Salve a tutti, sono nuova in questo forum, e spesso leggendo le vostre discussioni ho risolto molti miei dubbi ora però ne ho altri che nn ho trovato in nessuna discussione precedente come si ottiene la calibrazione di uno strumento automatico? E come otteniamo la sua validazione? (diversa a quanto pare,dalla validazione della serie analitica che si ottiene con i sieri di controllo).
Inoltre perché variando i lotti dei reagenti, variano anche i sieri di controllo? E i sieri di controllo sono 2 ed individuano il range entro cui deve rientrare il dato analitico fornito dallo strumento? Scusate le troppe domande..ma credo di non avere le idee molto chiare
nessuno saprebbe chiarimi un pò le idee?? javascript:insertsmilie('') ho un esame tra qualche giorno javascript:insertsmilie('')javascript:insertsmilie('')javascript:insertsmilie('')javascript:insertsmilie('')
Ciao io ho lavorato su sistemi automatici immunoturbidimetrici e la calibrazione veniva eseguita con con specifici calibratori forniti dalla ditta. Credo sia lo stesso per la maggior parte dei sistemi di chimica analitica usati in lab. Quella che intendi per "validazione" dello strumento presumo venga fatta secondo le linee guida NCCLS (linearità, imprecisione, sensibilità analitica…). Non capisco cosa intendi per variazione dei lotti di reagenti e controlli. Nel senso, ci sono diversi lotti per reagenti e controlli e questo può comportare o meno la ricalibrazione dello strumento. Esatto per quanto riguarda i due livelli di controllo: in alcuni casi se ne possono avere 2 (uno bassa concentrazione e uno alta) per coprire il range analitico dello strumento.