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 Professione Biologo-Nutrizionista:lavoro e emotivi
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lucaam86
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94 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 07:34:57  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lucaam86 Invia a lucaam86 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve a tutti,
non ho mai scritto su questo forum e in verità è da poco che leggo qualche discussione.
Vi scrivo per chiedere a voi esperti un parere un po "particolare".
Mi piacerebbe iniziare un percorso di studi universitario per diventare un giorno biologo nutrizionista. Il problema per il quale scrivo qui non è tanto quello di reperire informazioni tecniche per iniziare gli studi (ho già letto qui molti topic a riguardo) ma quello relativo alla professione vera e propria.

Purtroppo personalmente sono un tipo tendenzialmente ansioso e che tende ad "assorbire" fortemente i problemi degli altri (specie se di carattere psicologico). Insomma i problemi degli altri tendono a diventare anche "miei" in un certo senso.
Questo è la motivazione che, ad esempio, mi ha fatto scartare tutte le altre lauree dell'area sanitaria (anche se il biologo, da quanto ho capito, ancora non rientra tra queste).

La professione del biologo - nutrizionista mi affascina molto e credo che sia davvero una professione appagante e stimolante ma non la conosco quasi per niente a livello pratico.
La domanda che mi pongo e che mi sta "frenando" nel decidere di intraprendere questo percorso è la seguente:

a livello psicologico il lavoro del nutrizionista è assimilabile a quello di un medico? Intendo dire, durante la pratica professionale c'è una certa tranquillità operativa oppure una persona un po più "ansiosa" o un po piu "vulnerabile emotivamente" farebbe bene a non fare questa attività?

I "casi" che capitano nello studio di un nutrizionista possono essere anche molto gravi oppure no?

Non penso che i clienti (o pazienti?) che vanno da un nutrizionista abbiano bisogno di una figura molto emotiva, l'emotività probabilmente è una grande controindicazione per chi vuole fare il nutrizionista...o sbaglio?

Insomma vorrei sapere da voi come si svolge la pratica professionale (di cosa si occupa praticamente un nutrizionista ogni giorno) e se questa pesa molto in termini emotivi.

Mi scuso per la banalità della domanda però vorrei capirne di più prima di prendere decisioni che magari si rivelerebbero sbagliate.
Grazie per gli eventuali consigli
Saluti
Luca

ValeCGC
Utente



746 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 12:10:21  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ValeCGC Invia a ValeCGC un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
per come la vedo io, il nutrizionista deve necessariamente entrare in empatia con il paziente, chi vuole farsi aiutare può farlo per vanità, per necessità o perchè proviene da un percorso di lotta infinita con il cibo, un cattivo rapporto col proprio corpo, l'ansia di sentirsi sempre inadeguato, quindi deve sentirsi incoraggiato e capito, ma nello stesso tempo deve trovarsi di fronte una persona "forte" che non lo aiuta a piangersi addosso e che non assorbe troppo le sue emozioni, deve essere un punto di riferimento.
in ogni caso se sei così tanto ansiosa ogni lavoro presenterà degli inconvenienti, se non è per il rapporto col paziente, sarà per il rapporto col tuo superiore, coi colleghi, per le situazioni stressanti, per le aspettative che hanno su di te, per la gente frustrata e str.. che popola l'universo... se sei ansiosa ti uccide anche fare il postino...
prima di pensare di modificare il percorso di studi che hai deciso di fare per passione, pensa a trovare un modo per gestire l'ansia, non ti andrà mai via, ma potrai migliorare il tuo approccio col mondo... altrimenti avrai sempre problemi
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lucaam86
Nuovo Arrivato



94 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 12:23:24  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di lucaam86 Invia a lucaam86 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da ValeCGC

per come la vedo io, il nutrizionista deve necessariamente entrare in empatia con il paziente, chi vuole farsi aiutare può farlo per vanità, per necessità o perchè proviene da un percorso di lotta infinita con il cibo, un cattivo rapporto col proprio corpo, l'ansia di sentirsi sempre inadeguato, quindi deve sentirsi incoraggiato e capito, ma nello stesso tempo deve trovarsi di fronte una persona "forte" che non lo aiuta a piangersi addosso e che non assorbe troppo le sue emozioni, deve essere un punto di riferimento.
in ogni caso se sei così tanto ansiosa ogni lavoro presenterà degli inconvenienti, se non è per il rapporto col paziente, sarà per il rapporto col tuo superiore, coi colleghi, per le situazioni stressanti, per le aspettative che hanno su di te, per la gente frustrata e str.. che popola l'universo... se sei ansiosa ti uccide anche fare il postino...
prima di pensare di modificare il percorso di studi che hai deciso di fare per passione, pensa a trovare un modo per gestire l'ansia, non ti andrà mai via, ma potrai migliorare il tuo approccio col mondo... altrimenti avrai sempre problemi



Salve ValeCGC, anche se l'emotività non è una prerogativa perfettamente maschile sono un ragazzo :)!

Diciamo che la mia emotività si presenta maggiormente quando si ha a che fare con la salute degli altri e per questo sto cercando di capire se potrei essere adatto al ruolo oppure no.
Tra l'altro sto finendo già un percorso universitario in tutt'altro settore di cui sono decisamente pentito viste le scarsissime possibilità lavorative. Ho 26 anni e quindi devo ponderare bene ogni mia scelta. Non so ancora se è il caso che a questa età io ri-cominci un percorso così delicato come quello della Scienze dell'Alimentazione.

Proprio per questo sto cercando di ottenere il maggior numero di informazioni possibili sulla professione onde evitare di fare di nuovo scelte affrettate/sbagliate.

La tua informazione è stata molto utile. Grazie mille.
Luca
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ValeCGC
Utente



746 Messaggi

Inserito il - 03 dicembre 2012 : 18:38:24  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ValeCGC Invia a ValeCGC un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
guarda che non hai 90 anni eh
ad oggi anche a 28 anni si è troppo vecchi, ma se tutti si arrendono senza cercare di fare qualcosa per realizzare i propri sogni, l'avranno sempre vinta quelli che vogliono che chi ha più di 28 anni sia considerato carne morta lavorativamente parlando...
chiaro che ci si deve prima di tutto adeguare senza stare con le mani in mano, ma nello stesso tempo si dovrebbe anche cercare di realizzare quello che si desidera
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