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Messo a punto nuovo test diagnostico per l'aviaria

Controllo allevamento polli


Il nuovo test per la diagnosi dell'H5N1 è molto veloce, economico e efficace come quelli tradizionali e sarà utile in casi di pandemia

Juergen Pipper, dell'Institute of Bioengineering and Nanotechnology di Singapore, ha messo a punto un test diagnostico molto rapido per l'influenza aviaria. L'innovativo test si basa su particelle supermagnetiche e in meno di 30 minuti è capace di purificare e moltiplicare il genoma del virus dell'influenza aviaria H5N1. Il nuovo test è 100 volte più veloce ed è anche molto più economico nonché di sensibilità pari ai mezzi diagnostici tradizionali. Questo test potrebbe anche essere utilizzato per individuare anche ad altri virus come quello dell'AIDS e dell'epatite. Per utilizzare il test è sufficiente un tampone faringeo, mentre per gli altri virus si potranno usare sangue e urina.
Questo strumento potrebbe diventare di fondamentale importanza nel caso in cui si diffonda il virus, per circoscrivere la pandemia e per prevenire il più possibile la diffusione del contagio. E' fondamentale per contrastare un'influenza pandemica, avere a disposizione un mezzo diagnostico rapido, semplice ed economico soprattutto per i Paesi in cui il sistema sanitario non è in grado di garantire una sorveglianza adeguata, Paesi come quelli del Sud-Est asiatico dove, negli ultimi anni, si sono già verificate vittime umane del virus H5N1.
Pipper spiega: 'Il test può rilevare il ceppo altamente patogenetico dell'influenza aviaria usando forze magnetiche per manipolare una gocciolina contenente particelle superparamagnetiche', cioè delle particelle che si magnetizzano e mantengono questa caratteristica solo in presenza di un campo magnetico esterno (le forze magnetiche).
In un processo sequenziale – spiega l'ideatore del test - il genoma virale (RNA) viene isolato, purificato, preconcentrato del 50.000% e sottoposto a PCR. Questa notizia è stata riportata dalla rivista 'Nature Medicine'.
Inizialmente il virus H5N1 è stato isolato in allevamenti e nei mercati di pollame del Sud-Est asiatico ma nell'estate del 1997 il virus è passato per la prima volta all'uomo e nell'autunno successivo ha causato un focolaio ad Hong Kong, colpendo 18 persone e uccidendone 5. In dieci anni il virus ha contagiato 322 persone di cui 195 sono morte. Nel 2003 c'è stato un nuovo contagio nel Sud-Est asiatico che ha toccato Vietnam, Indocina, Thailandia, Cambogia e Corea e fra il 2005-2006 il virus ha raggiunto l'Africa e l'Europa, trasportato dagli uccelli lungo la rotta migratoria. Ora gli esperti di tutto il mondo si aspettano che da un momento all'altro il virus muti e che diventi facilmente trasmissibile da uomo a uomo, questo probabilmente provocherebbe la tanto temuta pandemia.
Pietro Crovari, esperto di influenza dell'Università di Genova, ha spiegato: 'La diffusione nei polli è stata enorme, tanto che si stima che il virus H5N1 sia ormai diffuso in metà del mondo'. I Paesi industrializzati sono riusciti a contenere la diffusione del virus grazie a precauzioni altissime ma il problema è in quei Paesi dove gli animali da allevamento sono a stretto contatto con l'uomo, come in Indonesia e in Egitto.
'Il virus nel tempo è mutato – continua l'esperto - diventando diverso rispetto ai ceppi del 1997, del 2003 e del 2005. Il timore è che succeda qualcosa di analogo a quanto verificatosi con il virus della Spagnola: si trattava di un virus completamente aviario, ma con la capacità di agganciarsi alle cellule delle vie respiratorie dell'uomo'. Crovari continua: 'Che il virus H5N1 sia in grado di attaccare l'uomo è un dato scontato, ma le infezioni sono poco frequenti perché è necessario un contatto molto stretto dell'uomo con grandi quantità del virus'. Il virus, con le sue caratteristiche attuali riesce ad attaccare solo l'apparato respiratorio profondo (branchioli e alveoli) e quindi solo grandi quantità di virus hanno maggiori probabilità di penetrare così in profondità. Anche la trasmissione da uomo a uomo descritta nell'agosto scorso dal centro di ricerca Fred Hutchinson di Seattle si riferisce a una forma di contagio di questo tipo. 'Al momento il virus H5N1 - conclude Crovari - non è ancora mutato in modo tale da poter scatenare una pandemia'.

Redazione MolecularLab.it (26/09/2007)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: H5N1, aviaria, diagnostica, pandemia, influenza
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