Ricerca staminali: progetto ordinanza solleva forti opposizioni
BERNA - Il progetto dordinanza che fissa le modalità della ricerca sulle cellule staminali ha sollevato forti opposizioni in procedura di consultazione. Troppo normativa e densa, critica la destra, i
BERNA - Il progetto d'ordinanza che fissa le modalità della ricerca sulle cellule staminali ha sollevato forti opposizioni in procedura di consultazione. Troppo normativa e densa, critica la destra, incompatibile con la legislazione attuale, rimproverano i Verdi e l'Appello di Basilea contro la tecnologia genetica.
L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha consultato 120 istanze, partiti e ambienti interessati sull'ordinanza d'applicazione della legge relativa alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Certi interlocutori come il Canton Berna, i Verdi e l'Appello di Basilea gli rinfacciano di aver corso troppo.
In effetti non è sicuro se questo tipo di ricerca sarà autorizzato in Svizzera: l'Appello di Basilea ha lanciato un referendum contro la legge adottata in dicembre dal parlamento. Se avrà buon esito entro l'8 aprile, né l'ordinanza né la legge potranno entrare in vigore a inizio giugno come previsto.
Il PLR e l'UDC, che sottolineano l'importanza del testo per la piazza economica elvetica, propongono di rivederlo da cima a fondo. Con i suoi 34 articoli, l'ordinanza fa dubitare della «capacità dei medici responsabili di centri di procreazione a informare le coppie che hanno la paternità di embrioni in sovrannumero», scrive Sébastien Leprat, segretario del PLR.
Le molteplici condizioni da rispettare rischiano d'impedire la ricerca fondamentale, temono i portavoce degli ambienti economici e certi cantoni. UDC e PLR ritengono inoltre redibitori i finanziamenti richiesti dai laboratori di ricerca.
Il PPD, come pure il Canton Grigioni, vedono nell'ordinanza un complemento pertinente alla legge, ma insistono sul fatto che le coppie possano decidere con cognizione di causa e che la presa di posizione della Commissione etica si aggiunga all'informazione medica. I democristiani vogliono inoltre che il numero degli embrioni necessari alla ricerca sia chiaramente definito.
Per la Conferenza dei vescovi svizzeri l'ordinanza deve far apparire chiaramente che «si uccidono degli embrioni che sono degli esseri umani per produrre altri embrioni». Essa non deve dare l'impressione che la ricerca salverà embrioni, né risuonare come ingiunzione indirizzata alle coppie e ai medici a mettere gli embrioni a disposizione della scienza.
I Verdi sostengono il referendum al fianco dei fondamentalisti cattolici di «Sì alla vita». Gli ecologisti rifiutano di dare il via libera «sotto il diktat degli ambienti farmaceutici» a una ricerca «così controversa» sia sul piano etico che legale.
Come l'Appello di Basilea, i Verdi mettono in dubbio la costituzionalità dell'ordinanza. Essa è in contraddizione con il progetto di legge sui trapianti e con la legge sulla medicina riproduttiva, sostengono.
L'Appello di Basilea chiede di chiarire lo statuto dell'embrione in caso d'abbandono del progetto parentale. Il tempo di riflessione dei genitori dev'essere stabilito di caso in caso con il medico, anche a rischio che una parte degli embrioni vada persa per la scienza.
Firmando il formulario di consenso, i genitori devono sapere che le cellule estratte dai loro embrioni in sovrannumero possono essere modificati geneticamente, brevettati e trapiantati, aggiunge l'associazione.
Quanto alle condizioni di ricerca e alla legislazione dei paesi esportatori e importatori di cellule staminali embrionali, l'ordinanza non risolve nulla: fautori ed oppositori della legge sono d'accordo su questo punto.
Stando ai dati dell'UFSP, la riproduzione medicalmente assistita produce ogni anno un centinaio di embrioni in sovrannumero. Esistono attualmente un'ottantina di progenie repertoriate di cellule staminali embrionali all'estero, secondo un rapporto di TA-Swiss, il Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche.
Fonte: (15/03/2004)
Pubblicato in Biotecnologie
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