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ErgoCalciferolo
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stirrer


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Inserito il - 13 febbraio 2014 : 22:16:27  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ErgoCalciferolo Invia a ErgoCalciferolo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Scrivo questo lunghissimo post dopo aver letto un articolo sugli agricoltori lombardi a favore degli OGM e sul passato oltraggio che gli attivisti anti-OGM hanno fatto sui campi sperimentali del Golden Rice situati nelle Filippine.


Esistono tantissime varietà di piante geneticamente modificate. Per esempio, abbiamo gli OGM che producono la tossina Bt, prodotta naturalmente dalla specie batterica Bacillus thuringiensis. In realtà, esistono diversi tipi di queste tossine (esempi: Cry1Ab, Cry1Ac, Cry9C, Cry1F). Il loro meccanismo d’azione è semplice: si attivano all’interno dei tratti digerenti degli organismi a pH alcalino. Le larve e gli insetti indesiderati nei campi di coltura sono perciò suscettibili a queste tossine. Gli esseri umani invece hanno un tratto digerenti a pH acido, quindi in teoria le tossine Bt non sono un pericolo per la salute umana. Altra caratteristica della tossina Bt è la sua altissima specificità: si legano soltanto su recettori specifici. Per esempio, le larve della farfalla monarca sono vulnerabili alla tossina del mais Bt176, ma non alle altre tossine Bt più diffuse. Fortunatamente gli ibridi Bt176 costituiscono soltanto il <2% delle mais OGM coltivate, quindi le preoccupazioni sugli eventuali impatti ambientali delle piante Bt sono prive di fondamenti scientifici. La presunta cancerogenicità della tossina Bt è risibile: non è una molecola artificiale come il DDT, non c’è pericolo di bioaccumulo nella rete alimentare perché è chimicamente una proteina, cioè è costituito dagli stessi 20 amminoacidi che compongono le proteine di TUTTI gli esseri viventi.

La comparsa di insetti resistenti alla tossina Bt è una possibilità da non ignorare. Purtroppo è una realtà che avviene anche con i pesticidi sintetizzati artificialmente o ai pesticidi cosiddetti “naturali”. La comparsa di insetti o parassiti immuni a certe molecole impiegate come pesticidi è soltanto un esempio di selezione naturale/artificiale in pieno atto. Avviene naturalmente, volenti o nolenti. Non è perciò un problema esclusivamente generato dalle piante geneticamente modificate; criticare gli OGM in questo senso è purtroppo logicamente insensato.

La prudenza è sempre necessaria: bisogna sempre accertare la sicurezza circa l’uso delle piante geneticamente modificate. Però dobbiamo fare una distinzione tra prudenza e luddismo: la prima è sano scetticismo, il secondo è fondato sull’ignoranza e sulle paure irrazionali da coloro che non comprendono la scienza che sta indietro a questa tecnologia.

Diverse organizzazioni ambientaliste sono assolutamente contrarie a qualsiasi impiego di piante geneticamente modificate. Persino al Golden Rice, il riso geneticamente modificato per renderlo capace di produrre vitamina A (o se vogliamo essere precisi, esso produce la provitamina A) nella sua parte commestibile, l’endosperma. Quali potrebbero essere i pericoli della vitamina A per la salute umana? La vitamina A è importante per il nostro organismo e non è assolutamente una sostanza cancerogena. Perché ancora si fa tanto allarmismo sul pericolo del Golden Rice sulla salute umana, o sull’ecosistema? Sappiamo che l’ipovitaminosi A è diffusissima nelle aree sottosviluppate del mondo. Per esempio, circa 4.4 milioni di bambini delle Filippine sono a rischio di ipovitaminosi A. Tantissime misure sono già state fatte/proposte, tra cui c’è anche la diversificazione della dieta. Ma questi bambini appartengono alle famiglie povere, con redditi così bassi che possono solo acquistare come alimento principale il riso. Altri cibi per loro non sono altro che un lusso che non si può permettere giornalmente. Vandana Shiva, la nostra dottoressa in filosofia della scienza e una nota eco-femminista, suggerisce come alternativa al Golden Rice le verdure a foglia verde, il tuorlo d’uovo (!), spinaci, carote e altre ancora, dimenticando nel frattempo la triste verità della povertà e del basso potere d’acquisto delle famiglie afflitte. È per questo motivo che lei è stato accusato di quell’atteggiamento alla “Maria Antonietta”: l’ultima regina dell’Ancien Régime francese avrebbe pronunciato: “Se non hanno pane, che mangino brioche”, e la dottoressa Shiva suggerisce alle nostre povere famiglie tecnicamente la stessa cosa: mangiare uova, verdure a foglia verde, et cetera (ovvero robe costose) ignorando la situazione socio-economica in cui queste famiglie si trovano. Precisiamo però che il Golden Rice, prodotto dall’istituto di ricerca IRRI per scopi umanitari (e quindi verrà distribuito gratuitamente ai poveri agricoltori), e soltanto una soluzione in più, non una sostituzione alle altre misure ugualmente valide per combattere l’ipovitaminosi A nelle popolazioni ad alto rischio.

Inoltre gli enzimi per la produzione della provitamina A esistono già in natura (Quindi è un tratto naturale e non artificiale). Non è una caratteristica che metterà in vantaggio una specie al danno di altre. Non c’è un vantaggio evolutivo nel produrre vitamina A nell’endosperma di una pianta. Anche la sua eventuale diffusione non costituirà la fine del mondo o della biodiversità: esistono già delle piante, dei batteri, di innumerevoli organismi che producono la provitamina A. Eppure siamo ancora qui, l’apocalisse non si è mai avverato. A mio parere queste preoccupazioni sono irrazionali.

Le ideologie degli ambientalisti anti-OGM implicano che l’integrità genetica degli organismi fa parte dell’ordine naturale, e che le manipolazioni artificiali del DNA sono contrarie a questo sacro principio. Ricordiamo però che il fenomeno del cosiddetto “horizontal gene transfer” è frequente sia nel dominio dei procarioti che in quello degli eucarioti. Volenti o nolenti, il trasferimento del materiale genetico avviene già in natura. Lo scambio di materiale genetico è un fenomeno normale per i batteri. Anche negli organismi più complessi questo curioso fenomeno avviene grazie ai vettori come i virus e i batteri come l’Agrobacterium (altro esempio curioso è lo scambio di materiale genetico tra mucche e serpenti, spiegato chiaramente in questo articolo in inglese:“How a quarter of the cow genome came from snakes”). Siamo quindi tutti partecipi a questo continuo scambio di informazione genetica, formando così una rete della vita che favorisce la variabilità genetica delle specie.

Nell’agricoltura la comparsa di varietà di piante domesticate con caratteristiche vantaggiose è assolutamente desiderata dagli stessi agricoltori. Per questo motivo esistono degli scienziati che si avventurano nei posti più remoti del mondo per trovare delle varietà di piante con tratti vantaggiosi. Il gene vantaggioso verrà poi distribuito alle varietà attuali attraverso le più avanzate tecniche del plant breeding, una pratica diffusissima nel campo dell’agricoltura. Oppure si può ricorrere benissimo alla mutagenesi, sperando così di trovare delle piante mutate con caratteristiche favorevoli. Quest’ultimo procedimento non è osteggiato dagli ambientalisti anti-OGM, nonostante sia lo stesso il principio dietro questa tecnologia e la tecnologia degli OGM. Solo che con gli OGM, lo scienziato sa benissimo quale gene inserire, e le sue proprietà, i vantaggi e gli svantaggi. Nella mutagenesi, viene invece alterato l’intero genoma della pianta grazie all’uso di sostanze mutagene, sperando di ottenere un mutante con caratteristiche promettenti. Attaccare la biotecnologia OGM senza prendere in considerazione la tecnologia della mutagenesi è un’incongruenza che caratterizza le attuali organizzazioni ambientaliste anti-OGM.

Conclusione: solo studiando biologia l’individuo diventa immune agli allarmismi che tantissime organizzazioni anti-OGM cercano di perpetuare. Dobbiamo valutare gli OGM in chiave razionale, consapevole del fatto che non tutti gli OGM sono uguali. Ci sono delle varietà che producono biopesticidi, ma ci sono anche altre arricchite di sostanze nutritive preziose (il Golden Rice per esempio) oppure con principi nutritivi ridotti. Devono essere valutate singolarmente e non raggruppati in un'unica categoria come se fossero tutte uguali.

chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 14 febbraio 2014 : 08:11:12  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie per questo interessante punto di vista.

Mi piace molto questa frase
Citazione:
Però dobbiamo fare una distinzione tra prudenza e luddismo


Tra l'altro di Golden rice parlava anche Giuliano recentemente sul suo blog: http://www.nutrizionistabrescia.com/2014/01/il-golden-rice-un-ogm-sotto-accusa.html

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ErgoCalciferolo
Nuovo Arrivato

stirrer



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Inserito il - 17 febbraio 2014 : 11:42:14  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ErgoCalciferolo Invia a ErgoCalciferolo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da chick80

Tra l'altro di Golden rice parlava anche Giuliano recentemente sul suo blog: http://www.nutrizionistabrescia.com/2014/01/il-golden-rice-un-ogm-sotto-accusa.html



Grazie per la risposta, chick80. Ho letto anche il blog entry del nostro nutrizionista Giuliano652: abbiamo praticamente gli stessi punti di vista per quanto riguarda il Golden Rice. Infatti è un organismo transgenico che non rientra nelle categorie degli OGM precedentemente ideati. Gli OGM più conosciuti sono quelli che producono i biopesticidi (ed è quindi normale avere dei dubbi sugli eventuali impatti sulla salute e sull'ambiente che essi possono provocare) ma il Golden Rice non rientra in questa categoria. Al Golden Rice non valgono le solite critiche paventate dalle organizzazioni anti-OGM. E' una varietà di riso che produce il beta-carotene: non è una tossina, ma è il precursore della vitamina A che potrebbe aiutare le persone ad alto rischio di ipovitaminosi A. Il beta-carotene non è una sostanza tossica per gli insetti pollinatori e la sua diffusione in natura non provocherà di certo lo sconvolgimento della biodiversità perché esistono già tantissimi organismi in natura capaci di produrre questa sostanza.

Il Golden Rice è un bene pubblico ed è sviluppato grazie ai finanziamenti prevalentemente pubblici. Ingo Potrykus e Peter Beyer, gli "inventori" del Golden Rice, hanno permesso la distribuzione gratuita di questo prodotto ai centri di ricerca asiatici ed eventualmente agli agricoltori di sussistenza. Non c'è quindi pericolo di "monopolio" o di "sfruttamento" delle popolazioni locali (quello che osservo è soltanto la democratizzazione di un prodotto biotecnologico per scopi umanitari). Le organizzazioni anti-OGM come Greenpeace dovrebbero rivalutare il Golden Rice per le sue potenzialità.
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