Italia. Le staminali per riparare il cuore, tra 3-5 anni applicazione clinica
Sono pronti i protocolli per la sperimentazione clinica dellutilizzo delle cellule staminali nella ricostruzione del tessuto cardiaco umano. Lo ha spiegato lo scienziato di origini italiane Piero Anv
Sono pronti i protocolli per la sperimentazione clinica dell'utilizzo delle cellule staminali nella ricostruzione del tessuto cardiaco umano. Lo ha spiegato lo scienziato di origini italiane Piero Anversa, del New York Medical College, che ha tenuto a Torino la lettura magistrale, nella prima delle due giornate di convegno su "Le cellule staminali nella riparazione del miocardio" (20 e 21 febbraio).
I tempi per arrivare alla vera e propria applicazione clinica diffusa, secondo Anversa, non saranno brevi, ci vorranno tre o anche cinque anni, ma gia' dalla fine di febbraio potrebbero essere avviati degli esperimenti, preparati con il cardiochirurgo italiano dell'universita' di Louisville, nel Kentucky, Roberto Bolli.
"Terminata la sperimentazione su piccoli, medi e grandi animali, cioe' topi, ratti e cani ora dobbiamo convincere la comunita' scientifica Usa della validita' dei risultati ottenuti, ma anche dei pochi rischi e dei grandi vantaggi dell'utilizzo di cellule staminali adulte nella cura dell'infarto sull'uomo perche' non presentano rischi di rigetto o di insorgenza di tumori".
"Le cellule staminali cardiache domineranno la cardiologia mondiale dei prossimi anni, anche in considerazione del fatto che le patologie cardiovascolari negli Stati Uniti, dove lavoro da oltre vent'anni, interessano sei milioni di persone, con 600 mila nuovi casi ogni anno, e risultano la prima causa di morte, cosi' come in Italia".
La ricerca italiana in questo campo "offre validi contributi", ha sottolineato Anversa, che collabora costantemente con gli istituti di ricerca del suo Paese d'origine, presenti al convegno torinese per fare il punto sugli studi. Si tratta delle unita' operative riunite nel Circ (Consorzio universitario per la ricerca cardiovascolare), che, con il contributo della Compagnia di San Paolo e del ministero dell'Istruzione, Universita' e Ricerca, si sono impegnate nello studio della riparazione del cuore mediante l'impiego delle cellule staminali.
"Le ricerche riguardano i meccanismi -ha spiegato Claudio Marcello Caldarera, direttore del Circ- con cui tali cellule si trasformano. La loro scoperta ha avviato una sorta di rivoluzione copernicana".
Fra tre anni si sperimentera' sull'uomo cio' che -primi in Italia- i ricercatori della Sezione di Fisiologia del dipartimento di Neuroscienze dell'Universita' di Torino hanno dimostrato con successo sui ratti, in laboratorio, insieme ai colleghi del dipartimento di Biologia animale e dell'uomo e di quello di Scienze Cliniche e Biologiche: le cellule staminali prelevate dal midollo e messe in cultura insieme a quelle rimaste sane in un cuore malato, si trasformano in cellule miocardiche impiantabili in sostituzione delle malate.
"Riteniamo i tre anni un periodo congruo per completare la nostra fase di studio in laboratorio e passare a quella successiva sull'uomo", conferma il professor Gianni Losano, responsabile dell'Unita' Operativa di Fisiologia sentito dal quotidiano torinese La Stampa. "L'utilizzo di cellule staminali adulte consente di portare avanti la ricerca senza affrontare i problemi di bioetica che nascono dall'utilizzo di cellule embrionali".
La ricerca che a Torino ha ottenuto questo importante risultato e' durata un anno, finanziata in parte dalla Compagnia di San Paolo, condotta da un gruppo di lavoro che comprende, oltre ai ricercatori torinesi, colleghi delle sette Universita' di Bologna, Parma, Firenze, Verona, Milano, Roma e Perugia. A Torino hanno lavorato, col professor Losano, i colleghi Giuseppe Alloatti, Renzo Levi, Pasquale Pagliano, Donatella Gattullo e i dottori Claudia Penna, Maria Pia Gallo, Andrea Mercantoni e Sandra Cappello.
"Le cellule staminali sono cellule presenti nell'organismo umano, che possono essere impiantate in organi e tessuti lesi, dove si trasformano in cellule del tessuto ospite e, proliferando, possono riparare la lesione". Nei laboratori del Dipartimento di Neuroscienze "abbiamo prelevato cellule dal midollo osseo di ratti transgenici importati dal Giappone per la ricerca. Cellule facilmente individuabili, perche', durante la modificazione transgenica, producono una proteina fluorescente che le rende di colore verde". Estratte, "sono state affidate ai colleghi del Dipartimento di Biologia Animale, incaricati di metterle in cultura con cellule miocardiche". Dopo quattro giorni, "le staminali adulte del midollo, trattate con anticorpi, hanno assunto le caratteristiche proprie delle cellule del miocardio, a dimostrazione che la trasformazione e' avvenuta".
Un passo successivo, che si fara' nel ratto, sara' osservare in quale stadio di differenziazione verso le cellule cardiache le staminali raggiungono la massima capacita' di trasformazione senza compromettere la proliferazione, "poiche' tanto piu' una cellula e' differenziata, tanto meno prolifera". "L'impiego terapeutico delle cellule staminali potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione in medicina: dei 30 milioni di malati cronici in Italia, un terzo potrebbe essere curato con questa nuova strategia".
Fonte: (09/03/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag:
staminali
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