Chip italiano per test dna su luogo delitto
Uno o piu responsabili del delitto? Il colpevole e un uomo o una donna? Sara possibile saperlo direttamente sul luogo del delitto grazie ad un microchip che si sta studiando in Italia, il primo in
Uno o piu' responsabili del delitto? Il colpevole e' un uomo o una donna? Sara' possibile saperlo direttamente sul luogo del delitto grazie ad un microchip che si sta studiando in Italia, il primo in grado di eseguire il test del Dna in tempo reale.
A questo obiettivo stanno lavorando gli esperti coinvolti nel progetto europeo Nacbo (Novel and Improved Nanomaterials, Chemistries and Apparatus for nanoBiotechnology), la prima grande iniziativa di ricerca nel campo delle nanobiotecnologie in Italia. Per cinque anni i genetisti dell'universita' di Roma Tor Vergata lavoreranno a fianco della Polizia scientifica, degli esperti britannici dell'Unita' di Bioinformatica della Health Protection Agency di Londra e a tre aziende europee.
''Attualmente il test del Dna viene fatto utilizzando tecniche tradizionali, non esiste un chip per eseguirlo. Avere a disposizione un sistema di microchip permettera' di raggiungere un'accuratezza e una sensibilita' assoluta a partire da microtracce di materiale biologico'', ha rilevato il genetista Giuseppe Novelli, dell'universita' di Roma Tor Vergata.
Nella valigetta della Polizia scientifica potranno quindi entrare anche minicomputer biologici, piccole apparecchiature portatili con un cuore di silicio o di vetro minuscolo, ma piu' efficiente di un intero laboratorio.
''Potranno infatti analizzare centinaia di singole variazioni del genoma'', garantendo risultati assolutamente precisi'', ha detto Novelli. Una volta che sara' disponibile il prototipo, la Polizia scientifica si occupera' della sua validazione, grazie alle migliaia di profili genetici contenuti nei suoi archivi.
''L'obiettivo della Polizia scientifica e' costruire uno strumento basato su un microchip in grado di identificare le tracce biologiche direttamente sul luogo del delitto'', ha detto Aldo Spinella, dirigente della Polizia di Stato specializzato in biologia molecolare. ''Attualmente i reperti trovati in tutta Italia vengono inviati a Roma per essere analizzati con una tecnologia complessa'', ha aggiunto. Oggi il materiale genetico isolato dai frammenti biologici viene amplificato e sequenziato in modo da ottenere 16 frammenti di riferimento. Su questa base si ottiene un profilo genetico che mette in risalto gli elementi del Dna che cambiano da persona a persona (polimorfismi), come se fossero impronte digitali genetiche. In futuro tutte queste operazioni potranno essere eseguite automaticamente e rapidamente con il biochip allo studio in Italia.
''La tecnica tradizionale e' affidabile - ha osservato Spinella - ma il microchip e' piu' rapido e permettera' agli inquirenti di avere risposte gia' sul luogo del delitto, riducendo cosi' i tempi dell'indagine''.
Se l'Italia potrebbe essere il primo Paese a disporre di questa tecnologia, resta pero' ultima in Europa, insieme alla Grecia, a non avere la cosiddetta Banca nazionale del Dna, ossia un archivio dei profili genetici equivalente al Casellario centrale in cui sono archiviate le impronte digitali di indagati e detenuti. Gli unici archivi esistenti oggi in Italia raccolgono i profili genetici raccolti nei sopralluoghi: di ogni impronta genetica e' quindi possibile sapere soltanto dove e' stata trovata. Per il resto, il test del Dna si puo' eseguire soltanto con il consenso dell'indagato.
Fonte: (11/02/2004)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
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