Ricerca sui cibridi, gli embrioni chimera
L'ente britannico HFEA ha dato il via libero all'utilizzo di embrioni-chimera (detti cibridi) a scopo di ricerca, ma molti sono i problemi etici
Circa un mese fa, l'agenzia britannica HFEA, ha dato il via libera ai protocolli di ricerca sugli embrioni-chimera, i cosiddetti cibridi (dall'inglese 'cybrid', cioè 'cytoplasmic hybrid'). La tanto discussa tecnica si basa sull'inserimento di una cellula somatica umana all'interno del citoplasma di una cellula uovo animale, precedentemente privata del proprio materiale genetico contenuto nel nucleo. Nella cellula uovo animale tuttavia rimane un residuo di materiale genetico animale contenuto nei mitocondri. Il nucleo della cellula risultante è dotato di DNA umano mentre i mitocondri della cellula contengono DNA animale. Il 'cibride' ottenuto, una volta sottoposto ad un processo di attivazione, inizia la tipica sequenza di divisione e moltiplicazione, propria di qualsiasi embrione. Se il cibride raggiunge lo stadio di blastocisti, viene distrutto per estrarne cellule staminali embrionali. Molte sono le persone che si sono schierate contro questo tipo di ricerche, ma molti si sono al contrario dichiarati favorevoli per tre motivi fondamentali. Innanzitutto da queste ricerche potrebbero derivare cure per molte malattie diverse, inoltre queste tecniche fanno superare i problemi a reperire un numero sufficiente di cellule uovo umane e anche il problema etico legato alla distruzione di embrioni umani necessario per ottenere cellule staminali embrionali. I cibridi, infatti, non hanno alcuna possibilità di svilupparsi in un organismo completo e in ogni caso, non verrebbero mai impiantati in un utero umano ma obbligatoriamente distrutti prima del 14° giorno.
I problemi etici relativi a questo tipo di ricerche sono molteplici. La creazione di questi organismi viventi chimera pone il problema dell'identità dell'uomo, cioè di cosa ci identifica come esseri umani. La presenza, in un unico organismo, di componenti genetica umane e animali rimanda anche al problema etico riguardo gli xenotrapianti, cioè il trapianto di parti (organi, tessuti) animali nel corpo umano. La Pontificia Accademia Pro Vita si è occupata proprio degli xenotrapianti e ha prodotto un documento relativo. In questo documento, la liceità morale, da valutare attentamente caso per caso, trovava limite nel pericolo di un possibile salto di agenti infettivi dalla specie animale a quella umano e nella perdita o modifica dell'identità della persona attuata con l'uso di xenotrapianti di gonadi o encefalo (legati all'identità personale) o di organi con elevato valore simbolico personale. Il caso dei cibridi però è in parte diverso in quanto, finora, non si è a conoscenza di quanto e se la presenza di materiale genetico nei mitocondri (di origine animale) influenzi e modifiche l'identità umana di questo tipo di organismo. Tale è la situazione di incertezza che nessuno degli enti inglesi che si sono occupati della questione, hanno trovato un minimo accordo tra loro quando hanno cercato di stabilire lo statuto umano o animale dei cibridi. Le rassicurazioni circa l'assenza di potenzialità organogenetica e di sviluppo embrionali di questi ibridi non rassicura, anzi rappresenta una nuova sfida a continuare le ricerche per poter in futuro disporre di una disponibilità infinita di organi di ricambio e anche, eventualmente, funzionalmente superiori rispetto a quelli originali. Riguardo il problema etico della distruzione degli embrioni per l'ottenimento di cellule staminali embrionali, per chi riconosce e tutela la vita umana dal concepimento alla morte naturale, si tratta di un vero crimine. L'HFEA, prima di prendere una decisione riguardo due distinti protocolli di ricerca con cibridi, ha condotto dei sondaggi rivolti alla popolazione, costati ben 150.000 sterline, posti però in maniera poco corretta. Il 61% del campione che ha risposto al sondaggio, si è dichiarato favorevole a ricerche 'che potrebbero aiutare a comprendere alcune malattie, come ad esempio il Parkinson e la malattia del motoneurone'. Ma la domanda non è stata posta in maniera molto corretta, perchè tende a amplificare il principio di speranza legata a questo genere di studi ma cela il principio di precauzione. E' molto dubbio che la maggioranza della popolazione inglese si sia espressa a favore di questi esperimenti, il dubbio riguarda la modalità di svolgimento dei sondaggi e i campionamenti sulla popolazione.
Redazione (23/10/2007)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
embrioni chimera,
cibridi,
staminali
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