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n/a
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488 Messaggi |
Inserito il - 26 luglio 2007 : 09:05:12
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Il passaggio stage/contratto a tempo determinato/contratto a tempo indeterminato non succede sempre e può non succedere mai. Per quella che è la mia esperienza (e quella di diversi colleghi) è falsa l'affermazione secondo cui "se lavori bene il contratto passa da tempo determinato a tempo indeterminato). Accade più semplicemente che hai maggiori probabilità di essere richamato per un successivo contratto a tempo determinato. Comunque non dico che Verina dica bugie, dico che l'assioma: stage/tempo determinato/tempo indeterminato risulta falso per la mia esperienza. Ci vorrebbe qualcuno che abbia fatto la trafila stage/tempo determinato/tempo indeterminato e possa dire quanti colleghi hanno avuto lo stesso risultato. Ciascuno di noi porta, per forza di cose esperienze parziali. |
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Verina
Utente Junior
Città: Milano
285 Messaggi |
Inserito il - 26 luglio 2007 : 09:12:59
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e finalmente concordo con te!!!
il passaggio tra le diverse forme di contratto dipende dalla situazione dell'azienda, dal numero di persone che può avere, dipende dagli obiettivi raggiunti nell'anno, dipende dal tempo da cui sei lì; la trafila infatti nn è lineare, era per far notare che difficilmente a 26-30 anni si ha un bel contratto indeterminato. Ad esempio, una mia amica che era in azienda farmaceutica con me, ha deciso di fare la clinical monitor, ha 26 anni e ora ha il suo bell'indeterminato. Sicuramente è un caso raro per l'età, però non si può dire che nn ci siano, o almeno io conosco chi è nella situazione che chiedete e conosco tanti che nn lo sono.
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n/a
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488 Messaggi |
Inserito il - 26 luglio 2007 : 10:21:21
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Dalla mia esperienza lavorativa però (sia nell'ambito della consulenza che del laboratorio o dell'insegnamento) ho rilevato che nella stragrande maggioranza dei casi le aziende preferiscono assumere con contratti a progetto, contratti di ricerca, contratti di collaborazione, e tutte quelle forme contrattuali che lascino a carico dell'assunto gli oneri previdenziali. Il vero problema non è il contratto a tempo indeterminato ma il contratto che è retribuito la metà del contratto di un dipendente. Un fatto di cui nessuno tiene conto è che un contratto da 1000 euro/mese per una collaborazione equivale a un contratto da 500 euro/mese per un dipendente (in quanto un dipendente che sia retribuito 1000 euro/mese, ha diritto a: ferie, tredicesima, quattordicesima, contributi previdenziali, maternità ecc.). Una volta, mentre svolgevo un incarico di ricerca, un tecnico (di quelli con la quinta superiore), mi disse che mi pagavano più di lui - spero ben- (1300 euro/mese vs 1200) ma quell'essere immondo (imboscato cronico di prima categoria: si imboscava mezza ora al giorno tutti i gioni per farsi due settimane di ferie di più all'anno ogni anno) faceva il conto sul suo stipendio netto, non sul fatto che gli venivano pagate ferie, tredicesime, infortunio, malattia, previdenza e addirittura allattamento (anche per i maschi, roba da matti). Per cui qundo sento frignare i dipendenti pubblici perchè prendono 1000 euro/mese mi viene la nausea. oltretutto alcuni biologi in laboratorio sono pagati con tariffa oraria (roba da matti) inferiore alle 15 euro/ora. Una ripetizione ad un alunno delle superiori è retribuita 15 euro/ora in nero (e 13,33 euro in chiaro nelle scuole private). Ma ci rendiamo conto dello schifo? Hanno regalato schiavi alle aziende che guadagnano in questo modo. Se questa è l'occupazione che sale (sul sangue di persone con lauree e specializzazioni) l'eversione è veramente l'unica via (detto da un anticomunista). E Padoa Schioppa ha anche inserito gli studi di settore che vanno a colpire i precari con partita IVa. Ma che provassero a lavorare una volta in vita loro....
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antobiotec
Nuovo Arrivato
9 Messaggi |
Inserito il - 27 luglio 2007 : 19:40:20
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in certi casi è solo un titolo!!!una specialistica con più di 50 materie in 2 anni, tra cui materie inutili di un solo credito, che specializzazione può darti? sarebbe meglio avere poche materie fatte bene piuttosto che tante nozioni..... quando esponi i tuoi dubbi ad altri colleghi ti dicono che l'importante è avere il titolo!!!!!! i miei dubbi se iscrivermi o meno alla specialistica dipendono da questo!!!!!purtroppo nn posso permettermi una specialistica fuori e la soluzione sarebbe sceglierne un'altra che nn è correlata ai miei interessi!!!!io ho tanta voglia di studiare e lavorarein questo settore e mi chiedo che senso abbia così. avrò un titolo e ...... quale preparazione???? |
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n/a
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488 Messaggi |
Inserito il - 28 luglio 2007 : 05:35:08
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Da un punto di vista legale i colleghi hanno ragione quando dicono che serve il titolo, nel senso che l'ordine dei biologi non ha suddivisioni per cui un biologo che si iscriva alla sezione A con una laurea specialistica in biotecnologie industriali può svolgere le stesse attività di un biologo con specialistica in scienza della nutrizione umana. Anche le aziende assumono, spesso, indifferentemente: biologi, biotecnologi, CTF, chimici o tecnici di laboratorio. Comunque la questione della preparazione è basilare: è vero che tutte le aziende fissano un periodo di apprendistato (sottoforma di stage o similare) ma è anche vero che pretendono una formazione di base (che gli consenta di limitare il periodo di apprendistato, per l'azienda economicamente improduttivo). Se la formazione è deficitaria (ad esempio perchè i laboratori svolti durante il corso di laurea erano delle mere dimostrazioni, causa sovraffollamento, le possibilità di lavoro scemano). Una soluzione potrebbe essere quella di curare la propria formazione ad esami conclusi: tramite un internato di laurea in un laboratorio che operi nel settore che interessa o tramite, purtroppo, volontariato. La riforma universitaria è stata attuata infischiandosene delle necessità degli studenti ma con la sola finalità di moltiplicare le cattedre (questo spiega i molti esami da pochi CFU). La solita italia di imbroglioni, il più corrotto dei Paesi industrializzati: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/approfondimenti/visualizza_new.html_152743890.html
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caramella
Utente Junior
127 Messaggi |
Inserito il - 28 luglio 2007 : 12:17:17
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Citazione: Messaggio inserito da chick80
Io resto dell'idea che siano due problemi diversi
1) la possibilità di avere corsi non superaffollati 2) la possibilità di avere una selezione meritocratica
sono entrambe cose che andrebbero cambiate.
D'accordo su quanto dice caramella cmq
Secondo me un altro problema è che oggigiorno c'è questa diffusa opinione che se non hai una laurea non puoi fare nulla. E le università sono piene di gente che non ha voglia di studiare. Ho degli amici che hanno deciso di non fare l'università perchè non gli andava di studiare ed ora hanno degli ottimi posti di lavoro e guadagnano bene. Personalmente li ammiro molto di più di quelli che stanno 20 anni in uni giusto per avere un pezzo di carta.
@antobiotec: non conosco personalmente biotech che lavorano in azienda, ma conosco vari biotech che fanno ricerca e non se la passano male (all'estero).
Bè si sull'affollamento dei laboratori ti dò ragione, ma se i laboratori si facessero, per esempio, a partire dal secondo anno, e se contemporaneamente ci fosse una certa "scrematura" forse non ci sarebbe tantissima gente.. Porto l'esempio di una mia amica di ingegneria: al primo anno erano sui 100-120 iscritti. A lasciare già solo dopo il primo semestre furono già la metà: dal secondo semestre a seguire ancora erano rimasti in una cinquantina.. Poi selezione di un'altra ventina di persone all'inizio del secondo anno: si sono ritrovati in una trentina (come una classe delle superiori insomma) e così sono arrivati fino alla laurea.. Per questo dico che se ci fosse una severa selezione, forse il numero chiuso non servirebbe neanche in casi come quello da te citato. Utopia, lo so perfettamente, però sarebbe bello se le cose andassero così! |
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caramella
Utente Junior
127 Messaggi |
Inserito il - 28 luglio 2007 : 12:20:34
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Citazione: Messaggio inserito da antobiotec
in certi casi è solo un titolo!!!una specialistica con più di 50 materie in 2 anni, tra cui materie inutili di un solo credito, che specializzazione può darti? sarebbe meglio avere poche materie fatte bene piuttosto che tante nozioni..... quando esponi i tuoi dubbi ad altri colleghi ti dicono che l'importante è avere il titolo!!!!!! i miei dubbi se iscrivermi o meno alla specialistica dipendono da questo!!!!!purtroppo nn posso permettermi una specialistica fuori e la soluzione sarebbe sceglierne un'altra che nn è correlata ai miei interessi!!!!io ho tanta voglia di studiare e lavorarein questo settore e mi chiedo che senso abbia così. avrò un titolo e ...... quale preparazione????
Ciao antobiotec! Purtroppo il proliferare di tanti corsi di laurea e di tante "specializzazioni" diverse ha fatto sì che nella nostra testolina si generi un caos colossale!!! Anche a me, sulla carta, piacerebbero altre specialistiche fuori dalla città dove ho studiato finora.. Però la vedo in questo modo: hai provato ad informarti se ci sono laboratori che seguono progetti di ricerca che ti piacerebbe seguire per la laurea specialistica? Così magari compensi il fatto che anche se sulla carta ci sono materie del corso di laurea che non ti interessano tantissimo, hai la possibilità di acquisire informazioni e di lavorare su ciò che più ti piace.. Ciao! |
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puccio
Utente Junior
Prov.: Piacenza
Città: cortemaggiore
245 Messaggi |
Inserito il - 28 luglio 2007 : 22:15:49
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per restare inerente al titolo"laurea triennale" come ho ripetuto svariate volte.. l unica soluzione e andare all estero dove le lauree triennale sono riconosciute (e incredibile ricoscono la tua qualifica all estero ma non nel tuo paese dove ti sei laureato..)secondo me qui in Italia non lavorano nessuno in qsto settore a prescindere dalla laurea ma qsta e un altra questione.
comunque per chi vuole un opportunita di poter realizzare i suoi sgni e andare VIA.. secondo fare master specializzazioni e via dicendo in Italia e un gioco che non vale la candela.. |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 28 luglio 2007 : 23:41:57
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Citazione: Bè si sull'affollamento dei laboratori ti dò ragione, ma se i laboratori si facessero, per esempio, a partire dal secondo anno, e se contemporaneamente ci fosse una certa "scrematura" forse non ci sarebbe tantissima gente.. Porto l'esempio di una mia amica di ingegneria: al primo anno erano sui 100-120 iscritti. A lasciare già solo dopo il primo semestre furono già la metà: dal secondo semestre a seguire ancora erano rimasti in una cinquantina.. Poi selezione di un'altra ventina di persone all'inizio del secondo anno: si sono ritrovati in una trentina (come una classe delle superiori insomma) e così sono arrivati fino alla laurea.. Per questo dico che se ci fosse una severa selezione, forse il numero chiuso non servirebbe neanche in casi come quello da te citato. Utopia, lo so perfettamente, però sarebbe bello se le cose andassero così!
Certo, anche una situazione così non sarebbe niente male. E' quello che succede a ingegneria anche a Milano (moltiplica per 10 i numeri, ma è lo stesso) |
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canary 86
Utente Junior
241 Messaggi |
Inserito il - 29 luglio 2007 : 01:05:11
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Citazione: Messaggio inserito da caramella
Citazione: Messaggio inserito da chick80
Io resto dell'idea che siano due problemi diversi
1) la possibilità di avere corsi non superaffollati 2) la possibilità di avere una selezione meritocratica
sono entrambe cose che andrebbero cambiate.
D'accordo su quanto dice caramella cmq
Secondo me un altro problema è che oggigiorno c'è questa diffusa opinione che se non hai una laurea non puoi fare nulla. E le università sono piene di gente che non ha voglia di studiare. Ho degli amici che hanno deciso di non fare l'università perchè non gli andava di studiare ed ora hanno degli ottimi posti di lavoro e guadagnano bene. Personalmente li ammiro molto di più di quelli che stanno 20 anni in uni giusto per avere un pezzo di carta.
@antobiotec: non conosco personalmente biotech che lavorano in azienda, ma conosco vari biotech che fanno ricerca e non se la passano male (all'estero).
Bè si sull'affollamento dei laboratori ti dò ragione, ma se i laboratori si facessero, per esempio, a partire dal secondo anno, e se contemporaneamente ci fosse una certa "scrematura" forse non ci sarebbe tantissima gente.. Porto l'esempio di una mia amica di ingegneria: al primo anno erano sui 100-120 iscritti. A lasciare già solo dopo il primo semestre furono già la metà: dal secondo semestre a seguire ancora erano rimasti in una cinquantina.. Poi selezione di un'altra ventina di persone all'inizio del secondo anno: si sono ritrovati in una trentina (come una classe delle superiori insomma) e così sono arrivati fino alla laurea.. Per questo dico che se ci fosse una severa selezione, forse il numero chiuso non servirebbe neanche in casi come quello da te citato. Utopia, lo so perfettamente, però sarebbe bello se le cose andassero così!
nn e' per niente utopia
ad esempio alla facolta' di ing di napoli federico secondo e' una stupenda realta'
quella e' selezione seria
nn test di 80 domande in due ore |
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martybod
Nuovo Arrivato
Città: Bolzano
4 Messaggi |
Inserito il - 07 agosto 2007 : 09:50:36
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per quanto mi riguarda io sono assolutamente d'accordo con il numero chiuso.
A Pd x biotech c'erano 75 posti e tutto va benissimo, c'è spazio nelle aule, nei laboratori, veniamo seguiti moltissimo..certo sembra ancora di essere al liceo, gli insegnanti conoscono il nostro nome, ci danno del tu etc..
All'inizio del secondo anno ci siamo ritrovati in 50 perchè durante gli esami segavano tantissimo e la gente che non era davvero convinta ha rinunciato.
Ad ottobre inizierò il terzo anno e sinceramente non so proprio in quanti saremo dato che anche quest'anno c'è stata una strage ad ogni esame...
Il numero chiuso e la meritocrazia danno la possibilità alle persone davvero interessate a laurearsi, ad apprendere il più possibile ed essere davvero seguiti. |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 07 agosto 2007 : 10:42:24
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Citazione: gli insegnanti conoscono il nostro nome, ci danno del tu etc...
E' quello che succede qui. Figuratevi che agli insegnanti prima del corso viene dato un bel foglio con stampati nomi e foto di chi segue il corso. Inoltre alla fine del corso vengono fatte le valutazioni del corso e dell'insegnamento (come si fanno anche in Italia), solo che qui c'è qualcuno che le legge e se le valutazioni sono negative possono prendere provvedimenti. |
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canary 86
Utente Junior
241 Messaggi |
Inserito il - 07 agosto 2007 : 21:44:53
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Citazione: Messaggio inserito da martybod
per quanto mi riguarda io sono assolutamente d'accordo con il numero chiuso.
A Pd x biotech c'erano 75 posti e tutto va benissimo, c'è spazio nelle aule, nei laboratori, veniamo seguiti moltissimo..certo sembra ancora di essere al liceo, gli insegnanti conoscono il nostro nome, ci danno del tu etc..
All'inizio del secondo anno ci siamo ritrovati in 50 perchè durante gli esami segavano tantissimo e la gente che non era davvero convinta ha rinunciato.
Ad ottobre inizierò il terzo anno e sinceramente non so proprio in quanti saremo dato che anche quest'anno c'è stata una strage ad ogni esame...
Il numero chiuso e la meritocrazia danno la possibilità alle persone davvero interessate a laurearsi, ad apprendere il più possibile ed essere davvero seguiti.
ma perche' ci ostiamo a associare il numero chiuso alla meritocrazia?
fare meritocrazia durante il corso di studi e' una cosa cosi assurda?
nn ci vedo niente di assurdo:la cosa assurda e' pretendere di capire chi sono i capaci e i meritevoli da un test.
onestamente,mi dovete dire
e' meglio una selezione durante il corso di studi o con un test?
se parliamo di problemi di spazi e strutture siamo d'accordo
ma se diciamo che i meritevoli si individuano da un test a crocette ho qualche dubbio
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
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Verina
Utente Junior
Città: Milano
285 Messaggi |
Inserito il - 08 agosto 2007 : 09:05:41
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numero molto chiuso e tanti 18 quando servono durante il corso, e altra bella cosa credo sia un fuori corso limitato in anni.. ad esempio, al SanRaf se sei fuori corso da 3-4 anni saluti tutti e te ne vai. |
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Verdelacca
Nuovo Arrivato
5 Messaggi |
Inserito il - 08 agosto 2007 : 23:56:14
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Citazione: Messaggio inserito da antobiotec
c'è qualcuno che dopo la laurea triennale in biotecnologie è riuscito a trovare un lavoro minimamente attinente al suo corso di studi in italia? le possibilità con la specialistica sono maggiori?
Ciao ti posso portare la mia esperienza. Mi sono laureata a marzo 2004 in Biotecnologie mediche (triennale). Ho fatto il test x la specialistica (a Pavia c'erano 20 posti x indirizzo). A maggio 2005 ho partecipato ad un concorso pubblico presso l'ospedale x una borsa di studio (senza appoggi di nessun tipo). E ho lavorato un anno in Anatomia patologia (mi occupavo principalmente di immunoistochimica). Non ho imparato molto a livello tecnico ma mi è servito x capire come organizzare il lavoro e come interagire con varie figure professionali (medici, biologi, e perchè no anche segretarie). Certo alla fine vieni considerato nè più nè meno come un tecnico di laboratorio...ma credo che dipende anche molto dall'ambiente in cui ti trovi a lavorare. Non ti so ancora dire se con la laurea specialistica la situazione cambierà (inizierò a lavorare a settembre). Ti posso dire solo che con i corsi della specialistica (ho frequentato quelli di biotecnologie farmaceutiche) ho potuto approfondire molto meglio alcune tecniche. E ho capito dove voglio concentrare il mio interesse. In bocca al lupo! |
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