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davidet
Nuovo Arrivato
44 Messaggi |
Inserito il - 29 giugno 2009 : 13:48:39
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Ciao, sono un ragazzo di 31 anni, arrivato al conseguimento di una laurea specialistica in biotecnologie lavorando presso una azienda farmaceutica. Purtroppo il lavoro che svolgo, sebbene io reputo ben pagato, non mi da pero` quella soddisfazione che avrei se lavorerei nella ricerca. Quindi ora mi si presenta la possibilita` di candidarmi ad un dottorato che mi interessa, ma ho paura a lasciare il lavoro per la mia indipendenza economica raggiunta, anche se farei lo stesso un dottorato per 800 euro. Datemi un consiglio, cosa fareste voi, lascereste il lavoro o....
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davidet
Nuovo Arrivato
44 Messaggi |
Inserito il - 29 giugno 2009 : 13:51:16
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Solo per specificazione, la laurea l`ho conseguita lavorando e studiando, se non era chiaro rispetto a sopra scritto. |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
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mariantò
Nuovo Arrivato
Città: Reggio Calabria
113 Messaggi |
Inserito il - 29 giugno 2009 : 14:24:59
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Davide ti ho inviato un messaggio privato! |
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 30 giugno 2009 : 08:09:14
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mannagia sti' ricercatori cuori romantici..sei bravo a volerti rimetter in gioco così..io come suggerisce chick penserei anche ad un dottorato all'estero,se la vita tua privata te lo consente. Il fatto di lavorare con qualche soldino di stipendio al mese dopo i primi mesi in cui uno è galvanizzato dal'entusiasmo del cambiamento e dell'inizio progetto comincia a pesare.Il secondo e terzo anno sarai alle prese con problemi di esperimenti che nn vengono,magari la solita buffonata dei baroni universitari con gente che ti ruba la pubblicazione,impossibilità di reperire fondi.
Questo ovviamente lo dice una che nn ha mai fatto un dottorato in italia..hehe..tanto perchè nn mi si accusi di essere prevenuta:lo sono e lo dico apertamente,son prevenuta (leggetevi la lettera pubblicata dal corriere della sera da una ricercatrice che a 42 con figli sul groppone,dopo aver fatto scoperte importanti ha deciso di andare Oltreoceano dove il suo talento è stato apprezzato). Se ti senti pervaso dal sacro fuoco della ricerca (noi italiano siamo passionali ed è la nostra forza) prova a pensare che l'interesse per la ricerca,e la possibilità di un'indipendenza economica sono mutualmente eclusivi solo in italia..perchè nn allargare il tiro ed cercare una situazione anche di soddisfazione economica?(pagati meglio si lavora meglio!!!) bon chance!!
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davidet
Nuovo Arrivato
44 Messaggi |
Inserito il - 30 giugno 2009 : 09:14:24
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Si lo so, un dottorto all`estero mi piacerebbe ma sono n po` dubbioso a interessarmi; per il fatto che la mia conoscenza linguistica dell`inglese non e` eccellente come loro richiedono e sinceramente dopo tanto impegno per essere arrivato alla laurea specialistica, lavorando pure in una azienda farmaceutica, non ho tempo a mettermi a fare un TOEFL o chi per esso. Cmq grazie a tutti. Solo per curiosita` quanto prende n dottorando?
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RNA world
Utente Junior
370 Messaggi |
Inserito il - 30 giugno 2009 : 09:29:26
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all'estero un dottorando secondo me prende non meno di 1400 euro al mese |
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Crono
Nuovo Arrivato
Prov.: Padova
117 Messaggi |
Inserito il - 30 giugno 2009 : 10:43:58
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ciao Davidet, sono felice che un biotecnologo (come me) sia riuscito ad entrare in una azienda farmaceutica! Dato che è così difficile trovarne uno, posso chiederti in che città lavori e il tuo ruolo? Come la vedi la situazione lavorativa nel settore privato? Si sbloccherà?
Per il dottorato, dipende cosa vuoi fare dopo... Vuoi rimanere all'università in Italia? Aspettati anni da precario e spera di trovare un prof che sia seriamente interessato al tuo accrescimento. Considera poi che con il debito pubblico che abbiamo è inevitabile che si continuerà a tagliare fondi all'università. Vuoi ritornare nel settore privato? Sarà molto dura trovare lavoro nel settore ricerca e sviluppo privato. Rischi di trovare lavoro solo come venditore o nel controllo qualità, se ti và bene..... In conclusione, ha senso fare un dottorato solo se hai intenzione di andare all'estero per poi rimanere là. |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 30 giugno 2009 : 14:51:04
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Citazione: Si lo so, un dottorto all`estero mi piacerebbe ma sono n po` dubbioso a interessarmi; per il fatto che la mia conoscenza linguistica dell`inglese non e` eccellente come loro richiedono e sinceramente dopo tanto impegno per essere arrivato alla laurea specialistica, lavorando pure in una azienda farmaceutica, non ho tempo a mettermi a fare un TOEFL o chi per esso. Cmq grazie a tutti. Solo per curiosita` quanto prende n dottorando?
Beh, a parte che se vuoi fare ricerca l'inglese ti serve comunque... non è che devi per forza sapere la lingua alla perfezione! Io quando sono arrivato qui a ottobre non parlavo una parola di francese e ora parlo decentemente. La lingua si impara, è l'ultimo dei problemi. Ovviamente il discorso è differente se vuoi andare, chessò io, a Cambridge... ma quelli sono casi un po' speciali.
La paga di un dottorando varia molto da Paese a Paese, ma devi considerarla in rapporto al costo della vita. Io ho fatto il mio PhD in Nuova Zelanda e prendevo ~900 euro/mese, ma il costo della vita è molto più basso che in Italia (oltre al fatto che il $NZ è molto debole rispetto all'euro), quindi comunque a fine mese riuscivo a mettere da parte dei $. Chiaro, non puoi aspettarti una paga da azienda farmaceutica.... |
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 30 giugno 2009 : 23:14:36
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Citazione: Messaggio inserito da chick80 Chiaro, non puoi aspettarti una paga da azienda farmaceutica....
..e aggiungerei se fai un phD all'estero e poi cerchi lavoro lì i soldini li guadagni di sicuro,specie dopo già aver lavorato in un'azienda. Per l'inglese più che il toefl considera esami facilini tipo IELTS,in genere in uk basta un punteggio di 7,o 7.5.E comunque per l'europa nn sempre lo devi avere prima di iniziare,a me ad esempio avevano detto che dovevo farlo entro il primo anno.Fuori europa è sicuramente diverso. Sempre riguardo i soldi mi sa che qualcuno del forum qui conosce la situazione di olanda e svizzera-molto interessanti come $ituazioni.. |
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davidet
Nuovo Arrivato
44 Messaggi |
Inserito il - 01 luglio 2009 : 11:24:51
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Grazie mille delle informazioni datemi, qundi a quanto capisco non e` cosi` vincolante la certificazione linguistica; questo mi spinge a provare anche all`estero che tutto sommato ci lavorerei pure. Be` sicuramente non mi aspetto di prendere gli stessi soldi che ora guadagno lavorando in azienda, ma il lavoro che eseguo non mi soddisfa per due ragioni> primo non faccio ricerca ma faccio una attivita` di supporto alla ricerca in vivo, secondo questo lavoro non richiede la laurea quindi ora mi sta un po` stretto.... ciao |
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caramella
Utente Junior
127 Messaggi |
Inserito il - 01 luglio 2009 : 17:02:30
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Secondo me la questione della lingue è una delle scuse che le persone poco "coraggiose" usano come alibi per non scegliere... Perché secondo me la lingua la perfezioni (o la impari) SOLO andando all'estero, dimenticati corsi e corsetti e certificati vari in Italia, che puoi anche mandare al rogo! Una lingua la impari solo quando sei costretto ad usarla, a capire e farti capire. Quindi, il non sapere alla perfezione una lingua secondo la mia ottica dovrebbe solo essere uno stimolo in più a buttarsi per andar fuori al fine di perfezionarla, e non un impedimento.. Su tutte le altre questioni ti han già risposto gli altri quindi passo! |
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davidet
Nuovo Arrivato
44 Messaggi |
Inserito il - 02 luglio 2009 : 13:52:22
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A dir il vero non mi manca il coraggio per la lingua, piuttosto mi manca per prendere una decisione se lasciare il lavoro per un dottorato.... cmq in UK non richiedono IELTS per fare dottorato, o ti accettano anche con un minimo di conoscenza inglese? Grazie |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 02 luglio 2009 : 15:40:32
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Citazione: cmq in UK non richiedono IELTS per fare dottorato, o ti accettano anche con un minimo di conoscenza inglese?
Dipende da dove vai, sono regole che variano tra le diverse università. |
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 02 luglio 2009 : 18:58:00
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a me avevano fatto andare fisicamente lì per un colloquio così da rendersi conto di persona,a volte anche solo per telefono.Chiaro che se nn ci si riesce a comunicare diventa più difficoltoso ma insisto a dire che se gli interessi in uk ti prendono in considerazione anche solo dal cv,tanto i corsi il primo anno di mphil li fanno eventualmente se nn parli e ala fine del primo anno fai l'esamino. Spesso inoltre in inghilterra ci lavorano ohibò capogruppo italiani (ma dai?non vengono qui in italia?!?!?) quindi ti potrebbe capitare la fortuna di un progetto di interesse con un capo italiano,il problema dell'inglese si potrebbe in questo caso porre solo quando sarai già iscritto come studente da loro dato che il colloquio lo potrai fare in italiano. In ogni caso consiglio di cominciare ad amare la lingua inglese se ami la ricerca,è la lingua di conferenze e pubblicazioni,e se quella è la tua strada che senso avrebbe fermarsi difronte ad un sormontabilissimo dettaglio?comincia a guardarti film con sottotitoli e manda i cv in giro!good luck! |
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davidet
Nuovo Arrivato
44 Messaggi |
Inserito il - 03 luglio 2009 : 07:17:17
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Thanks very much!
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movimento
Utente Junior
Città: napoli
302 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2009 : 14:19:40
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ciao a tutti,
volevo qualche piccolo chiarimento,da come scrivete sembra che trovare un dottorato all'estero a 30 anni sia facile.
ma e' realmente cosi'? nel senso..non e' che anche all'estero i professori sono restii a mettere sotto contratto un laureato con poca conoscenza dell'inglese e con una carriera universitaria magari non proprio brillante?
ammetto che vedo veramente tantissime richeste sui siti per un phd.... e' cosi' semplice?
grazie |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2009 : 14:28:40
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Mah, io conosco gente che ha fatto il dottorato a 40 anni senza problemi. Alla fine non credo che chi ti prende per un PhD voglia che tu sia un superesperto, se hai veramente l'intenzione di farlo non avrai troppi problemi. Magari dovrai chiedere a più persone, ma come hai giustamente detto la richiesta è molto alta. |
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movimento
Utente Junior
Città: napoli
302 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2009 : 20:26:25
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e per quanto riguarda una "carriera" universitaria è come qui in italia? cioe' dopo il dottorato e magari un post-doc com'e' la situazione?
ho notato che ci sono davvero tante figure universitarie all'estero. |
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 08 luglio 2009 : 06:56:14
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il problema degli studenti universitari italiani è..che fanno l'università in italia e quindi putroppo usciamo disillusi da tutto o al contrario (a me è capitato la seconda) con una voglia di andarsene che supera l'umano. I baroni e le chiusure di concorsi in base a chi è tuo padre,tuo zio,tuo nonno o se hai qualche "santo si fa per dire"in università sono tutte zozzerie che laviamo in casa,fuori da questi confini le cose non vanno così. Specie nei paesi anglossassoni ma ahimè ormai anche in spagna,francia,germania (solo noi siam fermi immobili) il pregiudizio non ha un senso in quanto il dottorato è concepito come un periodo di studio,si,ma studio superiore,quindi chi lo fa nn è un inetto he nn ha voglia di sporcarsi le mani (come capita di sentirsi dire qui da noi) ma è una persona che sta facendo ricerca accademica-e nn solo l'ambito scientifico ha un senso,anhe in altri ambiti- e acqusirà capacità che vanno al di là de fare il semplice esperimento in lab,con conferenze,capatià di gestire diversi progetti,e coordinare anche le collaborazioni con altri lab.In inghilterra un phD è una cosa di valore,una figura ricercata anche dalle aziende,e pagato di conseguenza. Lasciate perdere l'italia che nn ne vale la pena.Se trovate un buon progetto (questa è la cosa più importante) con collaborazioni magari,buttatevi,e provate a fare l'application. |
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mediketto
Nuovo Arrivato
73 Messaggi |
Inserito il - 08 luglio 2009 : 23:19:37
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Citazione: Messaggio inserito da fpotpot
il problema degli studenti universitari italiani è..che fanno l'università in italia e quindi putroppo usciamo disillusi da tutto o al contrario (a me è capitato la seconda) con una voglia di andarsene che supera l'umano. I baroni e le chiusure di concorsi in base a chi è tuo padre,tuo zio,tuo nonno o se hai qualche "santo si fa per dire"in università sono tutte zozzerie che laviamo in casa,fuori da questi confini le cose non vanno così. Specie nei paesi anglossassoni ma ahimè ormai anche in spagna,francia,germania (solo noi siam fermi immobili) il pregiudizio non ha un senso in quanto il dottorato è concepito come un periodo di studio,si,ma studio superiore,quindi chi lo fa nn è un inetto he nn ha voglia di sporcarsi le mani (come capita di sentirsi dire qui da noi) ma è una persona che sta facendo ricerca accademica-e nn solo l'ambito scientifico ha un senso,anhe in altri ambiti- e acqusirà capacità che vanno al di là de fare il semplice esperimento in lab,con conferenze,capatià di gestire diversi progetti,e coordinare anche le collaborazioni con altri lab.In inghilterra un phD è una cosa di valore,una figura ricercata anche dalle aziende,e pagato di conseguenza. Lasciate perdere l'italia che nn ne vale la pena.Se trovate un buon progetto (questa è la cosa più importante) con collaborazioni magari,buttatevi,e provate a fare l'application. Ho letto che sei stata in Inghilterra..allora perchè sei torenata in italia...!?
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tommasomoro
Utente Junior
358 Messaggi |
Inserito il - 10 luglio 2009 : 12:28:46
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http://stella.cilea.it/opencms/export/sites/default/pdf_stella/Executive_DR_STELLA_2009_tabelle_v11.pdf
Nondimeno, possiamo trarre dai dati stessi alcune considerazioni preliminari.
• In primo luogo, vale la pena sottolineare come lo sbocco professionale tipico per i dottori di ricerca italiani sia l’università pubblica (che da sola assorbe più del 40% degli occupati) seguita dagli istituti di ricerca pubblici e privati (che assorbono un altro 13% di dottori). Le aziende private si limitano ad assorbire un 12% di dottori di ricerca.
• In secondo luogo, è importante sottolineare la percezione di effettivo impiego delle proprie competenze di ricercatori dichiarata dai dottori di ricerca occupati. Come già detto in precedenza, tale percezione è praticamente plebiscitaria nelle università e nei centri di ricerca (più del 90% dei dottori dichiara di svolgere attività di R&S) mentre scende al 50% nelle aziende del settore industriale e precipita a meno del 20% nelle aziende di servizi. I dati raccolti fanno dunque pensare che le aziende private non offrano in generale opportunità di lavoro tali da valorizzare le competenze dei dottori di ricerca, e che siano piuttosto viste come soluzione di ripiego da parte di chi non ha trovato un’opportunità più consona in università o in centri di ricerca.
• L’occupazione dei dottori di ricerca è comunque molto alta, e in pratica indipendente dall’area disciplinare del corso di dottorato seguito. Tuttavia – a conferma della mancanza di un numero adeguato di sbocchi professionali – va sottolineata la presenza di un 10-11% di dottori che cercano occupazione all’estero (confermando anche a questo livello la preoccupante tendenza alla “fuga dei cervelli”)
• La percezione di utilità del titolo di dottore sul mercato del lavoro è molto limitata, a conferma di una situazione che vede questo titolo poco compreso dal mondo delle aziende.
• Il salario iniziale dei dottori di ricerca conferma purtroppo l’appiattimento generale su livelli comuni anche ai laureati specialistici/magistrali e addirittura ai laureati triennali, anche se si notano alcuni segni di evoluzione della carriera in tempi relativamente brevi. |
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tommasomoro
Utente Junior
358 Messaggi |
Inserito il - 10 luglio 2009 : 12:32:06
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http://stella.cilea.it/opencms/export/sites/default/pdf_stella/Executive_DR_STELLA_2009_tabelle_v11.pdf
Nondimeno, possiamo trarre dai dati stessi alcune considerazioni preliminari.
• In primo luogo, vale la pena sottolineare come lo sbocco professionale tipico per i dottori di ricerca italiani sia l’università pubblica (che da sola assorbe più del 40% degli occupati) seguita dagli istituti di ricerca pubblici e privati (che assorbono un altro 13% di dottori). Le aziende private si limitano ad assorbire un 12% di dottori di ricerca.
• In secondo luogo, è importante sottolineare la percezione di effettivo impiego delle proprie competenze di ricercatori dichiarata dai dottori di ricerca occupati. Come già detto in precedenza, tale percezione è praticamente plebiscitaria nelle università e nei centri di ricerca (più del 90% dei dottori dichiara di svolgere attività di R&S) mentre scende al 50% nelle aziende del settore industriale e precipita a meno del 20% nelle aziende di servizi. I dati raccolti fanno dunque pensare che le aziende private non offrano in generale opportunità di lavoro tali da valorizzare le competenze dei dottori di ricerca, e che siano piuttosto viste come soluzione di ripiego da parte di chi non ha trovato un’opportunità più consona in università o in centri di ricerca.
• L’occupazione dei dottori di ricerca è comunque molto alta, e in pratica indipendente dall’area disciplinare del corso di dottorato seguito. Tuttavia – a conferma della mancanza di un numero adeguato di sbocchi professionali – va sottolineata la presenza di un 10-11% di dottori che cercano occupazione all’estero (confermando anche a questo livello la preoccupante tendenza alla “fuga dei cervelli”)
• La percezione di utilità del titolo di dottore sul mercato del lavoro è molto limitata, a conferma di una situazione che vede questo titolo poco compreso dal mondo delle aziende.
• Il salario iniziale dei dottori di ricerca conferma purtroppo l’appiattimento generale su livelli comuni anche ai laureati specialistici/magistrali e addirittura ai laureati triennali, anche se si notano alcuni segni di evoluzione della carriera in tempi relativamente brevi. |
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 10 luglio 2009 : 16:40:32
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Ripeto solo questo,evito di cogliere dell'altro:all'estero,specie uk,è più facile entrare ma bisogna guardare bene DOVE entri,ed è una cosa che scrivo spesso,di scegliersi bene il progetto e per quanto se ne sa,il capogruppo in base a pubblicazioni fatte dal gruppo.Andare all'estero è un'esperienza che cambia la vita ma sarebbe meglio fare un dottorato con un senso e delle pubblicazioni,altrimenti poi già la ricerca è dura,la vita è dura..tutto può perdere di senso se il progetto si rivela una cavolata e il supervisore un pirla( a me è capitato questo invece)..meglio se avete già dei link e se guardate bene dove e come han pubblicato.Tutto qui.
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