Microrganismi produttori di biocarburanti
Allo studio degli scienziati di tutto il mondo alcuni microrganismi in grado di digerire cellulosa come termiti e Trichoderma reesei
In tutto il mondo gli scienziati conducono studi per trovare microrganismi ideali per la produzione di biocarburanti. Alcuni microrganismi sono in grado di trasformare il materiale organico più abbondante sul pianeta, la cellulosa, in etanolo. Scoprendo i segreti di questi batteri, si potrà aumentare e perfezionare la produzione dei biocarburanti. I biocarburanti ricavati dalla cellulosa del legno e dai materiali organici in generale, sono molto più vantaggiosi di quelli tradizionali. Utilizzare come combustibile etanolo ottenuto da cellulosa, abbassa le emissioni dell'87% rispetto alla benzina, mentre utilizzando quello ottenuto da cereali le abbassa al massimo del 28%. La cellulosa contiene 16 volte l'energia usata per produrla, mentre la benzina 5 e l'etanolo da mais solo 1,3. Il problema legato all'utilizzo della cellulosa è quello di trovare il sistema per rompere i legami di questa complessa molecola per poterla trasformare in zuccheri più semplici, che fermentando producono etanolo.
Questo processo, pur essendo normalissimo in natura, è ancora problematico e molto costoso per gli uomini. Molti sono i microrganismi studiati con questo scopo. Sono stati condotti studi su alcune alghe microscopiche, sulla flora batterica delle termiti e alcuni scienziati, come il genetista Craig Venter, stanno studiando il modo di creare in laboratorio dei microrganismi sintetici utili a questo scopo, che uniscano il meglio delle caratteristiche genetiche degli organismi naturali in grado di digerire cellulosa. Riguardo lo studio sulle termiti, qualche mese fa, la rivista Nature ha pubblicato i risultati di un lavoro statunitense. Questi scienziati, hanno studiato il contenuto dello stomaco di una particolare specie di termiti, e hanno individuato circa 500 geni dei batteri associati alla degradazione del legno. Ora si sta cercando di individuare quelli più efficienti. L'ultimo studio, svolto da ricercatori americani di Los Alamos e di altre istituzioni, riguarda il genoma del fungo Trichoderma reesei, noto per divorare tende e divise militari. L'obbiettivo è quello di cercare di capire quali sono le proteine che questo fungo usa per digerire così bene il materiale organico. Diego Martinez, principale autore dello studio sul T. reesei, spiega: Temevamo che data la sua reputazione di grande 'digestore', il fungo, avesse un sistema complicatissimo di enzimi invece ne usa solo alcuni estremamente efficienti. Il prossimo obbiettivo dei ricercatori è quello di riuscire a replicare gli stessi enzimi, e altre proteine già in studio, su scala industriale, superando i numerosi problemi tecnici. Quest'ultimo studio è stato pubblicato su Nature Biotechnology.
Redazione (05/05/2008)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
Trichoderma reesei,
cellulosa,
etanolo,
biocarburanti,
energia
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