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celtic
Utente Junior




179 Messaggi

Inserito il - 29 maggio 2010 : 04:42:20  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

ELEZIONI
Come sapete presto si voterà per il rinnovo delle cariche dell'Ordine Nazionale Biologi.
Si fronteggiano due schieramenti:

- i "vecchi": D'Antonio/Calcatelli/Rogai che appoggiano la Presidenza del Collega Calcatelli.
- I "nuovi" che fanno capo al Collega D'Anna di cui potete visionare i curriculum qui: http://www.informabiologi.it/rinnovo_cariche_onb_curricula_consiglio_ordine.htm
- Vincenzo D'Anna è Presidente della FederLab (Associazione di laboratoristi Campani) http://www.federlab.net/ nonché parlamentare di destra http://www.camera.it/29?shadow_deputato=304621

In gioco ci sono due visioni diverse della Professione di Biologo Nutrizionista

ANTEFATTO.
- Nel Settembre del 2009 si svolse a Roma la Conferenza Nazionale: “Alimentazione e supporto nutrizionale: linee guida per il biologo nutrizionista.”
Pubblicata anche su Biologi Italiani, Ottobre 2009, pag. 9 e seguenti. In questa conferenza si disse che il Biologo Nutrizionista può PRESCRIVERE diete (rif. “Biologi Italiani”, Ottobre 2009, pag. 23).
Pensai che il termine “prescrizione” fosse un errore di stampa, invece non è così lo si utilizzò volutamente.

-I medici se la legarono al dito (“la prescrizione è atto medico”) e chiesero il parere al Consiglio Superiore di Sanità (il parere del Dicembre 2009, pubblicato su “Biologi italiani” Febbraio 2010, pag. 4 e seguenti. Non abbiamo perso l’autonomia professionale per un pelo: se ci si fosse limitati al parere di cui alla lettera a) noi avremmo dovuto inviare il soggetto dal medico prima di potergli elaborare una dieta. Per fortuna c’è anche il punto di cui alla lettera b).
Parrebbe che il Dottor Calcatelli (e i “vecchi” Biologi) non volessero si utilizzasse il termine prescrizione.

La linea del gruppo d’Anna è quella di:
- ribadire la liceità del biologo a PRESCRIVERE diete.
- Battersi affinché al biologo sia consentito di indicare direttamente al “cliente” l’esecuzione di esami di laboratorio, non a fini diagnostici, ma come elementi per poter elaborare la dieta.

Secondo me è una linea completamente sbagliata, tanto che, pur essendo da sempre critico e contrario alla “linea del Dottor Calcatelli”, che valuto troppo “morbida”, probabilmente lo voterò (come se il Ku Klux Clan del Mississippi votasse Obama).

La prescrizione deve restare atto medico. A me non interessa prescrivere (mi basta scrivere), se volevo fare il medico studiavo tre anni di meno.

Ritengo che il ruolo del nutrizionista sia quello di riequilibrare l’omeostasi corporea, In un soggetto iperteso il biologo attua tutta una serie di interventi che favoriscono il ripristino dell’omeostasi pressoria (incremento del potassio che favorisce l’escrezione di sodio – frutta e verdura -, incremento di fibra – frutta, verdura, alimenti integrali – restrizione sodica, riduzione di alcol e caffeina, consiglio al consumo di 150 kcal/giorno come attività fisica aerobica a media intensità misurata con la scala di Borg dello sforzo percepito, il talk test o altre scale mediche). L’azione del biologo (eventualmente coniugata all’azione farmacologica prescritta dal medico) contribuisce a ristabilire la pressione normale. Nulla vieta al medico di perdere mezza ora/1 ora concordando con la persona la scelta di frutta e verdura, la restrizione sodica, l’attività fisica. Lo faccia pure se vuole (non c’è nessun problema).
I ruoli di biologo e medico SONO DIVERSI, il primo agisce su “ciò che funziona” per farlo funzionare meglio il secondo agisce sulla malattia.
Se al mio studio afferisce un soggetto ipotiroideo consiglierò; consumo di pesci di mare (ricchi in iodio – componente di triiodotironina e tiroxina -, sale iodato con moderazione, restrizione di alimenti ricchi in glucosinolati, consumo di 150 kcal/giorno in attività fisica aerobica a media intensità, consumo di acqua (almeno 1500 ml – 2000 ml al giorno, esclusa quella utilizzata per integrare le perdite dovute all’attività fisica). Tutte azioni che non sono finalizzate a curare l’ipotiroidismo ma a favorire la funzionalità tiroidea e a incrementare il metabolismo.
E’ l’approccio che è diverso (rispetto a quello del medico).
L’andare ad impossessarsi di attività mediche (es. prescrizione) sarebbe deleterio. Diventeremmo una sorta di “mezzi medici”, destinati ad essere comunque “monchi”, perché non abbiamo la semiotica.
In più i medici ci “ci spianerebbero il culo” (per usare il termine usato da una collega) E AVREBBERO RAGIONE.

Noi possiamo interpretare esami di laboratorio ma con quelli non ci si fa diagnosi, perché ci vuole la semiotica che noi non abbiamo, quindi non possiamo competere con il medico in quel settore: ci aprono il culo. E hanno ragione, e lo hanno quasi fatto (vd. parere css che, per un pelo, non ci toglie l’autonomia). I dietisti sono così arroganti perché hanno dietro i medici. La lettera Barone assume così la sua spiegazione, non era una lettera scritta male, era un modo di gettare acqua sul fuoco.

Per cui voterò Calcatelli (beh, non esageriamo: diciamo Rogai) perché ha ragione: non possiamo diventare un “medico alternativo” (destinato a rimanere, per limiti formativi universitari, un mezzo medico) come vorrebbero i D’Anniani.

Inoltre: comunque la pensiate, andate a votare. E’ inutile criticare l’onb se non votiamo. Vota, in media, il 10% dei Biologi.

Giuliano652
Moderatore

profilo

Prov.: Brescia


6941 Messaggi

Inserito il - 29 maggio 2010 : 06:37:17  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Giuliano652 Invia a Giuliano652 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Chiamala come ti pare, ma a me sembra che chiedere, come si dovrebbe fare adesso, gli esami di laboratorio più recenti (che noi possiamo interpretare) e decidere di conseguenza la dieta più adatta sia comunque prescrizione. Lo step in più è quello di poter dire al "cliente" di fare alcuni esami senza dover passare dal medico. nessuno vuole diagnosticare ipertensione o ipotiroidismo o chissà che altro, semplicemente: c'è la diastolica a 110? Bene, si fa una dieta antiipertensiva e dopo averlo fatto si spedisce il paziente al più vicino medico di famiglia per farsi controllare la pressione, non c'è bisogno di diagnosi, nessuno vuole fare il medico o il "medico dei poveri", semplicemente c'è dipendenza dal medico fintanto che non si possono chiedere esami di laboratorio.

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FAQ su nutrizione e dietistica
[Raccolta link] cosa bisogna sapere del lavoro del biologo
Burocrazia per lavorare come biologi
Dà più sbocchi biologia delle posidonie o biotech suine?
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celtic
Utente Junior




179 Messaggi

Inserito il - 29 maggio 2010 : 08:19:57  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da Giuliano652

Chiamala come ti pare, ma a me sembra che chiedere, come si dovrebbe fare adesso, gli esami di laboratorio più recenti (che noi possiamo interpretare) e decidere di conseguenza la dieta più adatta sia comunque prescrizione. Lo step in più è quello di poter dire al "cliente" di fare alcuni esami senza dover passare dal medico. nessuno vuole diagnosticare ipertensione o ipotiroidismo o chissà che altro, semplicemente: c'è la diastolica a 110? Bene, si fa una dieta antiipertensiva e dopo averlo fatto si spedisce il paziente al più vicino medico di famiglia per farsi controllare la pressione, non c'è bisogno di diagnosi, nessuno vuole fare il medico o il "medico dei poveri", semplicemente c'è dipendenza dal medico fintanto che non si possono chiedere esami di laboratorio.



Esempio pratico: arriva allo studio un soggetto ipotiroideo che ti mostra esami non recenti, se passa la linea della "prescrizione esami" il biologo va a prescrivese esami indicativi della funzionalità tiroidea andando a sovrapporsi con l'endocrinologo che può fare un esame molto più approfondito (compresa la valutazione delle dimensioni tiroidee alla palpazione).
Per cui c'è il rischio che il biologo richieda esami inutili.

Io non comprendo nemmeno tutta quest'ansia a voler prescrivere esami. E lo dico da specialista di settore.
La dieta la faccio tranquillamente senza esami e senza integratori.
Ti arriva in studio una persona con ves e pcr elevate? Cosa puoi dirgli? Nulla. Quando lui ti dice: "dottore ho una artrosi alle spalle" allora capisci. Comunque, non avendo la parte di semiotica noi non abbiamo le conoscenze per prescrivere esami.
Meglio, tornando all'esempio, dell'inizio che il soggetto vada dal medico che, se serve, oltre all'esame di laboratorio, gli prescrive anche indagini strumentali (ecografia, ecc.). Senza andare a far correre le persone che stanno male aventi e indietro.
Se una persona ha il reflusso gastroesofageo non lo si vede dagli esami di laboratorio, magari il soggetto ha solo la tosse e solo un medico sa distinguere le diverse "tipologie di tosse" elaborando la diagnosi.
La prescrizione di esami di laboratorio è la conseguenza di un esame obiettivo che il biologo non è in grado di effettuare.

Non abbiamo speranze andando su quel terreno, perchè non abbiamo competenza specifica.

Ci trasformeremmo in "medici dei poveri" perdendo i clienti. Che non sono stupidi e sceglierebbero il medico che gli prescriverebbe un pattern di esami completo.
Il ruolo del biologo è quello di favorire e sviluppare ciò che funziona.
Soggetto ipotiroideo: il medico prescrive la levotiroxina (in sostanza agisce su ciò che non funziona somministrando al soggetto l'ormone deficitario), il biologo favorisce e stimola la funzionalità tiroidea (alimenti ricchi in iodio, riduzione degli alimenti contenenti glucosinolati, ecc.). Il medico aggiusta ciò che non funziona, il biologo stimola quello che funziona. Sono due approcci, due "visioni del problema" completamente diverse (e, per certi versi, complementari) finalizzate a contribuire far vivere meglio la persona e coerenti con due formazioni universitarie diverse (prevalentemente clinica, quella medica; fondata su biochimica e fisiologia quella del biologo).
Iniziare a pretendere di svolgere atti medici ("siccome il medico prescrive indagini diagnostiche, anche io devo poter prescrivere" - come i bambinetti gelosi-) ci danneggerebbe, perchè il biologo potrebbe prescrivere solo esami di laboratorio e il medico potrebbe prescrivere indagini molto più complete: esami di laboratorio, ecografia, gastroscopia, mettendo a nudo la nostra incompetenza nel settore diagnostico (e infatti la diagnosi la deve fare il medico, ed è giusto la faccia il medico).
Non si può trasformare il nutrizionista in un medico di serie B.
Molti soggetti afferiscono al nutrizionista proprio perchè è un non medico che però attua un trattamento sanitario.
Se ci buttiamo sul terreno medico abbiamo perso in partenza: la persona preferirebbe l'originale alla copia in miniatura.



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tesla
Utente

tesla



752 Messaggi

Inserito il - 29 maggio 2010 : 10:47:12  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tesla  Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da Giuliano652

Chiamala come ti pare, ma a me sembra che chiedere, come si dovrebbe fare adesso, gli esami di laboratorio più recenti (che noi possiamo interpretare) e decidere di conseguenza la dieta più adatta sia comunque prescrizione. Lo step in più è quello di poter dire al "cliente" di fare alcuni esami senza dover passare dal medico. nessuno vuole diagnosticare ipertensione o ipotiroidismo o chissà che altro, semplicemente: c'è la diastolica a 110? Bene, si fa una dieta antiipertensiva e dopo averlo fatto si spedisce il paziente al più vicino medico di famiglia per farsi controllare la pressione, non c'è bisogno di diagnosi, nessuno vuole fare il medico o il "medico dei poveri", semplicemente c'è dipendenza dal medico fintanto che non si possono chiedere esami di laboratorio.



Concordo in pieno perchè prescrivere vuol dire ordinare per iscritto e non vuol dire per forza atto medico. La prescrizione medica ha sue regole. Se per valutare lo stato di nutrizione il biologo ha bisogno delle analisi biochimiche qual è il problema? Se invece è abilitato ad eseguire i prelievi può fare direttamente le analisi, se non è abilitato ai prelievi non può richiederle ad un laboratorio. Sono veramente cose da pazzi.
E non parliamo del fatto che anche l'ostetrico, nonostante l'ira dei medici, oggi prescrive analisi cliniche perchè tal cosa è necessaria al suo lavoro, e non per questo l'ostetrico è mezzo medico.

Se un'attività è necessaria per poter svolgere bene la professione del nutrizionista si deve fare come per i prelievi (il legislatore ha ritenuto che non si trattava di un atto medico in quanto praticabile anche dagli infermieri). La differenza è che la lotta dei prelievi è stata portata avanti da laboratoristi, quella delle richieste di analisi dovrebbe essere portata avanti da nutrizionisti. Attualmente la prescrizione di analisi cliniche non sarebbe più atto medico in quanto praticabile anche dagli ostetrici.


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Messaggio inserito da Celtic
Ti arriva in studio una persona con ves e pcr elevate? Cosa puoi dirgli? Nulla. Quando lui ti dice: "dottore ho una artrosi alle spalle" allora capisci. Comunque, non avendo la parte di semiotica noi non abbiamo le conoscenze per prescrivere esami.
Meglio, tornando all'esempio, dell'inizio che il soggetto vada dal medico che, se serve, oltre all'esame di laboratorio, gli prescrive anche indagini strumentali (ecografia, ecc.). Senza andare a far correre le persone che stanno male aventi e indietro.
Se una persona ha il reflusso gastroesofageo non lo si vede dagli esami di laboratorio, magari il soggetto ha solo la tosse e solo un medico sa distinguere le diverse "tipologie di tosse" elaborando la diagnosi.
La prescrizione di esami di laboratorio è la conseguenza di un esame obiettivo che il biologo non è in grado di effettuare.


Celtic, il tuo discorso sulle analisi è invece tutto concentrato sullo scopo diagnostico. Da nessuna parte c'è scritto che le analisi chimiche hanno un esclusivo scopo diagnostico. Tu poi stai parlando di valutazione dello stato di salute che compete solo al medico. Ma chi se ne frega della VES o PCR per valutare lo stato di nutrizione? Se a me interessano sideremia, albumina, acido folico ecc. perchè devo chiedere attraverso un giro tortuoso al medico di prescriverle? E se il medico non vuole prescriverle perchè gli stai sulle palle e dice al cliente che tu non le puoi leggere? Il cliente lo perdi lo stesso e dov'è l'autonomia del biologo che tanto proclami? Potrebbe anche essere valutata la possibilità, insieme ai medici, di stabilire un pannello di analisi che il nutrizionista potrebbe richiedere per valutare lo stato di nutrizione. Non si tratta di giocare a fare il mezzo medico ma si tratta di fare il proprio mestiere autonomamente.

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celtic
Utente Junior




179 Messaggi

Inserito il - 29 maggio 2010 : 11:34:27  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Chiamala come ti pare, ma a me sembra che chiedere, come si dovrebbe fare adesso, gli esami di laboratorio più recenti (che noi possiamo interpretare) e decidere di conseguenza la dieta più adatta sia comunque prescrizione. Lo step in più è quello di poter dire al "cliente" di fare alcuni esami senza dover passare dal medico. nessuno vuole diagnosticare ipertensione o ipotiroidismo o chissà che altro, semplicemente: c'è la diastolica a 110? Bene, si fa una dieta antiipertensiva e dopo averlo fatto si spedisce il paziente al più vicino medico di famiglia per farsi controllare la pressione, non c'è bisogno di diagnosi, nessuno vuole fare il medico o il "medico dei poveri", semplicemente c'è dipendenza dal medico fintanto che non si possono chiedere esami di laboratorio.



Concordo in pieno perchè prescrivere vuol dire ordinare per iscritto e non vuol dire per forza atto medico. La prescrizione medica ha sue regole. Se per valutare lo stato di nutrizione il biologo ha bisogno delle analisi biochimiche qual è il problema? Se invece è abilitato ad eseguire i prelievi può fare direttamente le analisi, se non è abilitato ai prelievi non può richiederle ad un laboratorio. Sono veramente cose da pazzi.
E non parliamo del fatto che anche l'ostetrico, nonostante l'ira dei medici, oggi prescrive analisi cliniche perchè tal cosa è necessaria al suo lavoro, e non per questo l'ostetrico è mezzo medico.

Se un'attività è necessaria per poter svolgere bene la professione del nutrizionista si deve fare come per i prelievi (il legislatore ha ritenuto che non si trattava di un atto medico in quanto praticabile anche dagli infermieri). La differenza è che la lotta dei prelievi è stata portata avanti da laboratoristi, quella delle richieste di analisi dovrebbe essere portata avanti da nutrizionisti. Attualmente la prescrizione di analisi cliniche non sarebbe più atto medico in quanto praticabile anche dagli ostetrici.


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Ti arriva in studio una persona con ves e pcr elevate? Cosa puoi dirgli? Nulla. Quando lui ti dice: "dottore ho una artrosi alle spalle" allora capisci. Comunque, non avendo la parte di semiotica noi non abbiamo le conoscenze per prescrivere esami.
Meglio, tornando all'esempio, dell'inizio che il soggetto vada dal medico che, se serve, oltre all'esame di laboratorio, gli prescrive anche indagini strumentali (ecografia, ecc.). Senza andare a far correre le persone che stanno male aventi e indietro.
Se una persona ha il reflusso gastroesofageo non lo si vede dagli esami di laboratorio, magari il soggetto ha solo la tosse e solo un medico sa distinguere le diverse "tipologie di tosse" elaborando la diagnosi.
La prescrizione di esami di laboratorio è la conseguenza di un esame obiettivo che il biologo non è in grado di effettuare.


Celtic, il tuo discorso sulle analisi è invece tutto concentrato sullo scopo diagnostico. Da nessuna parte c'è scritto che le analisi chimiche hanno un esclusivo scopo diagnostico. Tu poi stai parlando di valutazione dello stato di salute che compete solo al medico. Ma chi se ne frega della VES o PCR per valutare lo stato di nutrizione? Se a me interessano sideremia, albumina, acido folico ecc. perchè devo chiedere attraverso un giro tortuoso al medico di prescriverle? E se il medico non vuole prescriverle perchè gli stai sulle palle e dice al cliente che tu non le puoi leggere? Il cliente lo perdi lo stesso e dov'è l'autonomia del biologo che tanto proclami? Potrebbe anche essere valutata la possibilità, insieme ai medici, di stabilire un pannello di analisi che il nutrizionista potrebbe richiedere per valutare lo stato di nutrizione. Non si tratta di giocare a fare il mezzo medico ma si tratta di fare il proprio mestiere autonomamente.





Esempio: arriva un soggetto ipotiroideo, il biologo prescrive: glicemia, colesterolemia. uricemia. La persona dice: "dottore sono 6 mesi che non faccio il TSH, mi mette dentro anche quello?", tu cosa gli dici: "no, non posso, quello deve prescriverlo il suo medico", allora la persona:
1) ha la dimostrazione pratica che il biologo è ridotto a un "medico dei poveri".

2) Va direttamente dal medico e si fa prescrivere tutto in una volta (senza farsi bucare due volte e buttar via due giorni di lavoro).

3) Il fatto che il biologo prescriva esami aumenterebbe i costi del sistema sanitario (esami fatti in doppio).

4) La dieta può essere fatta bene anche senza esami del sangue. Poi se uno vuole pompare di proteine e integratori una persona meglio che faccia le analisi (se è iperuricemico gli scatena la gotta). Ma se si tratta di limitarsi a farla mangiare come Dio comanda gli esami non servono a nulla, essendoci dati in lettratura a sufficienza per sapere che una alimentazione equilibrata è comunque migliorativa.
Se poi si vuole giocare a fare gli stregoni con diete da 800 chilocalorie e integratori a go go, allora non bastano gli esami del sangue, ma ci vuole una visita cardiologia (rischio di scompenso degli elettroliti plasmatici che regolano la contrattilità cardiaca) che comunque il biologo non può prescrivere.
Quindi non isultiamo l'iintelligenza di nessuno sostenendo che chi prescrive gli esami del sangue è più professionista di chi non lo fa.
Perchè sono balle; dati di letteratura alla mano.
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Hyo
Utente Junior



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Inserito il - 29 maggio 2010 : 12:22:50  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Hyo Invia a Hyo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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ELEZIONI
Come sapete presto si voterà per il rinnovo delle cariche dell'Ordine Nazionale Biologi.
Si fronteggiano due schieramenti:

- i "vecchi": D'Antonio/Calcatelli/Rogai che appoggiano la Presidenza del Collega Calcatelli.
- I "nuovi" che fanno capo al Collega D'Anna di cui potete visionare i curriculum qui: http://www.informabiologi.it/rinnovo_cariche_onb_curricula_consiglio_ordine.htm
- Vincenzo D'Anna è Presidente della FederLab (Associazione di laboratoristi Campani) http://www.federlab.net/ nonché parlamentare di destra http://www.camera.it/29?shadow_deputato=304621



Sul punto di vista dei "vecchi" c'è qualcosa di scritto da poter visionare?
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celtic
Utente Junior




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Inserito il - 29 maggio 2010 : 12:51:46  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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ELEZIONI
Come sapete presto si voterà per il rinnovo delle cariche dell'Ordine Nazionale Biologi.
Si fronteggiano due schieramenti:

- i "vecchi": D'Antonio/Calcatelli/Rogai che appoggiano la Presidenza del Collega Calcatelli.
- I "nuovi" che fanno capo al Collega D'Anna di cui potete visionare i curriculum qui: http://www.informabiologi.it/rinnovo_cariche_onb_curricula_consiglio_ordine.htm
- Vincenzo D'Anna è Presidente della FederLab (Associazione di laboratoristi Campani) http://www.federlab.net/ nonché parlamentare di destra http://www.camera.it/29?shadow_deputato=304621



Sul punto di vista dei "vecchi" c'è qualcosa di scritto da poter visionare?



No, ho parlato con la collega Rogai (quando non sapevo fosse del gruppo Calcatelli) perché è la Collega che si interessò a chiarire la questione lettera Barone.
Intanto poteva ignorare la mia richiesta (io lavoro in Friuli) invece si interessò e poi mi disse di essere sulle mie posizioni (ovvero quelle di Landi):
1) se la persona ha una cartella clinica gli fai la dieta tenendo conto della diagnosi riportata in cartella clinica.

2) Se non ha nulla gli fai un piano alimentare equilibrato, se ritieni di avere bisogno di ulteriori infomrazioni invii il paziente dal medico.

3) Puoi fare anche 1) e 2), esempio: ti arriva una persona che ti dice: "dottore ultimamente ho lo stomaco sempre gonfio", tu gli fai una dieta che non gli peggiori il meteorismo, gli consigli di andare dal medico e quando lui ha una diagnosi in mano gli fai un trattamento più specifico-

4) Se ritieni di avere bisogno di accertamenti medici prima di fare la dieta non gli fari il trattamento e gli consigli di andare dal medico.

Ma sei sempre e solo tu che decidi cosa fare (1 - 2 - 3 o 4), esattamente come sostenuto e ribadito dal Professor Landi http://www.dietaepeso.it/dieta_e_peso_00003a.htm

Non ci sono problemi a dare informazioni. Alcuni colleghi sostenevano che "fornire indicazioni antistiptiche costituisse atto terapeutico e quindi medico". Io scrivo; "Nota: per favorire la peristalsi intestinale ("andare di corpo") si consiglia: a) non ritardare l'evacuazione (quando insorge lo stimolo a defecare recarsi immediatameente in bagno, senza "rimandare"); b) consumare le seguenti quantità di acqua: ..., ecc.",
Non dò' indicazioni anti stiptiche ma indicazioni che favoriscono l'evacuazione (stimolando la motilità intestinale o prevenendo l'eccessivo assorbimento di acqua a liverro del grosso intestino).
Si tratta solo di "guardare la questione dal lato della stimolazione delle funzionalità" e non della terapia.
La Rogai mi pare fosse su questa linea.
Se mi invii un messaggio privato ti dò la mia mail (di persona reale) e ti invio la mail della Dottoressa Rogai.
Inoltre io ho parlato con il Dottor Monaco telefonandogli (sul numero di cellulare scritto sul curriculum).
Siccome entrambi sono disponibili, meglio di tutto è chiedere a loro direttamente.
Ti ribadisco le mie critiche alla linea del Dottor Calcatelli (che comunque è da molto il referente dei nutrizionisti) ma credo che, pur non aspettandomi innovazioni o miglioramenti, non si distacchi dalle posizioni che furono del Professor Landi.
Amche perchè ridurre le nostre competenze è incoerente con il nostro titolo di studio.
Aldilà delle posizioni dell'ordine noi studiamo tanto quanto un medico (o di più) per svolgere un numero di competenze (in abito sanitario) assolutamente irrisorio rispetto a qwelle del medico, e i medici lo sanno. Noi studiamo uno "sproposito" per fare una dieta, vuoi anche metterlo in dubbio: andiamo in tribunale. Non ci è andato nessuno in qurantanni (quando studiavamo meno), vuoi che ci andiamo adesso con 5 anni di laurea e corsi ecm (senca contare : master, specializzazioni, dottorati, ecc.)?
Allora chiudiam tutte le facoltà e chiediamo la visita medica preventiva anche per fare la spesa.
Nonostante io reputi la "linea Calcatelli" troppo morbida non ritengo vi sia il rischio di riduzione di competenze. Che anzi si sono implementate (pensa agli specialisti in genetica medica che possono fare consulenza genetica).
Il gruppo di D'Anna è sicuramente innovativo ma mi pare "pure troppo".
Ci vorrebbe una via di mezzo (secondo me). Quasi quasi voto uno di una parte e uno dell'altra: in disaccordo su tutto tranne che su farmi il culo.......
Sicuramente voto Rogai (che si interessò a risolvere un problema quando avevo bisogno). Poi deciderò su eventuali altri. Comunque la Rogai la voto sicuro: poteva fregarsene e si è interessata.
Il Dottor Calcatelli non lo voto.
Su altri deciderò.
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tesla
Utente

tesla



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Inserito il - 29 maggio 2010 : 13:14:32  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tesla  Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da celtic
Esempio: arriva un soggetto ipotiroideo, il biologo prescrive: glicemia, colesterolemia. uricemia. La persona dice: "dottore sono 6 mesi che non faccio il TSH, mi mette dentro anche quello?", tu cosa gli dici: "no, non posso, quello deve prescriverlo il suo medico", allora la persona:
1) ha la dimostrazione pratica che il biologo è ridotto a un "medico dei poveri".



Se sei onesto dici al tuo cliente che a te interessa valutare altro.
Il TSH se lo fa aggiungere in laboratorio per conto suo, lo può fare. Non mi sembra che gli ostetrici giochino a medici dei poveri quando prescivono analisi per come la racconti tu.
Come professionista valuteresti tu le analisi da fare punto e basta.

Su tutti i testi universitari sulla nutrizione è riportato che il metodo più obiettivo per la valutazione dello stato di nutrizione è l'indagine biochimica. Per te non è cosi, l'abbiamo capito. Nei testi non si dice che la valutazione dello stato di nutrizione con tali metodi spetta solo al medico, ma sarebbe opportuno scriverlo.

Tu dici che le analisi non servono, quindi lasciamo la bella prassi di dipendenza dove il biologo chiede al medico di prescriverle. Ma non parlare di autonomia perchè mentre dici una cosa poi dici l'opposto.

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celtic
Utente Junior




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Inserito il - 29 maggio 2010 : 13:40:27  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da celtic
Esempio: arriva un soggetto ipotiroideo, il biologo prescrive: glicemia, colesterolemia. uricemia. La persona dice: "dottore sono 6 mesi che non faccio il TSH, mi mette dentro anche quello?", tu cosa gli dici: "no, non posso, quello deve prescriverlo il suo medico", allora la persona:
1) ha la dimostrazione pratica che il biologo è ridotto a un "medico dei poveri".



Se sei onesto dici al tuo cliente che a te interessa valutare altro.
Il TSH se lo fa aggiungere in laboratorio per conto suo, lo può fare. Non mi sembra che gli ostetrici giochino a medici dei poveri quando prescivono analisi per come la racconti tu.
Come professionista valuteresti tu le analisi da fare punto e basta.

Su tutti i testi universitari sulla nutrizione è riportato che il metodo più obiettivo per la valutazione dello stato di nutrizione è l'indagine biochimica. Per te non è cosi, l'abbiamo capito. Nei testi non si dice che la valutazione dello stato di nutrizione con tali metodi spetta solo al medico, ma sarebbe opportuno scriverlo.

Tu dici che le analisi non servono, quindi lasciamo la bella prassi di dipendenza dove il biologo chiede al medico di prescriverle. Ma non parlare di autonomia perchè mentre dici una cosa poi dici l'opposto.





E' questione di punti di vista. Non ritengo assolutamente le analisi di laboratorio un fattore essenziale all'elaborazione del piano nutrizionale.
Nè lo considero un fattore di dipendenza dal medico.
La dipendendenza sarebbe dover inviare preventivamente il soggetto dal medico per potergli fare la dieta.
Quella è dipendenza vera: se morissero tutti i medici noi non potremmo lavorare.
E comunque sono onesto, non ti preoccupare.
La questione é la visione della professione di biologo: una figura sanitaria alternativa al medico o una "varietà di medico".
Per me il biologo nutrizionista non è quello che prescrive gli integratori ma quello che seleziona gli alimenti in modo da integrare i nutrienti (il pollame per la serotonina, la bistecca di manzo per la carnitina, ecc.). Io il biologo lo vedo come Professionista che utilizza i cibi (ed eventualmente attività fisica e pratiche bionaturali) per riequilibrare l'omeostasi.
Non come un tipo di medico con una visione allopatica del problema.
Comunque chi la pensa in modo diverso ha il suo candidato.
Inoltre credo che la visione del gruppo Monaco sia prematura. Prima va migliorata la formazione clinica del biologo. Altrimenti ci spezzano in due.
Iniziamo a migliorare la formazione del biologo in campo clinico (es.: anno integrativo o ripristino di troccini annuali specifici), Se uno dei "top topic" è "quale corso/master fare per diventare nutrizionista" vuol dire che qualcosa non funziona. Poi iniziamo a implementare le competenze partendo dagli specialisti.
Il partire "in quarta" senza una base di conoscenze appropriate ritengo ci porterebbe al disastro (alcuni medici non aspettano altro).

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tesla
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tesla



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E' questione di punti di vista. Non ritengo assolutamente le analisi di laboratorio un fattore essenziale all'elaborazione del piano nutrizionale.
Nè lo considero un fattore di dipendenza dal medico.
La dipendendenza sarebbe dover inviare preventivamente il soggetto dal medico per potergli fare la dieta.
Quella è dipendenza vera: se morissero tutti i medici noi non potremmo lavorare.
E comunque sono onesto, non ti preoccupare.
La questione é la visione della professione di biologo: una figura sanitaria alternativa al medico o una "varietà di medico".
E' da anni che si parla di lauree specialistiche in medicina di laboratorio, lauree che comprendano la componente medica, diagnostica e prettamente laboratoristica (analoghe a quella del dentista che "fa tutto in un settore solo"). Irrealizzabili con la nostra struttura ordinistica.
Non volute n+ dai medici (che si ritroverebbero nuovi medici), nè dall'ordine dei biologi (che perderebbe iscritti).
Io inizierei inserendo lìobbligo di un anno di formazione specifica in campo clinico sia per i nutrizionisti che per i laboratoristi (es. 1 anno di tirocinio nei reparti di dietologia o microbiologia, o un master - con obbligo di frequenza -) o un anno integrativo.
E poi chiediamo di più.
Già gii specialisti biologi se ne fann 4 o 5 per niente.
Tra l'altro risolveremmo il problema della "caccia al master" post laurea.




Appunto, non ritieni.
Nei corsi di laurea hanno inserito esami come fisiopatolgia endocrina, biochimica clinica, patologia generale e tirocini ospedalieri, ma tu evidentemente, per parlare così, avrai una laurea vecchio stampo stile naturalista. I tempi son cambiati.
A me hanno insegnato all'università a valutare lo stato di nutrizione mediante analisi biochimiche. A te lo hanno insegnato? Immagino di no.
Seguo da anni uno sportivo professionista dal punto di vista nutrizionale ed ho bisogno delle sue analisi per tenergli i parametri nella norma. Questo lo faccio grazie alla gentile collaborazione del suo medico che mi ringrazia anche per l'aiuto. Qualche anno fa invece seguivo un pugile che doveva cambiare classe di peso e dovendo monitorare alcuni suoi parametri per poter cambiargli la dieta a seconda dei ritmi di allenamento e delle pause, mi sono imbattuto nel rifiuto del suo medico nella prescrizione di poche analisi di routine. Il medico si è impuntato dicendo che non era compito di un biologo elaborare diete. Il mondo è bello perchè è vario?

Nel 2003 ero a Parigi ed ho accompagnato una coppia di coniugi in una clinica privata: il dietista, senza l'ombra di un medico, ha effettuato il prelievo, ha stabilito le analisi, ha eseguito la bioimpedenziometria ed ha elaborato la dieta. Questa era ed è l'Europa.

Concordo con te che la dieta si può elaborare senza analisi del sangue ma queste, in certi casi, possono aiutare a lavorare meglio, anche in termini di prevenzione. Non concordo col fatto che si debba ricorrere al medico se il nutrizionista ha bisogno di un quadro biochimico del cliente e poi parlare ipocritamente di autonomia.

Restano comunque alcune questioni specifiche e mi piacerebbe sentire il tuo parere:

1) Il biologo perito del tribunale può eseguire e/o richiedere analisi ad un laboratorio (test genetici, gruppi sanguigni ecc.). Il nutrizionista no.

2) il biologo può analizzare l'acqua totale del cliente con un bioimpedenziometro ma non può farlo richiedento un esame ad un laboratorio.

3) Il biologo nutrizionista abilitato ai prelievi può eseguire le analisi nel suo studio e valutare lo stato di nutrizione. Il biologo nutrizionista non abilitato non può inviare il cliente ad un laboratorio?

4) Nelle farmacie si eseguono analisi su sangue capillare anche senza richiesta medica, talvolta anche a fini illegali (prescizione di diete).

5) Il biologo nutrizionista esegue test per le intolleranze alimentari di tutti i tipi e poi tu parli di medico dei poveri...

6) A breve gli psicologi chiederanno al ministero la possibilità di richiedere analisi cliniche in quanto per loro potrebbe essere utile capire se alcuni disturbi sono di origine organica o meno.

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celtic
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E' questione di punti di vista. Non ritengo assolutamente le analisi di laboratorio un fattore essenziale all'elaborazione del piano nutrizionale.
Nè lo considero un fattore di dipendenza dal medico.
La dipendendenza sarebbe dover inviare preventivamente il soggetto dal medico per potergli fare la dieta.
Quella è dipendenza vera: se morissero tutti i medici noi non potremmo lavorare.
E comunque sono onesto, non ti preoccupare.
La questione é la visione della professione di biologo: una figura sanitaria alternativa al medico o una "varietà di medico".
E' da anni che si parla di lauree specialistiche in medicina di laboratorio, lauree che comprendano la componente medica, diagnostica e prettamente laboratoristica (analoghe a quella del dentista che "fa tutto in un settore solo"). Irrealizzabili con la nostra struttura ordinistica.
Non volute n+ dai medici (che si ritroverebbero nuovi medici), nè dall'ordine dei biologi (che perderebbe iscritti).
Io inizierei inserendo lìobbligo di un anno di formazione specifica in campo clinico sia per i nutrizionisti che per i laboratoristi (es. 1 anno di tirocinio nei reparti di dietologia o microbiologia, o un master - con obbligo di frequenza -) o un anno integrativo.
E poi chiediamo di più.
Già gii specialisti biologi se ne fann 4 o 5 per niente.
Tra l'altro risolveremmo il problema della "caccia al master" post laurea.



Appunto, non ritieni.
Nei corsi di laurea hanno inserito esami come fisipoatolgia endocrina, biochimica clinica, patologia generale e tirocini ospedalieri, ma tu evidentemente, per parlare così, avrai una laurea vecchio stampo stile naturalista. I tempi son cambiati.
A me hanno insegnato all'università a valutare lo stato di nutrizione mediante analisi biochimiche. A te lo hanno insegnato? Immagino di no.
Seguo da anni uno sportivo professionista dal punto di vista nutrizionale ed ho bisogno delle sue analisi per tenergli i parametri nella norma. Questo lo faccio grazie alla gentile collaborazione del suo medico che mi ringrazia anche per l'aituo. Qualche anno fa invece seguivo un pugile che doveva cambiare classe di peso e dovendo monitorare alcuni suoi parametri per poter cambiargli la dieta a seconda dei ritmi di allenamento e delle pause, mi sono imbattuto nel rifiuto del suo medico nella prescrizione di poche analisi di routine. Il medico si è impuntato dicendo che non era compito di un biologo elaborare diete. Il mondo è bello perchè è vario?

Nel 2003 ero a Parigi ed ho accompagnato una coppia di coniugi in una clinica privata: il dietista, senza l'ombra di un medico, ha effettuato il prelievo, ha stabilito le analisi, ha eseguito la bioimpedenziometria ed ha elaborato la dieta. Questa era ed è l'Europa.

Concordo con te che la dieta si può elaborare senza analisi nel sangue ma queste, in certi casi, possono aiutare. Non concordo col fatto che si debba ricorrere al medico se il nutrizionista ne ha bisogno e poi parlare ipocritamente di autonomia.

Restano comunque alcune questioni specifiche e mi piacerebbe sentire il tuo parere:

1) Il biologo perito del tribunale può eseguire e/o richiedere analisi ad un laboratorio (test genetici, gruppi sanguigni ecc.). Il nutrizionista no.

2) Il biologo nutrizionista abilitato ai prelievi può eseguire le analisi nel suo studio e valutare lo stato di nutrizione. Il biologo nutrizionista non abilitato non può inviare il cliente ad un laboratorio?

3) Nelle farmacie si eseguono analisi su sangue capillare anche senza richiesta medica, talvolta anche a fini illegali (prescizione di diete).

3) Il biologo nutrizionista esegue test per le intolleranze alimentari di tutti i tipi e poi tu parli di medico dei poveri...

4) A breve gli psicologi chiederanno al ministero la possibilità di richiedere analisi cliniche in quanto per loro potrebbe essere utile capire se alcuni disturbi sono di origine organica o meno.





Tesla, io ho una specializzazione alla facoltà di medicina e chiurgia acquisita con lode, dopo aver superato un esame di ammissione che prevedeva un solo posto a concorso.
La scuola di specializzaizone prevedeva gli stessi standard formativi per emdici e biologi.
Vuoi darmi lezioni di esami di laboratorio?
Quante cartelle cliniche hai visto tu?
Su quanti parametri di laboratorio alterati hai discusso con um medico?
Ma chi pensate di essere?
Iniziamo a mettere dentro l'ordine dei biologi che siano nuovo ordinamento e specialisti. Specoalisti che si siano fatti 4 o 5 anni in REPARTO, a fianco dei medici, arrivando alle 8 di mattina. finendo alle 6, mangiando quando capitava.
Io lo ho fatto e tu?
E poi ne riparliamo.
Io ho visto quanto studiano i medici (perchè gli facevamo anche lezione). Iniziano a parlare di clinica dal primo minuto, della prima lezione del primo giorno si fanno anni di "cliniche".
Vogliamo fare i medici? Dobbiamo rivedere la laurea perchè ci vuole il reparto e la CLINICA.
Il dottor Monaco non ha alcuna formazione medica.
E vuole andare contro i medici?
Voglio un patologo clinico che si sia fatto 10 anni di università di cui 5 alla facoltà di medicina, assieme ai medici.
Uma persona così ha credibilità. E la prima cosa che chiederebbe è un implemento di formazione in campo clinico. Cioè alla facoltà di medicina con una forte componente di "reparto". E poi si parla di esami.
Voglio un dottore di ricerca in campo medico e poi vediamo.
Gli prescrivi la gliecemia trovi trovi un valore di 150 mg/dl (ovviamente non ci sono polidipsia e poliuria, come sai) e ti dice: dottore ci vedo un pochino sdoppiato, se è diabete, poi, se mando a posto la glicemia, torno a vederci come prima?
Tu cosa gli dici?
Chiedi al medico? Che bella figura di *****.
Ci teniamo così tanto a collezionarne?




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Tesla, io ho una specializzazione alla facoltà di medicina e chiurgia acquisita con lode, dopo aver superato un esame di ammissione che prevedeva un solo posto a concorso.
La scuola di specializzaizone prevedeva gli stessi standard formativi per emdici e biologi.
Vuoi darmi lezioni di esami di laboratorio?
Quante cartelle cliniche hai visto tu?
Su quanti parametri di laboratorio alterati hai discusso con um medico?
Ma chi pensate di essere?
Iniziamo a mettere dentro l'ordine dei biologi che siano nuovo ordinamento e specialisti. Specoalisti che si siano fatti 4 o 5 anni in REPARTO, a fianco dei medici, arrivando alle 8 di mattina. finendo alle 6, mangiando quando capitava.
Io lo ho fatto e tu?
E poi ne riparliamo.
Io ho visto quanto studiano i medici (perchè gli facevamo anche lezione). Iniziano a parlare di clinica dal primo minuto, della prima lezione del primo giorno si fanno anni di "cliniche".
Vogliamo fare i medici? Dobbiamo rivedere la laurea perchè ci vuole il reparto e la CLINICA.
Il dottor Monaco non ha alcuna formazione medica.
E vuole andare contro i medici?
Voglio un patologo clinico che si sia fatto 10 anni di università di cui 5 alla facoltà di medicina, assieme ai medici.
Uma persona così ha credibilità. E la prima cosa che chiederebbe è un implemento di formazione in campo clinico. Cioè alla facoltà di medicina con una forte componente di "reparto". E poi si parla di esami.
Voglio un dottore di ricerca in campo medico e poi vediamo.
Gli prescrivi la gliecemia trovi trovi un valore di 200 mg/dl (ovviamente non ci sono polidipsia e poliuria, come sai) e ti dice: dottore ci vedo un pochino sdoppiato, se è diabete, poi, se mando a posto la glicemia, torno a vederci come prima?
Tu cosa gli dici?
Chiedi al medico? Che bella figura di *****.
Ci teniamo così tanto a collezionarne?



Invece di fare superman (la specializzazione non abilita a una mazza) leggi bene i referti di laboratorio. Non so se sei presbite ma in genere c'è scritto che la diagnosi spetta al medico curante. Ti ripeto, ma tu vai sempre sullo stesso discorso perchè ti piace giocare al piccolo medico: Le analisi chimiche possono servire anche per valutare lo stato di nutrizione: lo insegnano anche a biologi e dietisti nei master delle facoltà di medicina. Tu continui a parlare di analisi cliniche che hanno valore medico e diagnostico ed io le chiamo analisi chimiche che servono al nutrizionista per valutare la composizione corporea. Non è colpa del biologo se storicamente le analisi chimiche sono utilizzate in Italia per soli scopi clinici.

Rispondi cortesemente ai 6 punti indicati? Ho chiesto cortesemente il tuo parere. Se non hai argomenti oltre a dire sempre le stesse cose con i tuoi standard formativi dei medici non fa niente, grazie lo stesso.

1) Il biologo perito del tribunale può eseguire e/o richiedere analisi ad un laboratorio (test genetici, gruppi sanguigni ecc.). Il nutrizionista no.

2) il biologo può analizzare l'acqua totale del cliente con un bioimpedenziometro ma non può farlo richiedendo un esame ad un laboratorio.

3) Il biologo nutrizionista abilitato ai prelievi può eseguire le analisi nel suo studio e valutare lo stato di nutrizione. Il biologo nutrizionista non abilitato non può inviare il cliente ad un laboratorio?

4) Nelle farmacie si eseguono analisi su sangue capillare anche senza richiesta medica, talvolta anche a fini illegali (prescizione di diete).

5) Il biologo nutrizionista esegue test per le intolleranze alimentari di tutti i tipi e poi tu parli di medico dei poveri...

6) A breve gli psicologi chiederanno al ministero la possibilità di richiedere analisi cliniche in quanto per loro potrebbe essere utile capire se alcuni disturbi sono di origine organica o meno.

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Iniziamo a mettere dentro l'ordine dei biologi che siano nuovo ordinamento e specialisti


Nulla di più feudale e corporativista. A parte l'inutilità degli ordini professionali nell'eurozona, in un ordine serio almeno la metà dei consiglieri dovrebbero essere laici a garanzia dei cittadini che usufruiscono dei servizi. Per l'altra metà concorderei con il nuovo ordinamento ma non tanto sugli specialisti della facoltà di medicina sarebbero un pochino di parte in un ordine così eterogeneo come quello dei biologi che incorpora dietisti con laurea in scienza della nutrizione, tecnici di laboratorio, biologi marini, nutrizionisti, biotecnologi, biologi ambientali ecc.
Di dare valore abilitativo alla laurea non se ne parla proprio?

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celtic
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Tesla, io ho una specializzazione alla facoltà di medicina e chiurgia acquisita con lode, dopo aver superato un esame di ammissione che prevedeva un solo posto a concorso.
La scuola di specializzaizone prevedeva gli stessi standard formativi per emdici e biologi.
Vuoi darmi lezioni di esami di laboratorio?
Quante cartelle cliniche hai visto tu?
Su quanti parametri di laboratorio alterati hai discusso con um medico?
Ma chi pensate di essere?
Iniziamo a mettere dentro l'ordine dei biologi che siano nuovo ordinamento e specialisti. Specoalisti che si siano fatti 4 o 5 anni in REPARTO, a fianco dei medici, arrivando alle 8 di mattina. finendo alle 6, mangiando quando capitava.
Io lo ho fatto e tu?
E poi ne riparliamo.
Io ho visto quanto studiano i medici (perchè gli facevamo anche lezione). Iniziano a parlare di clinica dal primo minuto, della prima lezione del primo giorno si fanno anni di "cliniche".
Vogliamo fare i medici? Dobbiamo rivedere la laurea perchè ci vuole il reparto e la CLINICA.
Il dottor Monaco non ha alcuna formazione medica.
E vuole andare contro i medici?
Voglio un patologo clinico che si sia fatto 10 anni di università di cui 5 alla facoltà di medicina, assieme ai medici.
Uma persona così ha credibilità. E la prima cosa che chiederebbe è un implemento di formazione in campo clinico. Cioè alla facoltà di medicina con una forte componente di "reparto". E poi si parla di esami.
Voglio un dottore di ricerca in campo medico e poi vediamo.
Gli prescrivi la gliecemia trovi trovi un valore di 200 mg/dl (ovviamente non ci sono polidipsia e poliuria, come sai) e ti dice: dottore ci vedo un pochino sdoppiato, se è diabete, poi, se mando a posto la glicemia, torno a vederci come prima?
Tu cosa gli dici?
Chiedi al medico? Che bella figura di *****.
Ci teniamo così tanto a collezionarne?



Invece di fare superman (la specializzazione non abilita a una mazza) leggi bene i referti di laboratorio. Non so se sei presbite ma in genere c'è scritto che la diagnosi spetta al medico curante. Ti ripeto, ma tu vai sempre sullo stesso discorso perchè ti piace giocare al piccolo medico: Le analisi chimiche possono servire anche per valutare lo stato di nutrizione: lo insegnano anche a biologi e dietisti nei master delle facoltà di medicina. Tu continui a parlare di analisi cliniche che hanno valore medico e diagnostico ed io le chiamo analisi chimiche che servono al nutrizionista per valutare la composizione corporea. Non è colpa del biologo se storicamente le analisi chimiche sono utilizzate in Italia per soli scopi clinici.

Rispondi cortesemente ai 6 punti indicati? Ho chiesto cortesemente il tuo parere. Se non hai argomenti oltre a dire sempre le stesse cose con i tuoi standard formativi dei medici non fa niente, grazie lo stesso.

1) Il biologo perito del tribunale può eseguire e/o richiedere analisi ad un laboratorio (test genetici, gruppi sanguigni ecc.). Il nutrizionista no.

2) il biologo può analizzare l'acqua totale del cliente con un bioimpedenziometro ma non può farlo richiedendo un esame ad un laboratorio.

3) Il biologo nutrizionista abilitato ai prelievi può eseguire le analisi nel suo studio e valutare lo stato di nutrizione. Il biologo nutrizionista non abilitato non può inviare il cliente ad un laboratorio?

4) Nelle farmacie si eseguono analisi su sangue capillare anche senza richiesta medica, talvolta anche a fini illegali (prescizione di diete).

5) Il biologo nutrizionista esegue test per le intolleranze alimentari di tutti i tipi e poi tu parli di medico dei poveri...

6) A breve gli psicologi chiederanno al ministero la possibilità di richiedere analisi cliniche in quanto per loro potrebbe essere utile capire se alcuni disturbi sono di origine organica o meno.





Volete fare i medici: andate a farvi selezionare alla facoltà di medicina, io lo ho fatto, tu?
Che cacchio c'entra l'abilitazione?
Per decidere quale esame fare devi saper leggere una cartella clinica (come biologo).
Vi fate un anno in più di università e volete fare i medici?
Ma cosa fumate?
Vi spezzano con un peto.
Se volete fare i medici dovete accettare la selezione fatta dai medici, a casa dei medici. E poi vedrai che nessun medico ti rompe le palle.Per fare consulenza genetica i notri colleghi si fanno 4 anni di specializzazione.
Arrivate voi e spaccate il mondo?
Ma va, là,
Gli altri, che studiano di più, sono dei pirla?
Non possiamo mettere in mano l'Ordine a persone del genere, i medici vi spezzano, perchè sono più duri, fanno più fatica.
Implementiamo la laurea, la portiamo a 6 anni di cui tre alla facoltà di medicina (3 + 3) con esame di ammissione per accesso al quarto anno. Poi vedrai che nessun medico ti romperà le palle per prescrivere un esame.



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tesla
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Inserito il - 29 maggio 2010 : 16:08:26  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di tesla  Rispondi Quotando
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Implementiamo la laurea, la portiamo a 6 anni di cui tre alla facoltà di medicina (3 + 3) con esame di ammissione per accesso al quarto anno. Poi vedrai che nessun medico ti romperà le palle per prescrivere un esame.


Io direi 10 anni direttamente e con gli stessi standard formativi dei medici così diventano tutti bravi come te. Inoltre abolirei la Legge 369 del 1967 che non abilita a niente se non hai studiato quasi quanto un medico. Boh...
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celtic
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Inserito il - 29 maggio 2010 : 16:36:49  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Implementiamo la laurea, la portiamo a 6 anni di cui tre alla facoltà di medicina (3 + 3) con esame di ammissione per accesso al quarto anno. Poi vedrai che nessun medico ti romperà le palle per prescrivere un esame.


Io direi 10 anni direttamente e con gli stessi standard formativi dei medici così diventano tutti bravi come te. Inoltre abolirei la Legge 369 del 1967 che non abilita a niente se non hai studiato quasi quanto un medico. Boh...




Ma fai proprio finta di non capire. Non possono esistere due prescrizioni, una per biologo e una per medico.
La prescrizione deve essere una, ed è un atto medico.
Se vuoi compiere atti medici devi avere una formazione medica. E la formazione medica, per rispetto delle persone che ti capitano tra le mani, si fa alla facoltà di medicina.
La prescrizione è un atto conseguente a una diagnosi (sennò non è prescrizione, è un consiglio).Facciamo un anno integrativo, anche perchè, c***o, è inutile parlare di prescrizione se qua tutti vanno a cercare il corso per imparare a fare i nutrizionisti, *****: non sappiamo fare una dieta e vogliamo metterci a fare i medici?
Se i master non fossero la ca****a che sono basterebbe un anno di master in nutrizione clinica alla facoltà di MEDICINA.
Purtroppo i master non hanno credibilità perchè si sa che è impossibile essere bocciati.
L'unico limite che il nutrizionista ha è di non poter fare diagnosi.Ed è giusto che sia così.
E se non sai fare diagnosi non puoi prescrivere. Perchè, ribadisco, la prescrizione è un atto che segue a una diagnosi (prescrivo dei farmaci) o la precede (prescrivo un esame), ma è comunque un atto inserito in un iter medico che precede o seegue atti medici (esame obiettivo o diagnosi) e non può prescindere dal saper eseguire tali atti.
Per quello i medici contestano e hanno ragione, non per il fatto che facciamo diete, ma per il termine "prescrizione".





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Facciamo un anno integrativo, anche perchè, c***o, è inutile parlare di prescrizione se qua tutti vanno a cercare il corso per imparare a fare i nutrizionisti, *****: non sappiamo fare una dieta e vogliamo metterci a fare i medici?
Se i master non fossero la cagata che sono basterebbe un anno di master in nutrizione clinica alla facoltà di MEDICINA.
Purtroppo i master non hanno credibilità perchè si sa che è impossibile essere bocciati.
L'unico limite che il nutrizionista ha è di non poter fare diagnosi.




Forse ci siamo capiti male. Sono d'accordo con te se l'abilitazione alla richiesta di analisi da parte di un biologo deriva da opportuni corsi (master/specializzazioni) ed i master universitari in nutrizione clinica o le specializzazioni post-laurea dovrebbero avere un valore in tal senso che attualmente non hanno.

Saggiamente il legislatore ha disposto che il biologo può effettuare prelievi venosi previa abilitazione, ritenendo che non si tratta di un atto medico, essendo il prelievo di sangue praticato anche dagli infermieri.

Ti ripeto che la prescrizione di analisi cliniche non è più un atto medico dal 2007 visto che anche gli ostetrici possono precrivere analisi cliniche nel loro contesto lavorativo.
http://www.ordinemediciroma.it/OMWeb/Asp/NewsDettaglio.asp?IDNotizia=4697

In Germania, dove non esiste il monopolio della pratica medica, il naturopata, riconosciuto grazie ad una Legge del 1939 può liberamente praticare alcune attività mediche tra cui la richiesta di analisi cliniche. Anche in Irlanda, UK, Francia e la maggior parte dei paesi europei è così per loro e per altre professioni non mediche.
Tu che affermi di essere austro-ungarico dirai che qui siamo in Italia ed è bene che tutto resti così. E' vero siamo in Italia, ma sicuramente non siamo in Europa.

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Inserito il - 29 maggio 2010 : 17:52:07  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Facciamo un anno integrativo, anche perchè, c***o, è inutile parlare di prescrizione se qua tutti vanno a cercare il corso per imparare a fare i nutrizionisti, *****: non sappiamo fare una dieta e vogliamo metterci a fare i medici?
Se i master non fossero la cagata che sono basterebbe un anno di master in nutrizione clinica alla facoltà di MEDICINA.
Purtroppo i master non hanno credibilità perchè si sa che è impossibile essere bocciati.
L'unico limite che il nutrizionista ha è di non poter fare diagnosi.



Forse ci siamo capiti male. Sono d'accordo con te se l'abilitazione alla richiesta di analisi da parte di un biologo deriva da opportuni corsi (master/specializzazioni) ed i master universitari in nutrizione clinica o le specializzazioni post-laurea dovrebbero avere un valore in tal senso che attualmente non hanno.

Saggiamente il legislatore ha disposto che il biologo può effettuare prelievi venosi previa abilitazione, ritenendo che non si tratta di un atto medico, essendo il prelievo di sangue praticato anche dagli infermieri.

Ti ripeto che la prescrizione di analisi cliniche non è più un atto medico dal 2007 visto che anche gli ostetrici possono precrivere analisi cliniche nel loro contesto lavorativo.

In Germania, dove non esiste il monopolio della pratica medica, il naturopata, riconosciuto grazie ad una Legge del 1939 può liberamente praticare alcune attività mediche tra cui la richiesta di analisi cliniche. Anche in Irlanda, UK, Francia e la maggior parte dei paesi europei è così per loro e per altre professioni non mediche.
Tu che affermi di essere austro-ungarico dirai che qui siamo in Italia ed è bene che tutto resti così. E' vero siamo in Italia, ma sicuramente non siamo in Europa.






Noi abbiamo un sistema professionale basato su ordini "monodisciplinari", un sistema universitario sempre più interdisciplinare (perchè le professioni sono sempre più interdisciplinari). E questo è all'origine del casino.
Da anni si parla di istituire delle lauree in medicina di laboratorio (che comprendano gli aspetti clinici e prettamente laboratoristici) non si è fatto nulla. Ma perchè questo andrebbe a creare una reazione a catena in un sistema costruito su basi monodisciplinari.
Dove collochi quel laureato? Nell'ordine dei medici o in quello dei biologi? E gli specialisti dove li ricollohi?
Non è solo una questione di corsi di laurea o di corsi post - laurea è un problema di riorganizzazione del sistema sanitario nazionale.
La differenza tra le visioni Calcatelli e D'Anna è questa.
Il gruppo Calcatelli dice: "teniamo il nutrizionista autonomo ma senza rompere ai medici", ne facciamo una figura che, o fa la dieta in base alla diagnosi o lo fa per incrementare lo stato di salute.
In questo modo ne blocchiamo gli sviluppi in ambito medico ma lasciamo aperte le prospettive nel campo delle discipline complementari (e presto apriranno dei corsi di formazione universitaria in tali settori - c'è già un master in naturopatia alla Sapienza-).
La linea D'Anna dice: "no, i biologi adesso hanno una formazione maggiore, in parte fortemente "medicizzata", andiamo a "sfondare" (richiedere implementi di competenze mediche)".
Secondo me si può fare se prima si crea un corso di studi che abbia una implementazione medica (un anno integrativo, un master serio, fatti alla facoltà di medicina).
Altrimenti parti per sfondare e torni sfondato.
Il gruppo d'Anna sbaglia, non nel proporre implementazioni, ma nel proporle senza prima creare una formazione specifica e dura (fatta dai medici a casa dei medici).
La realtà é che: nei corsi ecm organizzati dai biologi sembra quasi ci sia la paura di parlare di malattie, ed è evidente la carenza formativa in nutrizione dei biologi (visto che c'è la caccia al master).
Prima dobbiamo creare un percorso formativo, ripeto: accettando una selezione in campo medico a casa dei medici e poi abbiamo le basi per chiedere, e soprattutto ottenere, implementazioni.
Nel programma di D'Anna non si parla di questo.
E' evidente che il futuro porterà implementazioni di competenze (già è successo, rif. gli specialisti in genetica) però per accellerare ci vuole prima un percorso definito.
Che non abbiamo. Tanto che un biologo del ramo amtientale può fare il nutrizionista.
Quello che non condivido è partire pretendendo l'implementazione senza prima creare un percorso formativo.
Il rischio della "Linea Calcatelli" (biologo nutrizionsta = tanto benessere e poca medicina) è che poi i medici si fottano tutto o che restiamo tagliati fuori da campi interdisciplinari come la medicina ortomolecolare.
Praticamente la scelta è:
I D'annniani che secondo me vogliono partire all'attacco senza essere pronti (l'intregrazione o la formazione in campo medico a casa del medico) e i "Calcatelliani" che restano immobili.
La meno rischiosa è la seconda.
A meno che D'Anna non dica chiaro: "cari biologi nutrizionisti per svolgere la professione vi dovete sorbire ancora 1 anno duro alla facoltà di medicina e poi si lotta per l'implementazione".
Ma per fare questo devi trovare un piano condiviso coi medici non andarci contro (e nemmeno avere paura. però).
Per questo sarebbe stato meglio inserire dei biologi nuovo ordinamento e specialisti: sono quelli che possono trovare "solidarietà" tra i medici (perchè ne hanno accettato la selezione e condiviso le difficoltà) arrivando a percorsi interdisciplinari.
In ogni caso ci tutelerà la nostra formazione (che è sempre maggiore).
E' chiaro che ognuna delle due scelte (Calcatelli o D'Anna) è rischiosa: la prima è perdente in prospettiva (perchè non tiene conto dei nuovi livelli formativi), la seconda rischia di essere devastante immediatamente per l'iperaggressività e la precocità.
Ripeto: ci vorrebbe una via di mezzo.
Voto la Rogai e uno dell'altra parte.



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chim2
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Invece di fare superman (la specializzazione non abilita a una mazza) leggi bene i referti di laboratorio. Non so se sei presbite ma in genere c'è scritto che la diagnosi spetta al medico curante. Ti ripeto, ma tu vai sempre sullo stesso discorso perchè ti piace giocare al piccolo medico: Le analisi chimiche possono servire anche per valutare lo stato di nutrizione: lo insegnano anche a biologi e dietisti nei master delle facoltà di medicina. Tu continui a parlare di analisi cliniche che hanno valore medico e diagnostico ed io le chiamo analisi chimiche che servono al nutrizionista per valutare la composizione corporea. Non è colpa del biologo se storicamente le analisi chimiche sono utilizzate in Italia per soli scopi clinici.


4) Nelle farmacie si eseguono analisi su sangue capillare anche senza richiesta medica, talvolta anche a




concordo infatti non riuscivo più a seguire il gioco di parole...
un'analisi clinica è un'analisi o chimica o biologica solo che un valore analitico ottenuto da una matrice biologica può diventare clinica se serve a un medico per individuare una patologia...
per il resto non vedo problema se volete far eseguire analisi chimiche e biologiche su un individuo,credo sia ampiamente implicito nella laurea magistrale...
cioè se un'industria vuole ridurre le emissioni di gas da un tubo di scarico e vuole anche verificare su una persona quanto accumulo c'è nell'organismo che devo chiedere il permesso al medico? non esiste proprio a me interessa solo un valore e basta da presentare!stesso discorso vi servono quelle analisi mi sembra implicito che possiate farle...a questo punto mi sorge spontanea una domande ma esistono laboratori di analisi biologiche private?es... esistono tanti laboratori chimici privati...perchè a sto punto non converrebbe fare un 'analisi in un laboratorio che non sia semplicemente clinico?!
per il resto il fatto della prescrizione o atto medico so tutte cavolate filosofiche e giuridiche...ormai se un farmacista fa un corso può usare il defibrillatoree altre cose o fare azione di primo intervento se il caso lo richiede ovvero non c'è un medico nelle vicinanze...

(P.S. colgo l'occasione di dire che il nostro stato come sempre privilegia la facoltà di medicina...hanno chiuse scuole di specializzazioni in altre facoltà che erano interessanti...
hanno obbligato tutti chimici,farmacisti e biologi a fare quelle scuole di 5 anni per lavorare gratis....e siamo arrivati quasi al ridicolo..tipo un chimico industriale che vuole fare il dirigente chimico analista deve partecipare alla scuola di specializzazione in patologia clinica,ma dico al ministero certe cose se le leggono quando le scrivono??chiudendo la biennale in analitica...)
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Edgardo
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Inserito il - 29 maggio 2010 : 20:56:03  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Edgardo Invia a Edgardo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Sul punto di vista dei "vecchi" c'è qualcosa di scritto da poter visionare?



Sì, vai a http://www.assobiologi.it/?page_id=52 c'è tutto il programma coi curricula.
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celtic
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Inserito il - 29 maggio 2010 : 21:44:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Sul punto di vista dei "vecchi" c'è qualcosa di scritto da poter visionare?



Sì, vai a http://www.assobiologi.it/?page_id=52 c'è tutto il programma coi curricula.




Mi pare che vogliano ridurre il nutrizionista ad un ruolo di prevenzione. Non va assolutamente bene.
Se si limitano a prevenzione e benessere non va assolutaemente bene,
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celtic
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Inserito il - 29 maggio 2010 : 22:05:38  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Invece di fare superman (la specializzazione non abilita a una mazza) leggi bene i referti di laboratorio. Non so se sei presbite ma in genere c'è scritto che la diagnosi spetta al medico curante. Ti ripeto, ma tu vai sempre sullo stesso discorso perchè ti piace giocare al piccolo medico: Le analisi chimiche possono servire anche per valutare lo stato di nutrizione: lo insegnano anche a biologi e dietisti nei master delle facoltà di medicina. Tu continui a parlare di analisi cliniche che hanno valore medico e diagnostico ed io le chiamo analisi chimiche che servono al nutrizionista per valutare la composizione corporea. Non è colpa del biologo se storicamente le analisi chimiche sono utilizzate in Italia per soli scopi clinici.


4) Nelle farmacie si eseguono analisi su sangue capillare anche senza richiesta medica, talvolta anche a




concordo infatti non riuscivo più a seguire il gioco di parole...
un'analisi clinica è un'analisi o chimica o biologica solo che un valore analitico ottenuto da una matrice biologica può diventare clinica se serve a un medico per individuare una patologia...
per il resto non vedo problema se volete far eseguire analisi chimiche e biologiche su un individuo,credo sia ampiamente implicito nella laurea magistrale...
cioè se un'industria vuole ridurre le emissioni di gas da un tubo di scarico e vuole anche verificare su una persona quanto accumulo c'è nell'organismo che devo chiedere il permesso al medico? non esiste proprio a me interessa solo un valore e basta da presentare!stesso discorso vi servono quelle analisi mi sembra implicito che possiate farle...a questo punto mi sorge spontanea una domande ma esistono laboratori di analisi biologiche private?es... esistono tanti laboratori chimici privati...perchè a sto punto non converrebbe fare un 'analisi in un laboratorio che non sia semplicemente clinico?!
per il resto il fatto della prescrizione o atto medico so tutte cavolate filosofiche e giuridiche...ormai se un farmacista fa un corso può usare il defibrillatoree altre cose o fare azione di primo intervento se il caso lo richiede ovvero non c'è un medico nelle vicinanze...

(P.S. colgo l'occasione di dire che il nostro stato come sempre privilegia la facoltà di medicina...hanno chiuse scuole di specializzazioni in altre facoltà che erano interessanti...
hanno obbligato tutti chimici,farmacisti e biologi a fare quelle scuole di 5 anni per lavorare gratis....e siamo arrivati quasi al ridicolo..tipo un chimico industriale che vuole fare il dirigente chimico analista deve partecipare alla scuola di specializzazione in patologia clinica,ma dico al ministero certe cose se le leggono quando le scrivono??chiudendo la biennale in analitica...)




No, il significato clinico non c'entra con il medico, se io scrivo che un valore di piastrine dell'ordine di 450.000 per microlistro non è associato a rischi trombotici faccio una valutazione clinica (assolutamente consentita ad un biologo) ma non diagnostica. Un incremento delle piastrine può essere associato a contraccezione orale. Il rischio trombotico è associato a conte piastriniche di almeno 600.000 per microlitro.
Se si vogliono prescrivere esami bisogna anche saper interpretare qualche valore di laboratorio, o no? Quando una donna che arriva in studio vi porta gli esami del sangue e trovate i valori alterati delle piastrine, che cosa gli dite? Corra dal medico che rischia un trombo? Lei corre dal medico che le dice: "signora non si preoccupi, è normale visto che prende la pillola, chi è il pirla di dottore che la ha spaventata?". "Un biologo, ma nuovo ordinamento..." E il medicom con stupore: "ooooooo, nuovo ordinamento....", "Prrrrrr". A posto. I medici ci annientano.
Per quello dico che 1 anno in più di università non è sufficiente: ci vuole una formazione medica.
Scusa se faccio superman, ma visto che fate gli strafighi senza sapere una beneamata mazza e volete andare contro ai medici che poi ci portebbero via le mutande (con il culo dentro), mi faccio un pochino di conti.
Da una parte "la vecchia guardia" che è orientata a prevenzione e benessere (disastro), dall'altra degli esaltati presuntuosi che pretendono la prescrizione ma non sanno nemmeno leggere un esame.
E vogliono andare contro i medici.
Edgardo: c'è sempre l'Herbalife. "Vuoi dimagrire? Chiedimi come...".
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celtic
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Inserito il - 29 maggio 2010 : 23:17:37  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di celtic Invia a celtic un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Sul punto di vista dei "vecchi" c'è qualcosa di scritto da poter visionare?



Sì, vai a http://www.assobiologi.it/?page_id=52 c'è tutto il programma coi curricula.




Edgardo è male: vogliono togliere il biologo nutrizionista dal settore medico e ridurlo ad una specie di "economo dietista laureato".
Il disastro.
Prevenzione, alimenti di prezzo abbordabile, ma cosa siamo?
Per i laboratoristi organizzano corsi di diagnostica di laboratorio e i nutrizionisti a consigliare gli alimenti che costano poco?
Già che ci siamo perchè non le ricette.
Allora meglio i "pazzi furiosi". Meglio perdere la nutrizione che ridurla a questo.
I nostri "clienti" sono per l'80% affetti da patologie, se passa questa linea andiamo a lavorare nelle beauty farm.
Che schifo.
Voto gli esaltati. Non ci sono alternative.
Perso per perso meglio perdere la nutrizione disintegrati dai medici che rinunciarci in questo modo.
Troppo comodo: pare che i laboratoristi incrementino le loro competenze in campo clinico a scapito dei nutrizionisti.
Votiamo i nuovi, votiamo d'Anna.
Quello che leggo non è quello che avevo inteso parlando con l la collega Rogai e non è nemmono parente della "linea Landi".
Comunque è la linea che si sente ai congressi: prevenzione, benessere, ristorazione. Ma neanche per idea.
Mon credo neanche sia realizzabile: la valutazione dei bisogni nutritivi ha lo stesso valore delle analisi di laboratorio (rif. legge 1967) come possono pensare i laboratoristi di poter, da una parte incrementare le competenze cliniche in laboratorio e dall'altrra ridurre i nutrizionisti a consulenti del benessere.
Posso essere un "medico" in laboratorio e un "pirla" in studio?
Tenendo conto che quasi tutti i clienti ti mostrano per prima cosa gli esami del sangue?
Questa non è la linea di Landi, questa è regalare la "nutrizione che conta" ai medici.
Voto il gruppo D'Anna. Perso per perso è la scelta migliore.
Edgardo: iniziamo ad autotassarci, perchè la vedo dura per i nutrizionisti. Il programma "Calcatelli" (Assobiologi) svende i nutrizionisti. Meglio gli altri. Non c'è scelta. E autotassazione per pagare un legale per difenderci.
Cosa diciamo ai nostri clienti affetti da patologie? Non vi seguiamo più perchè ci occupiamo di ristorazione?
Voto i nuovi.
E poi c'è un problema di rappresentanza: la maggior parte dei biologi sono nutrizionisti (o lo diventeranno) e la quasi totalità dei candidati sono laboratoristi.
Ma come si fa a candidarsi? Non per me ma me l'hanno chiesto dei colleghi (compresi nutrizionisti libero - professionisti).
La linea assobiologi è quella che si è iniziata a intravedere da alcuni mesi prima che ci lasciasse il Prof. Landi, ti ricordi quanto ti segnali quell'editoriale della nostra rivista in cui si parlava di biologo come professionista del benessre? Al congresso onb di Pafova (2009) ni parlano di "prevenzione primaria".
No, assoltuamente no.
Ben se avessi la moglie estetista e il fratello cuoco. Io rilascio ricevuta sanitaria, porca vacca. Non lavoro nel settore wqllness. E per lavorare lì bastano due buoni bicipiti e un corso csen di due settimane. Ho 10 anni di università, 4 alla facoltà di Scienze, 5 alla facoltà di medicina (compreso tirocinio) e 1 alla facoltà di Farmacia.
Altro che "consigliare gli alimenti che costano meno".
Faculo.
Voto d'Anna. La straminchia, porca troia. Ma che casso fanno, ci vendono? Fanculo.
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mediketto
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Sul punto di vista dei "vecchi" c'è qualcosa di scritto da poter visionare?



Sì, vai a http://www.assobiologi.it/?page_id=52 c'è tutto il programma coi curricula.




Edgardo è male: vogliono togliere il biologo nutrizionista dal settore medico e ridurlo ad una specie di "economo dietista laureato".
Il disastro.
Prevenzione, alimenti di prezzo abbordabile, ma cosa siamo?
Per i laboratoristi organizzano corsi di diagnostica di laboratorio e i nutrizionisti a consigliare gli alimenti che costano poco?
Già che ci siamo perchè non le ricette.
Allora meglio i "pazzi furiosi". Meglio perdere la nutrizione che ridurla a questo.
I nostri "clienti" sono per l'80% affetti da patologie, se passa questa linea andiamo a lavorare nelle beauty farm.
Che schifo.
Voto gli esaltati. Non ci sono alternative.
Perso per perso meglio perdere la nutrizione disintegrati dai medici che rinunciarci in questo modo.
Troppo comodo: pare che i laboratoristi incrementino le loro competenze in campo clinico a scapito dei nutrizionisti.
Votiamo i nuovi, votiamo d'Anna.
Quello che leggo non è quello che avevo inteso parlando con l la collega Rogai e non è nemmono parente della "linea Landi".
Comunque è la linea che si sente ai congressi: prevenzione, benessere, ristorazione. Ma neanche per idea.
Mon credo neanche sia realizzabile: la valutazione dei bisogni nutritivi ha lo stesso valore delle analisi di laboratorio (rif. legge 1967) come possono pensare i laboratoristi di poter, da una parte incrementare le competenze cliniche in laboratorio e dall'altrra ridurre i nutrizionisti a consulenti del benessere.
Posso essere un "medico" in laboratorio e un "pirla" in studio?
Tenendo conto che quasi tutti i clienti ti mostrano per prima cosa gli esami del sangue?
Questa non è la linea di Landi, questa è regalare la "nutrizione che conta" ai medici.
Voto il gruppo D'Anna. Perso per perso è la scelta migliore.
Edgardo: iniziamo ad autotassarci, perchè la vedo dura per i nutrizionisti. Il programma "Calcatelli" (Assobiologi) svende i nutrizionisti. Meglio gli altri. Non c'è scelta. E autotassazione per pagare un legale per difenderci.
Cosa diciamo ai nostri clienti affetti da patologie? Non vi seguiamo più perchè ci occupiamo di ristorazione?
Voto i nuovi.



Scusa celtic ma se condo te ha senso studiare 5 piu 4 anni (laurea in biologia piu specializzazione) solo per "suggerire" o "consigliare" alimenti..I dietisti possono fare le stesse cose in 3 anni..Gl'esami chimici come osmolarità, glicemia non servono al nutrizionista?
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celtic
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Sul punto di vista dei "vecchi" c'è qualcosa di scritto da poter visionare?



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Edgardo è male: vogliono togliere il biologo nutrizionista dal settore medico e ridurlo ad una specie di "economo dietista laureato".
Il disastro.
Prevenzione, alimenti di prezzo abbordabile, ma cosa siamo?
Per i laboratoristi organizzano corsi di diagnostica di laboratorio e i nutrizionisti a consigliare gli alimenti che costano poco?
Già che ci siamo perchè non le ricette.
Allora meglio i "pazzi furiosi". Meglio perdere la nutrizione che ridurla a questo.
I nostri "clienti" sono per l'80% affetti da patologie, se passa questa linea andiamo a lavorare nelle beauty farm.
Che schifo.
Voto gli esaltati. Non ci sono alternative.
Perso per perso meglio perdere la nutrizione disintegrati dai medici che rinunciarci in questo modo.
Troppo comodo: pare che i laboratoristi incrementino le loro competenze in campo clinico a scapito dei nutrizionisti.
Votiamo i nuovi, votiamo d'Anna.
Quello che leggo non è quello che avevo inteso parlando con l la collega Rogai e non è nemmono parente della "linea Landi".
Comunque è la linea che si sente ai congressi: prevenzione, benessere, ristorazione. Ma neanche per idea.
Mon credo neanche sia realizzabile: la valutazione dei bisogni nutritivi ha lo stesso valore delle analisi di laboratorio (rif. legge 1967) come possono pensare i laboratoristi di poter, da una parte incrementare le competenze cliniche in laboratorio e dall'altrra ridurre i nutrizionisti a consulenti del benessere.
Posso essere un "medico" in laboratorio e un "pirla" in studio?
Tenendo conto che quasi tutti i clienti ti mostrano per prima cosa gli esami del sangue?
Questa non è la linea di Landi, questa è regalare la "nutrizione che conta" ai medici.
Voto il gruppo D'Anna. Perso per perso è la scelta migliore.
Edgardo: iniziamo ad autotassarci, perchè la vedo dura per i nutrizionisti. Il programma "Calcatelli" (Assobiologi) svende i nutrizionisti. Meglio gli altri. Non c'è scelta. E autotassazione per pagare un legale per difenderci.
Cosa diciamo ai nostri clienti affetti da patologie? Non vi seguiamo più perchè ci occupiamo di ristorazione?
Voto i nuovi.



Scusa celtic ma se condo te ha senso studiare 5 piu 4 anni (laurea in biologia piu specializzazione) solo per "suggerire" o "consigliare" alimenti..I dietisti possono fare le stesse cose in 3 anni..Gl'esami chimici come osmolarità, glicemia non servono al nutrizionista?




Gli esami servono? Sì. E infatti li interpretiamo. Ma non sono essenziali.
I dietisti, a norma di legge, hanno competenze scientifiche di carattere generale (anche in ambito nutrizionale) per cui, a rigore. dovrebbero elaborare la dieta prescritta dal medico.Il medico scrive (prescive): "doeta per reflusso gastroesofageo" e il dietista esegue.
La stessa tipologia di rapporto che c'è con con i tecnici di laboratorio.
Il biologo invece elabora la dieta in autonomia essendo in possesso di una formazione di livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici” — rif. D.M. 22 ottobre 2004, n. 270, art. 3 — comma 6-). Come ribadito dal parere css Dicembre 2009.
I dietisti dipendono dal medioo (o dal biologo nutrizionista, per quanto gli roda) i biologi nutrizionisti no (e questo rode ad alcuni medici - una mjnoranza -).
A me basterebbe che l'onb facesse nulla. Sono a posto così, grazie.
La diagnosi lascio che la faccia il medico (sono buono, glielo concedo).
Se passa la linea ssobiologi con chi lavoriamo: con le ragazzine che vogliono perdere i chili per infilarsi il tanga micrometrico?
Comunque im merito alla tua domanda: se non cambia nulla vale la pena, perchè il biologo ha aperte le potre dell'utilizzo di pratiche che incrementino lo stato di salute, riequilibrando l'omeostasi corporea (come ho cercato di spiegare sopra).L'approccio del medico è focalizzato sulal malattia. E' totalmente diverso da quello del biologo. Le persone vengono da noi anche perchè non siamo medici.
Ti cito l'esempio di prima: I ruoli di biologo e medico SONO DIVERSI, il primo agisce su “ciò che funziona” per farlo funzionare meglio il secondo agisce sulla malattia.
Se al mio studio afferisce un soggetto ipotiroideo consiglierò; consumo di pesci di mare (ricchi in iodio – componente di triiodotironina e tiroxina -, sale iodato con moderazione, restrizione di alimenti ricchi in glucosinolati, consumo di 150 kcal/giorno in attività fisica aerobica a media intensità, consumo di acqua (almeno 1500 ml – 2000 ml al giorno, esclusa quella utilizzata per integrare le perdite dovute all’attività fisica). Tutte azioni che non sono finalizzate a curare l’ipotiroidismo ma a favorire la funzionalità tiroidea e a incrementare il metabolismo.

Questa è la differenza metodologica tra biologo e medico. Ed è presente in tutte le nazioni euorpee (e in USA).
Paradossalmente, con i nuovi standard formativi i biologi "nuovo ordinamento" avrebbero la formazione necessaria a svolgere questo ruolo appieno, e invece "ricopiano i medici". I biologi della vecchia guardia "fuggono". La vedo dura.
Un collega una volta mi disse: "medicina ti apre le porte ma ti chiude la mente", "biologia ti apre la mente ma ti chiude le porte".
Qui le porte le chiude, a doppia mandata, l'assobiologi.
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mediketto
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Sì, vai a http://www.assobiologi.it/?page_id=52 c'è tutto il programma coi curricula.




Edgardo è male: vogliono togliere il biologo nutrizionista dal settore medico e ridurlo ad una specie di "economo dietista laureato".
Il disastro.
Prevenzione, alimenti di prezzo abbordabile, ma cosa siamo?
Per i laboratoristi organizzano corsi di diagnostica di laboratorio e i nutrizionisti a consigliare gli alimenti che costano poco?
Già che ci siamo perchè non le ricette.
Allora meglio i "pazzi furiosi". Meglio perdere la nutrizione che ridurla a questo.
I nostri "clienti" sono per l'80% affetti da patologie, se passa questa linea andiamo a lavorare nelle beauty farm.
Che schifo.
Voto gli esaltati. Non ci sono alternative.
Perso per perso meglio perdere la nutrizione disintegrati dai medici che rinunciarci in questo modo.
Troppo comodo: pare che i laboratoristi incrementino le loro competenze in campo clinico a scapito dei nutrizionisti.
Votiamo i nuovi, votiamo d'Anna.
Quello che leggo non è quello che avevo inteso parlando con l la collega Rogai e non è nemmono parente della "linea Landi".
Comunque è la linea che si sente ai congressi: prevenzione, benessere, ristorazione. Ma neanche per idea.
Mon credo neanche sia realizzabile: la valutazione dei bisogni nutritivi ha lo stesso valore delle analisi di laboratorio (rif. legge 1967) come possono pensare i laboratoristi di poter, da una parte incrementare le competenze cliniche in laboratorio e dall'altrra ridurre i nutrizionisti a consulenti del benessere.
Posso essere un "medico" in laboratorio e un "pirla" in studio?
Tenendo conto che quasi tutti i clienti ti mostrano per prima cosa gli esami del sangue?
Questa non è la linea di Landi, questa è regalare la "nutrizione che conta" ai medici.
Voto il gruppo D'Anna. Perso per perso è la scelta migliore.
Edgardo: iniziamo ad autotassarci, perchè la vedo dura per i nutrizionisti. Il programma "Calcatelli" (Assobiologi) svende i nutrizionisti. Meglio gli altri. Non c'è scelta. E autotassazione per pagare un legale per difenderci.
Cosa diciamo ai nostri clienti affetti da patologie? Non vi seguiamo più perchè ci occupiamo di ristorazione?
Voto i nuovi.



Scusa celtic ma se condo te ha senso studiare 5 piu 4 anni (laurea in biologia piu specializzazione) solo per "suggerire" o "consigliare" alimenti..I dietisti possono fare le stesse cose in 3 anni..Gl'esami chimici come osmolarità, glicemia non servono al nutrizionista?




Gli esami servono? Sì. E infatti li interpretiamo. Ma non sono essenziali.
I dietisti, a norma di legge, hanno competenze scientifiche di carattere generale (anche in ambito nutrizionale) per cui, a rigore. dovrebbero elaborare la dieta prescritta dal medico.Il medico scrive (prescive): "doeta per reflusso gastroesofageo" e il dietista esegue.
La stessa tipologia di rapporto che c'è con con i tecnici di laboratorio.
Il biologo invece elabora la dieta in autonomia essendo in possesso di una formazione di livello avanzato per l'esercizio di attività di elevata qualificazione in ambiti specifici” — rif. D.M. 22 ottobre 2004, n. 270, art. 3 — comma 6-). Come ribadito dal parere css Dicembre 2009.
I dietisti dipendono dal medioo (o dal biologo nutrizionista, per quanto gli roda) i biologi nutrizionisti no (e questo rode ad alcuni medici - una mjnoranza -).
A me basterebbe che l'onb facesse nulla. Sono a posto così, grazie.
La diagnosi lascio che la faccia il medico (sono buono, glielo concedo).
Se passa la linea ssobiologi con chi lavoriamo: con le ragazzine che vogliono perdere i chili per infilarsi il tanga micrometrico?
Comunque im merito alla tua domanda: se non cambia nulla vale la pena, perchè il biologo ha aperte le potre dell'utilizzo di pratiche che incrementino lo stato di salute, riequilibrando l'omeostasi corporea (come ho cercato di spiegare sopra).L'approccio del medico è focalizzato sulal malattia. E' totalmente diverso da quello del biologo. Le persone vengono da noi anche perchè non siamo medici.
Ti cito l'esempio di prima: I ruoli di biologo e medico SONO DIVERSI, il primo agisce su “ciò che funziona” per farlo funzionare meglio il secondo agisce sulla malattia.
Se al mio studio afferisce un soggetto ipotiroideo consiglierò; consumo di pesci di mare (ricchi in iodio – componente di triiodotironina e tiroxina -, sale iodato con moderazione, restrizione di alimenti ricchi in glucosinolati, consumo di 150 kcal/giorno in attività fisica aerobica a media intensità, consumo di acqua (almeno 1500 ml – 2000 ml al giorno, esclusa quella utilizzata per integrare le perdite dovute all’attività fisica). Tutte azioni che non sono finalizzate a curare l’ipotiroidismo ma a favorire la funzionalità tiroidea e a incrementare il metabolismo.

Questa è la differenza metodologica tra biologo e medico. Ed è presente in tutte le nazioni euorpee (e in USA).
Paradossalmente, con i nuovi standard formativi i biologi "nuovo ordinamento" avrebbero la formazione necessaria a svolgere questo ruolo appieno, e invece "ricopiano i medici". I biologi della vecchia guardia "fuggono". La vedo dura.
Un collega una volta mi disse: "medicina ti apre le porte ma ti chiude la mente", "biologia ti apre la mente ma ti chiude le porte".
Qui le porte le chiude, a doppia mandata, l'assobiologi.



Perdonami ma mi sembri molto contraddittorio..Sinceramente non riesco a capire la tua opinione ma il difetto è mio.
Secondo me parli da medico (e non ci sarebbe nulla di male..).
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