Cancro, le morti scese del 10 %
E in Italia guarisce uno su due, allungati i tempi di sopravvivenza
ROMA - Continuano ad aumentare i casi di tumore, ma scende la mortalità. Segno che le guarigioni sono in salita. In Italia un paziente su due, secondo i dati degli oncologi. Quantificato in cifre questo successo vuol dire che, negli ultimi 15 anni, in Europa, il numero dei decessi è calato del 10%. Novantamila in meno ne risultano dal confronto campione tra il 1988 e il 2000. Esce così il risultato di un’indagine condotta dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri con l’Istituto europeo di oncologia e le università di Milano e Losanna pubblicato sulla rivista scientifica “International Journal of cancer”.
«Il cambiamento - spiegano i ricercatori - si deve in buona parte al miglior controllo di alcuni dei principali fattori di rischio, come il tabacco e alcol. E, soprattutto, ad un generale miglioramento dell’alimentazione». Il risparmio di vite sarebbe strettamente correlato alla diminuzione di mortalità per tumore al polmone e altri tipi di neoplasie legate al fumo di sigarette. In particolare negli uomini. Mentre tra le donne la situazione sta procedendo nella direzione esattamente opposta.
I casi, infatti, continuano a crescere. In Italia come nel resto d’Europa, infatti, a quello che di buono si sta facendo per la prevenzione e la terapia del cancro al seno, si affianca l’allarme per i polmoni. «Questo riflette la diffusione delle sigarette tra le donne dal 1950 in poi - commenta Carlo La Vecchia del Mario Negri -. Tuttavia la mortalità per tumore del polmone, in Europa, resta inferiore di oltre il 60% rispetto agli Stati Uniti. Qui, questa neoplasia, rappresenta la prima causa di morte sia per lui che per lei».
L’Associazione italiana di oncologia medica conforta i risultati del lavoro fatto in Europa: il 53% delle persone malate di cancro, tra adulti e bambini, guarisce. Dopo le cure, torna ad essere «un paziente che non ha maggiori probabilità di decesso da cancro rispetto a chi non ha mai avuto quella malattia». Un esempio è il tumore della mammella. Si stima che nel nostro Paese vivano più di trecentomila donne alle quali è stato diagnosticato un tumore al seno. A 5 anni dalla diagnosi e dall’intervento terapeutico quasi 8 su 10 (il 78%) delle pazienti curate è in vita e, di queste, quasi 7 (il 65% delle donne colpite) possono considerarsi definitivamente guarite. Se la rete sanitaria italiana fosse più omogenea, potremmo stare ancora meglio. Basta fare il conto dei centri specialistici: oltre il 50% sono al Nord. Solo il 20% delle apparecchiature per la radioterapia al Sud. In reparti in cui, il 30% dei medici, non ha un vero e proprio contratto. «Se i progressi della ricerca ci portano avanzamenti significativi - spiega Roberto Labianca presidente dell’Aiom - non c’è dubbio che ancora oggi la vera arma vincente sia rappresentata dalla prevenzione. Anche le cure vanno “lette” in un altro modo: la cosiddetta “chemio” sta cambiando accezione. Si può già fare, e lo sarà sempre di più nell’immediato futuro, un trattamento ritagliato sulla tollerabilità individuale. In modo che gli effetti collaterali più pesanti, come la nausea e il vomito, siano solo un ricordo del passato».
Tumori, guarisce un malato su due
Secondo gli oncologi, in Italia i successi contro le neoplasie sono saliti al 50 per cento
Fonte: (03/03/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
morti
Vota:
Condividi:
|
|
- Ultime.
- Rilievo.
- Più lette.
|