utilizzando le cellule staminali dell'epitelio corneale. E' una tecnica già applicata in collaborazione con alcuni dipartimenti di oculistica italiani e che permette di intervenire in casi senza alternativa di cura. "La ricostruzione della cornea con le cellule staminali, infatti, può riparare i danni, come le ustioni chimiche devastanti che provocano l'opacizzazione dell'occhio. In questi casi non c'è la possibilità di trapianto da cadavere perché il danno è troppo esteso, mentre con queste metodiche il problema si può risolvere del tutto". I risultati del gruppo di ricerca sono stati pubblicati su Nature Medicine.
Redazione (11/06/2007)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
epidermolisi,
staminali,
Sidemast,
cornea,
pelle
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