Creato in Italia un vaccino contro l'AIDS
Nasce a Brescia il vaccino terapeutico che blocca la proteina p17, responsabile dell'indebolimento delle difese immunitarie
Al meeting internazionale sull'AIDS e il cancro dell'Istituto americano di virologia umana, che si è svolto a Tropea, è stato presentato il vaccino contro l'AIDS ideato dal docente di microbiologia all'Università di Brescia Arnaldo Caruso. Il vaccino, ideato dall'azienda biotech Medestea Research & Production di Torino, è capace di bloccare la proteina virale p17, responsabile di attaccare i monociti e i linfociti T. La p17 è una proteina che si trova all'interno del virus tra il nucleo e l'involucro e pare essere responsabile anche di linfomi e tumori. Caruso ha spiegato: "Grazie alla sperimentazione su conigli e topi si è potuto notare che il vaccino fornisce una risposta anticorpale molto efficace. Dopo i primi dati pubblicati su Pnas nel 2002, si sono portate avanti delle ricerche sulle cellule vulnerabili all'HIV, che hanno dimostrato la capacità della proteina p17 di danneggiare le cellule immunitarie e l'abilità degli anticorpi sviluppati durante l'infezione contro la proteina virale, di bloccarne l'attività".
Successivamente la sequenza di aminoacidi attiva della p17, la At20, inoculata in animali ha prodotto degli anticorpi che proteggono le cellule immunitarie dall'azione della proteina. La At20 si dimostra essere immutata in almeno 17 ceppi virali, presenti sia in Europa che in Africa, e molto simile a se stessa nonostante le numerose mutazioni del virus. Robert Gallo, direttore dell'Istituto americano di virologia umana, ha affermato "L'utilizzo dei vaccini terapeutici sta dando risultati interessanti". Grazie al modesto costo del vaccino, inoltre, potrà essere utilizzato anche dai Paesi che oggi faticano ad accedere alla terapie. Attualmente l'At20 è in fase I di sperimentazione, necessaria per valutarne la innocuità, sui pazienti sieropositivi, mentre per la fase II, indispensabile per accertarne l'efficacia, serviranno soggetti asintomatici e pazienti sotto terapia antiretrovirale, che necessitano di un rafforzamento delle difese immunitarie. Il vaccino terapeutico fornito ai sieropositivi, ancora asintomatici, permetterà loro di sviluppare resistenze al virus, evitando che questo si replichi indisturbato. Prossimamente c'è il progetto di combinare questo vaccino con gli anticorpi monoclonali anti p17: la terapia è coperta da un brevetto della Medestea. Caruso spiega che "Una volta che gli anticorpi hanno bloccato la proteina e hanno fornito un graduale ripristino delle difese dell'organismo, in aggiunta a quello ottenuto con i farmaci antiretrovirali, si somministrerà anche il vaccino terapeutico con la speranza che il paziente possa produrre finalmente i suoi anticorpi". Infine l'ideatore del vaccino ha aggiunto "E' previsto dal comitato etico, che si applichi un'interruzione programmata della terapia per eseguire una prova di funzione del vaccino. Di solito, se si interrompe la terapia con i farmaci in un paziente non vaccinato, la carica virale sale; ma se vaccinandolo, ciò non avviene e il virus non riemerge, vuol dire che il vaccino funziona. Successivamente si rimette in cura il paziente".
Redazione (20/10/2010)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag:
p17,
aids,
vaccino,
anticorpi
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