Quanto è utile/interessante questa discussione:
Autore |
Discussione |
|
chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 13:41:52
|
Citazione: Ma cosa significa? Chi non vuole fare ricerca è un laureato di bassa qualità?
No, significa che se hai un corso con 50 persone o un corso con 2000 persone c'è una buona probabilità che il corso con 50 persone produca dei laureati molto più competenti, qualunque sia il lavoro che vanno a fare, semplicemente perchè sono meglio seguiti. Capisco, d'altro canto, che purtroppo oggi ti chiedono la laurea anche per andare a vendere i panini fuori allo stadio...
Citazione: Secondo me varrebbe la pena provare, ma vedo che nessuno è d'accordo per cui per me il topic può essere chiuso.
E perchè? Una volta tanto che si riesce a discutere di una cosa del genere in modo tranquillo, io sono più che contento che la discussione resti aperta, anzi invito tutti a parteciparvi. |
Sei un nuovo arrivato? Leggi il regolamento del forum e presentati qui
My photo portfolio (now on G+!) |
|
|
kORdA
Utente Attivo
Prov.: Milano
Città: Monza
1303 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 14:09:18
|
Citazione: Messaggio inserito da Geeko
Io sinceramente mi trovo d'accordo con questa proposta. Se tali difficoltà nell'entrare nel mondo dell'industria privata non come ricercatore ma per ricoprire altri ruoli ci sono, non vedo dove sia il problema ad ampliare le possibilità per lo svolgimento della tesi. In fondo questo non restringe la possibilità di svolgere una tesi sperimentale, né ne compromette la qualità, anzi, semmai ridurrebbe (anche se non so in quale misura) il problema dell'affollamento dei laboratori universitari e la carenza di posti per portare avanti una tesi sperimentale.
Vorrei ulteriormente stressare il concetto che tesi sperimentale non significa esclusivamente fare ricerca di base, nè ristretta ad un campo esclusivamente accademico. Si può benissimo tirar fuori una tesi sperimentale da uno stage in azienda su metodiche di routine come il controllo qualità. Quello che non mi piace è consentire la possibilità di fare una tesi compilativa a questo livello, dove per nulla si valorizzerebbero le proprie capacità professionali, anche nell'ottica di cercare lavoro nel privato. |
http://www.linkedin.com/in/dariocorrada |
|
|
Geeko
Utente
Città: Milano
1043 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 15:27:05
|
Io non credo che Biotech_is_PNA intendesse tesi non sperimentale = tesi compilativa, o almeno non intesa come "semplice" ricerca e elaborazione di materiale bibliografico da mettere insieme per descrivere lo stato dell'arte di una tematica. Questo punto però andrebbe chiarito, una tesi non sperimentale e non compilativa in senso classico (come ho messo sopra) in cosa consisterebbe? Tematiche gestionali, controllo di qualità, strategie di progettazione o ottimizzazione di un processo produttivo biotech, resoconto dell'attività svolta durante uno stage aziendale? Cioè dal punto di vista pratico per la stesura della tesi cosa avevi in mente Biotech? |
|
|
|
Biotech_is_PNA
Utente Junior
Città: Parma
123 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 16:15:24
|
Citazione: Messaggio inserito da Geeko Cioè dal punto di vista pratico per la stesura della tesi cosa avevi in mente Biotech?
Citazione: Messaggio inserito da Korda Vorrei ulteriormente stressare il concetto che tesi sperimentale non significa esclusivamente fare ricerca di base, nè ristretta ad un campo esclusivamente accademico. Si può benissimo tirar fuori una tesi sperimentale da uno stage in azienda su metodiche di routine come il controllo qualità. Quello che non mi piace è consentire la possibilità di fare una tesi compilativa a questo livello, dove per nulla si valorizzerebbero le proprie capacità professionali, anche nell'ottica di cercare lavoro nel privato.
Lo stage c'è sempre, può essere sperimentale o meno. Per sperimentale intendo che debba esserci una tesi tipica con "materiali e metodi" e che le conclusioni debbano rappresentare una qualche sorta di progresso scientifico. Da un'esperienza di regolatorio routinaria una tesi sperimentale non la puoi tirare fuori, e neanche in assicurazione di qualità nella maggior parte dei casi. La tesi sarebbe compilativa nel senso che al termine dello stage tu tratti tutte le conoscenze che circondano l'area in cui hai lavorato, siano esse scientifiche o requisiti legali (che nell'industria incidono pesantemente su ogni attività, mentre in laboratori universitari non contano quasi nulla). Se non sei stato in laboratorio ovviamente non hai ne materiali ne metodi e avrai delle conclusioni che sono più che altro delle considerazioni.
Io mi rendo conto che ciò possa far storcere il naso a chi ha fatto o intende fare una tesi sperimentale, però io sto parlando di avvicinare industria ed università. Se l'industria richiede competenze scientifiche ma non la capacità di gestire un progetto di ricerca, secondo me sarebbe vantaggioso dare la possibilità a chi vuole tentare di entrare più velocemente nell'industria.
Citazione: dove per nulla si valorizzerebbero le proprie capacità professionali
Mah, all'estero vi risulta che alla fine del bachelor o del Msc si presentino tesi sperimentali? Non credo nemmeno che siano obbligati a presentare una tesi, se non ambiscono ad avere gli honours. Oggettivamente se non voglio fare ricerca, perchè devo passare 1 anno e mezzo a farla per produrre 2 tesi che poi devo togliere dal curriculum quando vado a fare i colloqui o che comunque non verranno minimamente prese in considerazione?
Le competenze professionali te le fai lavorando, all'università acquisisci una cultura scientifica. Se per competenze professionali ti riferisci a quelle elencate dagli ordini professionali, siamo sempre lì: una tesi di ricerca non serve, non richiede le stesse competenze del lavoro che farai. Servirà solo a fare mostra di sè sullo scaffale. |
|
|
chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 20:49:25
|
Citazione: Mah, all'estero vi risulta che alla fine del bachelor o del Msc si presentino tesi sperimentali?
Sicuramente sì in Francia, Australia e NZ, e credo anche in UK. In altri Paesi non sono sicuro. |
Sei un nuovo arrivato? Leggi il regolamento del forum e presentati qui
My photo portfolio (now on G+!) |
|
|
biotool
Nuovo Arrivato
97 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 22:25:45
|
Io credo che l'osservazione/proposta di 'biotech is PNA' sia sensata, e mi trovo ad essere pienamente d'accordo. Poi si puo' discutere sulla terminologia sperimentale, ma non e' questo il punto fondamentale. E quoto di conseguenza anche Geeko: "Se tali difficoltà nell'entrare nel mondo dell'industria privata non come ricercatore ma per ricoprire altri ruoli ci sono, non vedo dove sia il problema ad ampliare le possibilità per lo svolgimento della tesi. In fondo questo non restringe la possibilità di svolgere una tesi sperimentale, né ne compromette la qualità, anzi, semmai ridurrebbe (anche se non so in quale misura) il problema dell'affollamento dei laboratori universitari e la carenza di posti per portare avanti una tesi sperimentale"
e' fondamentale rafforzare (in alcuni casi proprio creare, visto che e' assente) il legame universita'-impresa. Le biotecnologie hanno per loro natura un risvolto produttivo. |
|
|
Martin.diagnostica
Utente Attivo
1582 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 22:52:38
|
Citazione: Messaggio inserito da Biotech_is_PNA Lo stage c'è sempre, può essere sperimentale o meno. Per sperimentale intendo che debba esserci una tesi tipica con "materiali e metodi" e che le conclusioni debbano rappresentare una qualche sorta di progresso scientifico. Da un'esperienza di regolatorio routinaria una tesi sperimentale non la puoi tirare fuori, e neanche in assicurazione di qualità nella maggior parte dei casi. La tesi sarebbe compilativa nel senso che al termine dello stage tu tratti tutte le conoscenze che circondano l'area in cui hai lavorato, siano esse scientifiche o requisiti legali (che nell'industria incidono pesantemente su ogni attività, mentre in laboratori universitari non contano quasi nulla).
Nessuno è obbligato a svolgere una tesi sperimentale all'università. La si può fare anche in azienda o in ospedale. Una tesi di una mia amica è stata per esempio fare delle statistiche sui genotipi di virus C presenti nell'utenza della sua ASL di competenza.
Abolire l'obbligo di tesi sperimentale equivarrebbe a istituire “la tesi facile” o la speedy tesi” e squalificherebbe ulteriormente le nostre lauree. Io già immagino i post che si pubblicheranno su questo sito: posso scrivere la mia tesi in 1/2 giornata? Oppure C'è qualcuno che mi regala la sua tesi compilativa? Sono d'accordo con chick80 meglio un numero chiuso e maggiore selezione
Citazione:
Se non sei stato in laboratorio ovviamente non hai ne materiali ne metodi e avrai delle conclusioni che sono più che altro delle considerazioni.
Ecco appunto laureati in biologia che non sono mai stati in laboratorio?
Il fatto che una persona giudica inutile parte dei suoi studi fatti perchè svolge un lavoro specifico quale l'informatore del farmaco o in assicurazione di qualità dovrebbe essere la base di una riforma del corsi di laurea? Quella stessa persona, grazie al titolo di studio ottenuto, magari potrebbe un giorno andare a lavorare per esempio al controllo microbiologico in azienda farmaceutica e ritornare in laboratorio :D |
Facebook |
|
|
biotool
Nuovo Arrivato
97 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 23:03:19
|
Anche io sono d'accordissimo al numero chiuso e ad aumentare il livello e la difficolta' degli esami (avere maggior selezione prima che guerre tra poveri dopo, giusto per riassumere), ma sono due discorsi completamente differenti. |
|
|
Martin.diagnostica
Utente Attivo
1582 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 23:05:00
|
Immagine:
139,69 KB |
Facebook |
|
|
biotool
Nuovo Arrivato
97 Messaggi |
Inserito il - 05 luglio 2012 : 23:13:42
|
Avere maggior possibilita' de effettuare la tesi in azienda non significa fare nulla. Ok che non c'e' l'obbligo giuridico di fare la tesi in universita', ma le alternative, seppur poche che siano, dovrebbero essere cercate ed offerte. Sarebbe un bene per il Paese. Poi che la tesi sperimentale ci voglia per chi continua nel campo credo sia fuori dubbio. |
|
|
chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2012 : 07:46:56
|
Citazione: Avere maggior possibilita' de effettuare la tesi in azienda non significa fare nulla. Ok che non c'e' l'obbligo giuridico di fare la tesi in universita', ma le alternative, seppur poche che siano, dovrebbero essere cercate ed offerte. Sarebbe un bene per il Paese.
Beh, ma questo è un problema che in Italia c'è da sempre... le università e le aziende si snobbano, salvo pochi casi (es. il Politecnico di Milano offre molte opportunità con aziende esterne). Si dovrebbero aumentare questi rapporti, non eliminare le tesi.
Citazione: Poi che la tesi sperimentale ci voglia per chi continua nel campo credo sia fuori dubbio.
Io dico che ci vuole anche per chi non continua nel campo. Se hai una laurea in biologia avrai la possibilità (che tu lo voglia o meno) di fare un certo tipo di lavori, quindi è necessario che l'università ti dia le basi per farlo. Poi se decidi di andare a fare il commerciale, beh l'esperienza in laboratorio ti servirà lo stesso! Una delle cose che odio di più sono i rappresentanti di aziende che non sanno neanche cos'è una pipetta: devono consigliarti un prodotto e neanche sanno a cosa serve quello che vendono. Not cool. |
Sei un nuovo arrivato? Leggi il regolamento del forum e presentati qui
My photo portfolio (now on G+!) |
|
|
kORdA
Utente Attivo
Prov.: Milano
Città: Monza
1303 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2012 : 10:20:53
|
Citazione: Messaggio inserito da Biotech_is_PNA
Durante una tesi sperimentale impari a fare proteine ricombinanti, a coltivare e studiare cellule e ad usare la strumentazione. Per un grosso numero di offerte di lavoro, queste competenze non sono semplicemente richieste, e la strumentazione (sempre che ti sia richiesto di utilizzarla) sarà diversa per cui dovrai essere ritrainato
Su questo ti devo parzialmente smentire. Ho assistito a colloqui presso industrie farmaceutiche come controllo qualità. Ovvio che ti fanno il training su come usare le loro colonne per purificare i loro prodotti. E' pur vero però che, se tra i tuoi skills non metti il fatto che sai effettivamente armeggiare con una HPLC non ti prendono, a prescindere dalla tua volontà di imparare il loro training. Considerato anche il fatto che ti "addestrano" comunque anche se poi sarai inqadrato a fare carta. Per quanto riguarda un avvicinamento dell'università all'industria il problema è di tipo politico e proposte del genere smuoverebbero ben poco le acque. Per quel poco che ho visto il modo delle università di avvicinarsi all'impresa è quello di sfornare proprie startup e su quelle fare partnership con l'industria. Peccato che il tasso di mortalità di queste iniziative è decisamente alto, dal momento che in Italia si fa un gran parlare di incubatori ma all'atto pratico ben pochi dipartimenti fanno un uso sensato del trasferimento tecnologico. Il Politecnico se la cava perchè conosce bene questi strumenti, non perchè ingegneria abbia intrinsecamente una vocazione orientata al privato. Economia invece è pura illusione... |
http://www.linkedin.com/in/dariocorrada |
|
|
Biotech_is_PNA
Utente Junior
Città: Parma
123 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2012 : 11:22:07
|
Citazione: Messaggio inserito da Martin.diagnostica
Immagine:
139,69 KB
Si è vero che la tesi in sè avrebbe meno importanza, ma tieni conto che questi due avrebbero lavorato in azienda, non è che avrebbero battuto la fiacca per sei mesi o un anno. Le tue ore di stage te le devi fare. Eviti di passare mesi a cercare articoli che non rivedrai mai più nella vita, quello si. |
|
|
Daria85
Utente
678 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2012 : 12:07:22
|
secondo me non avrebbe alcun senso allora al termine di una laurea SCIENTIFICA non fare una tesi sperimentale! se sciegli biologia o biotec cm corso di laurea è giusto che la conclusione dei studi avvenga in una lab o azienda in cui tu possa fare pratica come biologo o biotec, cioè in lab. poi che si possano prendere altre strade ci sta, ed è giusto che ognuno segua le proprie ambizioni. se però è il lavoro aziendale per esempio nel commerciale o nel legislativo che ti interessa, beh, allora magari era meglio una laurea in economia o in giurisprudenza ;)infondo esistono le parti legislative per es. riguardo brevetti, controlli qualità ecc.., così come nelle Pharma esistono figure del marketing! |
|
|
kORdA
Utente Attivo
Prov.: Milano
Città: Monza
1303 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2012 : 12:44:04
|
In fondo esistono CdL in comunicazione scientifica...
Citazione: Messaggio inserito da Biotech_is_PNA Eviti di passare mesi a cercare articoli che non rivedrai mai più nella vita, quello si.
beh no, questo sarebbe intollerabile a prescindere dal tipo di tesi. Una tesi di laurea è pur sempre una pubblicazione, se non c'è ricerca bibliografica a supporto di quello che vuoi esporre tanto vale non farla del tutto la tesi. |
http://www.linkedin.com/in/dariocorrada |
|
|
chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 06 luglio 2012 : 12:54:52
|
Concordo con Daria sul fatto che non capisco il senso di fare biologia se pensi che leggere dei paper di biologia sia noioso/inutile... |
Sei un nuovo arrivato? Leggi il regolamento del forum e presentati qui
My photo portfolio (now on G+!) |
|
|
Citosina
Nuovo Arrivato
Città: Milano
73 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 00:25:47
|
In realtà le aziende, almeno qui in Italia, anche per marketing vogliono laureati scientifici perchè sanno di cosa parlano.
Comunque, secondo me la tesi deve essere sperimentale però concordo sul fatto che si possa far in azienda. In Italia c'è veramente poco in tal senso, ma ci sono ditte che, ad esempio studiano e ricercano nuovi kit diagnostici. Ecco, una cosa del genere potrebbe essere benissimo sperimentale (in fondo devi capire quale particolare migliorare del tuo prodotto tale da renderlo altamente ottimale e ciò vuol dire applicare cmq un metodo sperimentale) ed essere più orientata a una realtà aziendale piuttosto che accademica.
Chiesi farmaceutici ha degli ottimi laboratori a Parma. Non ho la più pallida idea se prendano o no tesisti, ma sarebbe molto figo se università e azienda ricercassero una collaborazione in tal senso. E poi c'è anche Novartis a Siena, mi pare. Poi purtroppo in Italia le big pharma non aprono i centri di ricerca, ma soltanto il settore commerciale. =_='
Insomma, non è che la ricerca è solo accademica. Se le aziende avessero l'R&D in Italia, ci sarebbero ottime oppurtunità di ricerca sperimentale anche qui, che sarebbe ottimo per tutti quei biologi e biotecnologi a cui la ricerca di base - per sua natura accademica - sta un po' stretta.
P.S. E non sottovalutate il numero di biologi e affini che pur amando il corso di laurea e anche la lettura di articoli scientifici destano la vita da laboratorio e i sacrifici che comporta (difficile avere una famiglia, specialmente se sei donna, spostarsi all'estero, orari di lavoro inesistenti e così via) per cui volontariamente scelgono l'azienda. Io ne ho conosciuti parecchi e loro, che magari già dai primi mesi di tesi hanno capito che non era vita per loro, un tirocinio in azienda con un approccio diverso da quello accademico sarebbe piaciuto. |
|
|
Biotech_is_PNA
Utente Junior
Città: Parma
123 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 08:55:31
|
Citazione: il senso di fare biologia se pensi che leggere dei paper di biologia sia noioso/inutile...
Io ho fatto biotec e non biologia. Ho sempre pensato che la laurea in biotecnologie sia nata per dare vita ad un nuovo settore produttivo. I paper di biologia li ho trovati interessanti, ma io non voglio fare ricerca, io voglio imparare come si gestisce una linea, come si porta un prodotto della ricerca a livello industriale e cosa devo fare per mettere il prodotto sul mercato (e le aziende cercano laureati scientifici per questo). Secondo me anche questo è biotecnologie, oltre che stare in laboratorio dove di fatto sei un biologo molecolare o un biochimico, non un biotecnologo. E francamente non credo che una tesi in laboratorio universitario ti formi per questo, e l'esperienza richiesta non parte sempre dal laboratorio. Inoltre dite che uno senza tesi non sa neanche di cosa parla, ma si è fatto gli esami universitari per coprire le conoscenze scientifiche. Con lo stage acquisisci delle competenze pratiche, quindi sono diverse a seconda del contesto in cui le sviluppi. Ora se sono competenze pratiche, sarebbe meglio che corrispondessero al lavoro che vuoi fare finita la laurea. Io penso che una formazione in azienda di tipo scientifico sia superiore a quella del laboratorio universitario, se vuoi lavorare in azienda. E visto che i posti in laboratorio sono limitati anche nelle aziende, non vedo perchè non aprire l'esperienza di un laureando anche a settori scientifici diversi da quelli sperimentali, visto anche il fatto che le aziende hanno spesso molte difficoltà a trovare personale qualificato in questi settori. Ciò darebbe alle università la possibilità di trattare la figura del biotecnologo in modo diverso. Adesso viene visto solo in funzione della ricerca, e non deve essere così.
La mia proposta può benissimo non valere per biologia, se credete, ma per biotecnologie sono convinto che sia la strada giusta. Soprattutto per le lauree triennali, che acquisirebbero più valore dal contatto con la vita di un'azienda, un'esperienza scientifica ma non sperimentale. E' rarissimo che un laureato triennale poi faccia ricerca, per cui a che scopo fargli fare una tesi che non avrà nulla a che fare col suo lavoro?
Inoltre ciò diversificherebbe il paniere di competenze da cui le aziende possono attingere e i percorsi universitari possibili. Pensate ad un colloquio di selezione per QA o regolatorio: immaginate che un laureato triennale stia competendo per quel posto contro un Phd o un post-doc. Se il laureato triennale ha fatto una tesi sperimentale, è quasi ovvio che non possa avere chances perchè l'azienda premierebbe la maggior esperienza e la serietà desumibile dai titoli del phd o del post-doc offrendo loro comunque uno stage da 500€ perchè non hanno esperienza precedente nel campo. Ma se il triennale avesse nel suo curriculum un'esperienza aziendale attinente, allora le cose si invertirebbero. E avere 500€ al mese è molto meglio per un triennale ventitreenne che per un phd ventottenne. E triennali non sarebbero obbligati a proseguire negli studi per lavorare e quindi non andrebbero ad ingrossare quella massa di phd che poi non sanno cosa fare della propria vita e accetteranno di fare lavori che per loro sono poco gratificanti.
Le lauree sono troppo distanti dalle aziende. Biotecnologie è nata perchè biologia era troppo distante, cerchiamo di non trasformare biotecnologie in una seconda biologia. O si fanno fioccare lauree per ogni angolo industriale in modo che siano iper-specifiche, oppure si lascia più liberà all'interno dei corsi già esistenti. Io preferisco la seconda ipotesi.
Citazione: se però è il lavoro aziendale per esempio nel commerciale o nel legislativo che ti interessa, beh, allora magari era meglio una laurea in economia o in giurisprudenza
Io ho fatto corsi di economia agroalimentare, diritto industriale, economia aziendale e regolatorio già all'interno del corso di laurea. PECCATO CHE NON MI SIA STATA DATA LA POSSIBILITA' DI FARE UNA TESI ATTINENTE A QUESTI SETTORI. Per me questi sono sbocchi professionali legittimi per un biotecnologo, soprattutto perchè in aziende alimentari o farmaceutiche questi settori hanno aspetti scientifici/legali/economici ibridi. Come può aspettarsi lo Stato che un biotecnologo faccia l'imprenditore se viene formato solo per la ricerca? Come puoi aspettarti che il sistema funzioni se poi per avere posti che nel mondo sono considerati dignitosi per Bachelors devi avere il phd? Siamo ingessati in una ricerca che alle aziende non serve e che non ci permette di lavorare! |
|
|
chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 10:19:46
|
Guarda, da biotecnologo farmaceutico non ho problemi a dire che puoi veramente sostituire "biotech" a biologia" nelle mie frasi di cui sopra ed il discorso rimane assolutamente identico a mio parere. Purtoppo in Italia si ragiona troppo a scatole chiuse, hai una laurea in qualcosa attinente alle scienze naturali, finita lì, altrimenti si finisce a fare le solite guerre tra poveri.
Citazione: E' rarissimo che un laureato triennale poi faccia ricerca, per cui a che scopo fargli fare una tesi che non avrà nulla a che fare col suo lavoro?
Citazione: Io ho fatto corsi di economia agroalimentare, diritto industriale, economia aziendale e regolatorio già all'interno del corso di laurea. PECCATO CHE NON MI SIA STATA DATA LA POSSIBILITA' DI FARE UNA TESI ATTINENTE A QUESTI SETTORI.
Ancora una volta, ripeto, il problema non è la tesi, il problema è che l'industria biotech in Italia non esiste e quel poco che c'è non fa contatti con l'università. Togliere la tesi non servirebbe per nulla a risolvere il problema.
La tesi triennale sperimentale se fatta bene può servire per introdurti in azienda. Andare a fare 4 o 5 mesi in un'azienda dove ti danno come task di studiare l'efficienza di un certo processo produttivo, o di seguire il marketing di un prodotto, ad es., sarebbe un'ottima tesi sperimentale e, leggendo quello che vuoi fare, direi che ti piacerebbe molto. Gli ingegneri hanno più possibilità di farlo perchè un tempo l'industria meccanica/areonautica/chimica in Italia era competitiva a livello mondiale e quindi abbiamo ancora un po' di quell'antico splendore. Il biotech in Italia non ha mai preso invece...
Per farti un altro esempio, al momento nel nostro lab abbiamo una studentessa (di magistrale, ma il discorso è identico) che si occupa di impostare le regole di controllo qualità per la piattaforma di imaging di cui siamo a capo, in modo da prepararci per l'ottenimento della certificazione ISO 9001. Questa è una tesi sperimentale a tutti gli effetti. E pensa un po', anche se magari non nei dettagli più fini, ma bisogna formarla comunque sui vari microscopi, a cosa servono, le varie procedure utilizzate, gli anestetici, etc etc etc
Comunque visto quello che vuoi fare ti consiglio molto molto fortemente (oltre a fuggire dall'Italia) di fare un master in buisness and administration (MBA). La Bocconi ne ha uno ottimo altrimenti Parigi e Bordeaux (e credo Londra) sono degli ottimi target. La selezione, tuttavia, è estremamente forte. |
Sei un nuovo arrivato? Leggi il regolamento del forum e presentati qui
My photo portfolio (now on G+!) |
|
|
Biotech_is_PNA
Utente Junior
Città: Parma
123 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 10:42:38
|
Citazione: Messaggio inserito da chick80
Guarda, da biotecnologo farmaceutico non ho problemi a dire che puoi veramente sostituire "biotech" a biologia" nelle mie frasi di cui sopra ed il discorso rimane assolutamente identico a mio parere. Purtoppo in Italia si ragiona troppo a scatole chiuse, hai una laurea in qualcosa attinente alle scienze naturali, finita lì, altrimenti si finisce a fare le solite guerre tra poveri.
Nono sono d'accordo, una laurea in biotecnologie non è una laurea in scienze naturali come non lo è ingegneria. Che poi l'università faccia di tutto per fartelo sembrare in modo da avere una marea di schiavi di laboratorio da ricattare, è un discorso diverso. Dire che un biologo è uguale ad un biotecnologo è come dire che il fisico è uguale all'ingegnere. Se formi un ingegnere come un fisico, l'ingegnere non diventa un fisico, ma resta un pessimo ingegnere.
Mi consigli di fare un MBA, ma per farlo sono richieste esperienze professionali pregresse. Cosa che sarebbe più semplice ottenere con la mia proposta. Ma anche se un MBA accettasse neolaureati, fare un MBA senza avere ben chiaro come funzionano i settori dell'azienda a cui punti anche fuori dalla ricerca o dal controllo qualità è comunque una sciocchezza.
E comunque io sto già facendo un master, non un mba, ma un master professionalizzante. Quella professionalizzazione che la laurea non è stata neanche lontanamente in grado di darmi e che con la mia proposta sarebbe più facile acquisire. Io propongo un modo per lavorare con 3 anni contro il mio 3+2+1 (il master è di secondo livello). Io penso che biotec sia nata per questo, perchè per il laboratorio e la ricerca c'erano già biologi molecolari e biochimici. Questo non significa che il biotec non possa fare ricerca e che il biologo non possa lavorare nell'industria, però le lauree hanno vocazioni diverse. E ripeto che per questo posto in europa e in usa è richiesto il bachelor mentre in italia richiedono minimo la specialistica e ai colloqui incontri phd e diplomi di specialità (3+2+4) con la tua stessa esperienza in azienda, cioè 0 meno. |
|
|
chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 11:54:33
|
Biotechnology: the branch of technology concerned with modern forms of industrial production utilizing living organisms, esp. micro-organisms, and their biological processes.
(da: Oxford English Dictionary)
Biotechnology (sometimes shortened to "biotech") is a field of applied biology that involves the use of living organisms and bioprocesses in engineering, technology, medicine, and other fields requiring bioproducts. Biotechnology also utilizes these products for manufacturing purposes. (da: Wikipedia)
A me sembra che questo rientri bene nella classificazione di "natural/biological sciences" o "life sciences" che dir si voglia. Se poi vuoi fare il commerciale allora forse biotech non è la scelta ottimale, anche se non ti preclude di farlo, anzi.
Citazione: E ripeto che per questo posto in europa e in usa è richiesto il bachelor.
E ti ripeto che l'Italia e gli USA sono due realtà separate e distinte. Cominciamo a risanare l'economia italiana, poi possiamo parlare di che stage far fare agli studenti. |
Sei un nuovo arrivato? Leggi il regolamento del forum e presentati qui
My photo portfolio (now on G+!) |
|
|
Biotech_is_PNA
Utente Junior
Città: Parma
123 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 11:58:47
|
Citazione: Messaggio inserito da chick80
Biotechnology: the branch of technology concerned with modern forms of industrial production utilizing living organisms, esp. micro-organisms, and their biological processes.
(da: Oxford English Dictionary)
Biotechnology (sometimes shortened to "biotech") is a field of applied biology that involves the use of living organisms and bioprocesses in engineering, technology, medicine, and other fields requiring bioproducts. Biotechnology also utilizes these products for manufacturing purposes. (da: Wikipedia)
Appunto io leggo manufacturing, engineering, technology e products. Sono cose che hanno assai poco a che fare con la natura. Inoltre: "L'ingegneria è la disciplina e la professione che ha come obiettivo l'applicazione dei risultati delle scienze matematiche, fisiche e naturali alla risoluzione di problematiche che concorrono alla soddisfazione dei bisogni umani." sempre da wikipedia. Le definizioni di biotecnologie e ingegneria sono molto simili, molto più della somiglianza che c'è tra la definizione di biologia e biotecnologie.
Anzi guarda biotec e ingegneria sono quasi uguali:
"La biotecnologia è l'applicazione tecnologica che si serve dei sistemi biologici, degli organismi viventi o di derivati di questi per produrre o modificare prodotti o processi per un fine specifico".
La biotecnologia, quindi, può essere definita come quel ramo della biologia riguardante l'utilizzo di esseri viventi al fine di ottenere beni o servizi."
Questo sembra dare forza alla mia opinione che tra il biotecnologo e il biologo c'è una differenza simile a quella tra l'ingegnere e il fisico. Biotecnologie è rivolta ad un sistema produttivo, non capisco perchè c'è tanta diversità di trattamento rispetto a ingegneria. Forse perchè biotec è nuova e nessun professore di biotec è un biotecnologo: io come prof ho avuto: biologi, agrari, scienze ambientali, veterinari, medici, farmaceutici. Forse quando i prof di biotecnologie saranno biotecnologi, la definizione di biotecnologie coinciderà un po' di più al modo in cui vengono organizzati i corsi di laurea. |
|
|
chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 12:04:56
|
Beh, allora perchè non hai fatto ingegneria chimica? (pulling your leg)
Quello che sto dicendo è che non bisogna pensare a scatole chiuse. Un corso di laurea ti prepara più o meno ad una certa area di lavoro, poi l'expertise sei tu che te la devi costruire. Le opportunità sei tu a dovertele cercare se non ti vengono offerte. Scrivi a delle aziende, chiedi di fare stage, vai all'estero... la tua uni non propone tesi in azienda? Sicuramente però non ti impedisce di farle. |
Sei un nuovo arrivato? Leggi il regolamento del forum e presentati qui
My photo portfolio (now on G+!) |
|
|
Biotech_is_PNA
Utente Junior
Città: Parma
123 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 12:22:31
|
Io voglio, per i giovani biotecnologi (io ho finito il percorso), una maggiore libertà di potersi fare l'expertise del campo in cui vogliono (e hanno il diritto di) lavorare senza l'obbligo di buttare 1 anno e mezzo di vita nella ricerca se poi non ambiscono a diventare ricercatori. Per molti è solo una corvée che viene fatta all'università e ai prof dei corsi di laurea. La mia proposta di una maggiore libertà aumenterebbe parecchio la possibilità di entrare nell'industria (aumenterebbe il ventaglio di tesi possibili, soddisfando maggiormente quelle che sono le richieste dell'industria), e se proprio volete, potrebbe essere limitata al Bachelor (3 anni) mentre per il Master of science (+2) potrebbe rimanere l'obbligo di tesi sperimentale (E' un compromesso a cui sono arrivato con questa discussione )
Questa modifica sarebbe dovuta a biotecnologie perchè ha una vocazione produttiva (e potrebbe spingere ad un'ulteriore e d auspicabile differenziazione dei corsi da quelli di biologia). Io la propongo anche per biologia perchè come per biotecnologie ha la fama di sfornare disoccupati. Questa modifica renderebbe i biologi triennali dei validi avversari rispetto ad altri tipi di laureati nel settore privato.
|
|
|
Biotech_is_PNA
Utente Junior
Città: Parma
123 Messaggi |
Inserito il - 07 luglio 2012 : 12:47:26
|
Poi mi rendo conto che c'è la grana degli ordini professionali. Io nel mio piccolo sono un biotecnologo e non riconosco l'ordine dei Biologi come mio riferimento. Ma non riconosco nemmeno il neonato ordine dei biotecnologi perchè sta facendo di tutto per far combaciare le figure professionali del biologo e del biotec, raddoppiando di fatto i laureati in biologia. Ciò si somma al fatto che, come ho già detto, la totalità dei professori di biotec non sono biotec ma biologi o medici (e quindi non si preoccupano più di tanto di cosa debba essere un biotec), per cui i corsi di laurea di biotec verranno appiattiti ulteriormente su quelli di biologia. Per me è un disastro, sia per i giovani che per il sistema produttivo! Le due figure vanno differenziate, non vanno unificate, per il bene di tutti. Anche per questo dico che deve essere data maggiore libertà alla tesi dei biotecnologi. |
|
|
Discussione |
|
|
|
Quanto è utile/interessante questa discussione:
MolecularLab.it |
© 2003-18 MolecularLab.it |
|
|
|