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bisca88
Nuovo Arrivato
68 Messaggi |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 09:08:04
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ciao a tutti apro questo topic per ricevere qualche informazione universitaria. Tra un poco finirò la triennale e il mio obiettivo sarà quello di prendere una magistrale attinente alla mia triennale ovvero biologia molecolare applicata alle cellule. Trovandomi a palermo avrei il desiderio di spostarmi per un'università migliore, cosa mi consigliate?
PS:questa è la strada giusta per entrare nel caampo della ricerca oncologica?
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bisca88
Nuovo Arrivato
68 Messaggi |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 20:41:36
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nessuno è in grado di aiutarmi? |
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celtic
Utente Junior
179 Messaggi |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 22:26:48
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Non credo esista una strada "giusta" per entrare nella ricerca. Io ho la laurea vecchio ordinamento, all'epoca la strada per rimanere nella ricerca era conseguire un dottorato (adesso il dottorato si acquisitce post - laurea magistrale). Credo che la strada giusta per rimanere nella ricerca sia quella di avere ottimi voti e tempi di laurea brevi e quindi potere svolgere un internato di laurea in laboratori in cui i professori "contano" (hanno a disposizione dottorati o borse di studio). Un mio ex compagno di corso (adesso docente universitario) ha seguito questa via: ottimi voti, sempre rimasto in corso, internato in un gruppo di ricerca "potente" (disponibilità di borse di studio, anche all'estero). Indipendentemente dall'indirizzo. In ogni caso meglio sceglere un indirizzo attinente alla sanità "biologia molecolare applicata alle cellule" o "biologia sanitaria", una specialistica con tanti esami attinenti al campo medico (credo si riconoscano dal codice che inizia con med), soprattutto se si vuole operare nella ricerca in campo medico. Ed essere disposti ad andare all'estero (almeno per alcuni periodi: tutti i ricercatori e professori che ho conosciuto erano stati all'estero - di solito USA - per diverso tempo - es. 1 anno, poi Italia, poi di nuovo estero, ecc.), in questo senso è utile anche <<Erasmus>>.
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
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bisca88
Nuovo Arrivato
68 Messaggi |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 22:41:38
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senza dubbio concordo con le vostre risposte....ma il problema è, in quale università italiana andare. Alla fine da quanto ho capito la ricerca vera e propria la si fa da dopo la magistrale. |
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celtic
Utente Junior
179 Messaggi |
Inserito il - 21 aprile 2010 : 22:57:57
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Citazione: Messaggio inserito da chick80
Concordo, direi solo che per come sono le cose al momento all'estero ci vai e ci resti.
Purtroppo sì. Ho visto anche qualcuno partire per disperazione (biologa vecchio ordinamento, specializzazione e dottorato di ricerca - pubblicazioni su riviste internazionali - da 5 anni in Austria dopo averle provate tutte per entrare, in maniera stabile all'università). Se non cambiano i sistemi di selezione e di valutazione nel tempo (ricercatori ben pagati ma a contratto: se non riescono a realizzare il loro progetto di ricerca niente rinnovo contrattuale) molte ottime "teste" andranno via. Ci sono ricercatori universitari che pubblicano un articolo/anno (e non su Science) o pubblicano nulla eppure sono sempre lì, non fanno carriera ma lì sono e lì rimangono. Una mia ex compagna di corso ha sfruttato il dottorato per acquisire la laurea in veterinaria, un'altra ha utilizzato il dottorato per acquisire la seconda laurea in medicina (adesso si è specializzata in geriatria). Hanno fatto ricerca per un certo periodo e poi hanno utilizzato il dottorato per acquisire una laurea che consentisse di "sistemarsi". Una terza, dopo il dottorato, è diventata insegnante di scuola pubblica (adesso è di ruolo e ha due figli). Un'altra non ha acquisito il dottorato, ma dopo diversi anni di volontariato e borse ad anni altenrni all'università ha utilizzato le tecniche acquisite per lavorare nel campo della fecondazione assistita: ha un ottimo stipendio e una figlia. Un'altra mia ex compagna di corso aveva interrotto gli studi perchè aveva trovato il posto fisso, poi è tornata a studiare e adesso è all'università. Chiaro: so di storie con sviluppi meno lieti (comprese persone tornate dagli USA perchè non riuscivano a "reggere" il sistema competitivo e dinamico). In ogni caso fare della ricerca il proprio lavoro, in Italia, è molto, molto difficile. Più facile farlo per tempi anche non brevi (fino ai 35 - 40 anni) ed essere bravi a riconvertire i titoli acquisiti in lauree spendibili. L'impressione comunque, parlando con i colleghi andati all'estero - e lì rimasti - è quello di persone che hanno un grosso rammarico per essere state, di fatto, costrette ad andar via.
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