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Le commissioni nei concorsi per ricercatori

Ricercatrice sotto cappa


Commissioni per la selezione di ricercatori universitari, cambiata la formulazione con la riforma Gelmini, non cambiano i risultati: si riesce sempre a capire chi vincerà

Per il momento siamo a quattro su cinque. Quattro pronostici azzeccati sui primi cinque concorsi per ricercatore universitario presi in esame da Andrea, il curatore del sito pronosticailricercatore.blogspot.com. Giovane studioso di matematica espatriato per carenza di cattedre (o forse di sponsor adeguati), Andrea ha lanciato nello scorso febbraio il toto-concorsi delle selezioni accademiche svolte con il nuovo sistema, offrendosi di pagare un euro in beneficenza per ogni risultato azzeccato. In meno di un mese ha ricevuto oltre 400 pronostici, e questi resi pubblici sul sito sono solo i primi cinque di cui si conoscono già gli esiti. Naturalmente può trattarsi di una coincidenza, o forse i vincitori sono davvero i candidati più qualificati, pertanto non era difficile indovinarne i nomi. Sta di fatto che, esattamente come accadeva con il vecchio sistema, le selezioni accademiche non riservano sorprese.

LE NUOVE REGOLE - Per sgombrare il campo da sospetti di combine e favoritismi, la riforma Gelmini del reclutamento universitario (la legge è la numero 1 del 2009) aveva introdotto il principio di casualità nella composizione delle commissioni universitarie.
Ovvero, i quattro commissari esterni (due per i ricercatori) non vengono scelti più tramite elezione, ma con un sorteggio tra i primi dodici più votati (i primi sei tra i ricercatori). Un principio che sicuramente ha giovato al sistema, perché per la prima volta sono entrati in commissione anche quei docenti che non hanno mai accettato di scendere a compromessi.

LE RINUNCE - Eppure anche in questo caso bisogna registrare un'anomalia. Nelle 1786 commissioni formate per sorteggio per i concorsi da ordinario e associato (si tratta della prima sessione 2008), si sono dimessi 342 commissari. In sostanza, uno ogni cinque commissioni, ed è stato perciò necessario procedere alla sostituzione. In passato le rinunce erano nell'ordine delle decine. Come mai si è arrivati a un tasso di morbilità che sfiora il 20%? Naturalmente perché prima le nomine venivano "concordate", e in qualche caso pilotate. Oggi, invece, è possibile ritrovarsi commissario anche contro la propria volontà. Ma c'è anche chi avanza un altro sospetto: "Una scuola forte, in cui ci sono gruppi di potere consolidati – spiega Giovanni Grasso, docente e animatore del blog Il Senso della misura - può anche condizionare le dimissioni, magari per favorire commissari più malleabili. Tuttavia bisogna ammettere che con la nuova legge il sistema è migliorato. Oggi entrano nel meccanismo di selezione anche i docenti "scomodi", quelli che vanno controcorrente. Prima sarebbe stato impossibile".

Redazione MolecularLab.it (22/06/2010)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: ricercatori, commisione, universita
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