La depressione provoca più disabilità del diabete
«Le patologie neuropsichiatriche sono in aumento, dobbiamo attrezzarci. E imparare a parlarne»
Professor Tansella, ancor oggi - anche in ambienti cosiddetti altolocati - si fatica ad ammettere l’esistenza di problemi mentali. «È vero, purtroppo. Eppure da recenti indagini epidemiologiche emerge che in una famiglia su quattro, al giorno d’oggi, un componente manifesta disturbi mentali. Vogliamo lo stigma di quelle persone? Dobbiamo sforzarci piuttosto di diffondere il modello di assistenza alle patologie psichiatriche: la gente deve sapere che in ogni momento della giornata vi sono strutture in cui la crisi può essere curata».
L’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, ha lanciato l’allarme sul fronte delle malattie e dei disturbi mentali...
«Questo perchè le malattie mentali hanno un impatto sulla salute pubblica molto grande. In tal senso l’Oms da qualche anno utilizza, per valutare questo impatto, non solo i tassi di morbilità (ossia la proporzione di persone ammalate nella popolazione generale) e di mortalità, ma anche un nuovo indicatore, definito «Daly’s». Si tratta di un’unità di misura che calcola il peso per la società determinato sia dalla mortalità provocata da una determinata malattia o patologia, sia dalla disabilità che la stessa malattia provoca. Si usa una formula matematica che tiene conto della gravità e anche della durata della disabilità. Ebbene, utilizzando questo nuovo parametro l’Oms ha calcolato che le malattie mentali, nel mondo, rappresentano da sole il 12,3% del peso di tutte le malattie.
Per fare un raffronto, le neoplasie costituiscono meno del 6% di tutte le malattie, l’Aids pesa il 6,1% e le malattie cardiovascolari circa l’11%. In altre parole, la sofferenza provocata dalle malattie mentali e i costi che esse provocano alla società sono circa il doppio rispetto a quelli dovuti a tutte le forme di cancro. Inoltre è stato dimostrato che la depressione provoca una disabilità più lunga e più grave di quella indotta da malattie croniche molto diffuse come l’ipertensione, l’artrite e il diabete».
Secondo l’Oms, in particolare, tra 20 anni i disturbi neuropsichiatrici, dalle forme di ansia e depressione sino alle gravi psicosi, cioè la schizofrenia, graveranno per il 16,4% del totale nelle nazioni europee più povere e per il 25,4% nei paesi più industrializzati.
«Dobbiamo attrezzarci quanto prima, perché di fronte a questi numeri e a queste proiezioni occorre riconoscere che abbiamo a disposizione risorse sotto dimensionate e, in molte aree del nostro paese, insufficienti. E la ricerca non è povera, è orfana. Eppure, nonostante queste difficoltà oggi è possibile curare molte malattie mentali più e meglio di 10-15 anni fa. I risultati di ricerche in corso fanno ipotizzare, inoltre, risultati ancor più promettenti per il futuro e confermano l’importanza di investimenti nella ricerca proporzionali all’importanza della sfida».
Argomento che le sta particolarmente a cuore, quello della ricerca e della formazione...
«Senza ricerca non si potrà migliorare la terapia e la prognosi delle malattie mentali. Il nostro centro, in particolare, riconosciuto Centro collaboratore dell’Oms dal 1987, siamo impegnati in ricerche nel settore della valutazione degli esiti delle cure, della soddisfazione degli utenti, della valutazione dei costi, dei percorsi di cura dei pazienti gravi e della comunicazione tra operatori sanitari e pazienti. Sono inoltre cominciati progetti sulle psicosi all’esordio che comprendono valutazioni genetiche e studi di neouroimaging con la risonanza magnetica. Ma, a parte le ricerche più specialistiche, si deve ricordare che la comunicazione, in un’assistenza sanitaria moderna, ricopre un’importanza decisiva: i nostri psicologi clinici hanno messo a punto in questo ambito training di formazione per migliorare la qualità della comunicazione e quindi la qualità dell’assistenza ospedaliera e hanno elaborato un sistema di valutazione dei training che è utilizzato anche in altri paesi».
Fonte: (16/03/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag:
depression,
ansia,
diabet
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