NGF, Nerve Growth Factor, una speranza nella cura dell'Alzheimer
Recenti ricerche condotte da Ebri-Cnr, in collaborazione con Regione Lazio e Filas Spa, chiariscono le proprietà anti-Alzheimer del NGF, il fattore di crescita nervoso
4Un gruppo di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche, coordinato da Pietro Calissano, e dell"EBRI (European Brain Research Institute), guidato da Antonio Cattaneo, ha scoperto che il fattore di crescita neuronale (Ngf - Nerve Growth Factor) blocca le vie che portano alla malattia di Alzheimer. Scoperto 50 anni fa dalla professoressa Rita Levi Montalcini, insignita per questo del Nobel, il NGF continua ad alimentare le ricerche degli scienziati del CNR in sinergia con EBRI, Fondazione Santa Lucia, Regione Lazio e Filas Spa, la società regionale dedicata al sostegno all"innovazione. Quest"ultima ha siglato un accordo concedendo un finanziamento di 4 milioni e 650 mila euro al settore delle Neuroscienze, una delle sei linee scientifiche del Distretto tecnologico delle bioscienze nel Lazio. Il finanziamento sarà ripartito in 1 milione e 550 mila euro per gli anni 2008, 2009 e 2010 e sarà destinato al cofinanziamento di attività per l"attrazione di ricercatori italiani e stranieri che potranno essere inseriti nella struttura del Cerc (il Centro Europeo per la ricerca sul Cervello che ha sede a Roma). E" previsto anche il cofinanziamento al 50% di progetti di ricerca su varie tematiche, dalla morte e sopravvivenza neuronale nelle patologie del sistema nervoso, alle interazioni tra sistema nervoso e immunitario, dai meccanismi di apprendimento e di memoria alla terapia genica.
Del 30% è invece il cofinanziamento previsto per l"acquisto di macchinari e attrezzature per l"allestimento di nuovi laboratori e per il potenziamento di quelli esistenti. Il protocollo d"intesa è stato firmato dalla senatrice Rita Levi Montalcini in qualità di presidente della Fondazione Ebri, dal presidente del Cnr Luciano Maiani, dal presidente della Fondazione Santa Lucia, Maria Adriana Amadio, dal presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo e dal presidente di Filas Spa Flaminia Saccà. Pietro Calissano, direttore dell"Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Inmm-Cnr), ricorda che "Nell"ultimo decennio la scoperta del Ngf, oltre ad aver rappresentato una pietra miliare nel campo della biologia, ha aperto la strada ad un crescente numero di possibili applicazioni nella patologia umana". Tra le patologie umane che beneficeranno della ricerca e sperimentazione sull"uso del NGF vi è il morbo di Alzheimer, malattia caratterizzata da costi umani e sociali elevatissimi e che è destinata ad aumentare con il crescere della età della popolazione. Si stima che in Italia circa 500.000 persone siano colpite da questa malattia e la cura di ciascun individuo ha costi che oscillano fra 70 e 120.000 euro/anno. Il meccanismo di azione del NGF è stato recentemente chiarito. Il principale responsabile della malattia di alzheimer è un peptide, chiamato beta-amiloide, la cui produzione nelle cellule normali è soppressa dal NGF. "Quando il Ngf viene rimosso dalle cellule nervose tenute in coltura, si attiva in poco tempo la produzione di questo peptide attraverso la via denominata, appunto, amiloidogenica", spiega Calissano. Determinare il meccanismo mediante il quale il NGF è in grado di bloccare la produzione di questo peptide tossico potrebbe avere risvolti importanti per la prevenzione e la cura della malattia. La strada per arrivare a metter a punto un farmaco efficace è ancora lunga. Occorre produrre una sufficiente quantità di NGF umano e trovare un modo per veicolarlo al cervello permettendogli di superare la barriera emato-encefalica, altrimenti impermeabile.
Redazione (08/07/2008)
Pubblicato in Medicina e Salute
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Alzheimer
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