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Consumatori contrari ai prodotti Ogm e sensibili alla qualità
Coldiretti, solo il 13% li comprerebbe
Roma. Ogm? Neanche gratis. Nonostante l’incessante corsa dei prezzi che non dà tregua, nessuno o quasi è disposto a farsi sedurre dal transgenico. Solo un italiano su dieci (13%) infatti consumerebbe alimenti biotecnologici a condizione di ottenere uno «sconto» rilevante, mentre il 53% non li acquisterebbe neanche se costassero «molto molto meno» rispetto a quelli tradizionali. Che la diffidenza nei confronti dell’ogm regni sovrana nelle case degli italiani - la dice lunga anche il fatto che il 34% del campione ha preferito non rispondere - emerge con forza dall’«Indagine 2003 Coldiretti-Ispo» presentata ieri al «Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione» di Cernobbio, la tradizionale due-giorni dedicata al futuro dell’agroalimentare nazionale.
Interessanti le motivazioni che spingono al gran rifiuto: il 50% degli italiani ritiene che non facciano bene alla salute, il 52% che siano meno salutari di quelli tradizionali ed il 40% che non contengano elementi nutritivi in quantità superiore agli altri prodotti.
L’unica arma a disposizione dei consumatori è l’etichetta, tant’è che se per il 78% è necessaria indicando il luogo di origine, per il 68% è indispensabile per conoscere la presenza, seppur minima, di ingredienti trangenici.
«Bisogna garantire un’effettiva libertà di scelta alle imprese agricole e ai consumatori che chiedono di produrre ed acquistare alimenti non contaminati da Ogm», afferma il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni, nel sottolineare che non si tratta di una scelta ideologica, ma puramente economica. Il vero obiettivo deve essere quindi quello di valorizzare le produzioni «made in Italy» e difenderle dalla omologazione e dalla delocalizzazione territoriale.
Un concetto, questo, che trova riscontro nel Rapporto, visto che 4 consumatori su 10 sono disposti a pagare di più pur di avere certezza della qualità e dell’origine italiana garantita. Cresce il consenso verso la produzione agricola «made in Italy»; è tenuta in alta considerazione per varietà dei prodotti (80%), gusto e ricchezza dei sapori (80%), qualità nutrizionale (79%), legame con il territorio (78%) ed affidabile (74%). Così il 49% preferisce alimenti tradizionali legati al territorio rispetto ai biologici (18%), ai garantiti Ogm free (8%), agli equo-solidali (5%) ed infine agli «arricchiti» da nutrienti (1%).
Abitudini che si riflettono nel carrello della spesa, visto che l’80% dei consumatori acquista con una certa regolarità prodotti a denominazione di origine, il 78% quelli organici, il 63% i biotech free, il 54 % quelli «arricchiti» e il 50% quelli del commercio equo e solidale.
Insomma gli italiani a tavola vogliono star tranquilli e sono disposti a spendere per avere certezza; all’alimentazione, seconda voce dopo l’abitazione, destinano il 15,3% delle loro entrate per un valore complessivo di 116 miliardi di Euro (»3,7% rispetto al 2001) con un importo per famiglia di circa 420 Euro/mese. Quanto alla struttura dei consumi, al primo posto spicca la carne (22%), seguita da pane (17%), latticini (13,6%) ed ortaggi (11,5%).
Fonte: (25/10/2003)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
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