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GB, primo embrione umano da ovaio congelato


Un gruppo di ricercatori americani ha messo a punto una nuova tecnica per congelare i tessuti ovarici, che potrebbe in futuro permettere alle donne di concepire anche dopo la menopausa, sia essa natur

Un gruppo di ricercatori americani ha messo a punto una nuova tecnica per congelare i tessuti ovarici, che potrebbe in futuro permettere alle donne di concepire anche dopo la menopausa, sia essa naturale sia provocata dalla chemioterapia per combattere il cancro.
I ricercatori della Cornell University di New York hanno eseguito le ricerche su un'americana di 36 anni malata di cancro, che e' diventata la prima donna al mondo dalla quale e' stato ottenuto un'embrione tramite la nuova tecnica.
L'embrione e' stato ottenuto direttamente dagli ovuli della paziente (diventata infertile in seguito alla chemioterapia effettuata per un tumore al seno). Sei sei anni prima i suoi tessuti ovarici erano stati prelevati e congelati.
Nonostante la donna non sia rimasta incinta, gli scienziati sono entusiasti. E' infatti la prima volta che un ovulo prodotto da tessuto ovarico congelato viene fertilizzato in provetta e secondo molti la nascita del primo bambino e' solo questione di tempo.
Il successo dell'esperimento - i cui risultati sono pubblicati sulla rivista medica The Lancet - rappresenta inoltre una speranza per le migliaia di donne malate di cancro, che potrebbero in futuro congelare un'ovaio prima di cominciare la chemioterapia.
L'ovaio viene rimosso, congelato e successivamente reimpianto quando la paziente lo decidera'.
Ma oltre al ruolo fondamentale nella lotta contro gli effetti collaterali della chemioterapia, la tecnica potra' aiutare le donne con una storia di menopausa precoce famigliare alle spalle. Non mancheranno tuttavia problemi di natura etica dal momento che, come rilevano i quotidiani britannici, l'intervento potra' permettere a donne assolutamente sane e normali di allungare la soglia della fertilita'. Basta insomma congelare un'ovaio a vent'anni per poterla usare a 50.
''Stiamo lavorando a questa tecnica per aiutare le pazienti di cancro che non hanno altra scelta se vogliono avere un bambino'', ha spiegato Kutluk Oktay, della Cornell University, che sta lavorando alla ricerca.
La procedura e' relativamente semplice: l'ovaio viene rimosso dal corpo di una donna, poi congelato. Quando la donna decide di volere un figlio, alcune parti di ovaio vengono scongelate ed impiantate sotto la pelle del basso addome. Una volta che le parti sono collegate ai vasi del sangue, cominciano a funzionare alla stregua di tessuti ovarici normali e producono ormoni che fanno ricominciare il ciclo mestruale, creando ovuli.
Questi possono essere allora rimossi con una piccola operazione eseguita in anestesia locale e poi fertilizzati con un'iniezione di sperma intracitoplasmica (Icsi).
Secondo Oktay i primi risultati dello studio mostrano che saranno possibili gravidanze normali e parti. Soprattutto, se il sistema funzionera' davvero, ci sara' un duplice risultato: da un lato le donne riusciranno a preservare la loro fertilita' nonostante cure invasive, dall'altra potranno restare incinta anche dopo il congelamento dei tessuti per un lungo periodo di tempo.
Attualmente gli uomini possono congelare lo sperma prima di sottoporsi alla chemioterapia. Per le donne pero' e' piu' complicato perche' anche se gli ovuli possono essere congelati, difficilmente sopravvivono al processo di congelamento e scongelamento. Inoltre, senza ricorrere a speciali farmaci per la fertilita' - spesso incompatibili con quelli assunti durante la chemioterapia - non e' possibile prelevare piu' di un ovulo per ogni ciclo mestruale. E dal momento che alla nascita le donne hanno gia' gli ovuli che produrranno nel corso della loro vita, il tessuto ovarico puo' essere prelevato anche da ragazzine malate di cancro, per essere riutilizzato anni e anni dopo.

Fonte: ANSA (10/03/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: embrion
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